Ambientata negli anni tra Lo Hobbit e la Compagnia dell'Anello, la storia di La Terra di Mezzo: L'ombra di Mordor conduce il giocatore nelle terre desolate oltre il nero cancello, dove Talion il Ramingo Senza Morte è determinato ad ottenere vendetta per la brutale uccisione della moglie e del figlio. Posseduto dallo spettro di un misterioso (no spoiler) elfo, Talion è tornato alla vita con l'unico obiettivo di distruggere la Mano Nera di Sauron, un malvagio tiranno determinato a riportare il Signore Oscuro sul trono di Mordor.
Talion è un personaggio molto diverso dagli altri campioni di tolkeniana memoria. Non è il tipico eroe senza macchia, tutto coraggio, onore e spirito di sacrificio. Talion è animato da una furia intossicante che non conosce riposo, ed è disposto ad abbracciare tutto l'oscuro potere dello spettro che ospita, per uccidere colui che ha distrutto la sua vita. In questo senso l'opera di Monolith, pur allontanandosi molto dal modello tolkeniano, ci propone una visione originale, oscura e cruda, delle vicende della Terra di Mezzo.
Quando vi troverete circondati da una dozzina di sanguinari pelleverde, ecco che emergerà prepotentemente l'iconico free-flow combat system del capolavoro Rocksteady. Talion, proprio come il cavaliere di Gotham, affronta i suoi nemici facendo della paura e dell'inganno le sue armi principali, oltre, ovviamente, a una coppia di affilatissime lame e all'arco della sua controparte elfica. Il Ramingo si muove sul campo di battaglia come una furia danzante, tra combo, contrattacchi e spettacolari mosse speciali.
La quantità e la qualità delle animazioni che caratterizzano il combattimento è veramente sorprendente. C'è una bellezza innegabile nella brutale grazia marziale con la quale Talion affronta le infinite orde di avversari. Aggiungete alla formula bestie selvagge (Caragorn e Graug) da cavalcare e indirizzare contro i nemici, una varietà consistente nelle minacce che Talion si troverà ad affrontare, ed ecco che finalmente L'Ombra di Mordor si libera dai ceppi della derivazione per affermarsi come campione di genere.
Nel caso Talion dovesse trovare la morte per mano di una lama mordoriana, l'Uruk responsabile verrà promosso al grado di Capitano, un membro dell'elite militare. La gran parte delle missioni della trama principale riguarderanno appunto il trovare e uccidere i Capitani, ed è proprio qui, grazie al sistema Nemesis, che L'Ombra di Mordor si eleva una spanna sopra i suoi ispiratori. C'è un'intera struttura sociale che brulica laboriosa sotto il sole spento di Mordor, dove i Capitani Uruk si affrontano l'un l'altro in una continua guerra per la supremazia. Una dinamica assolutamente originale, che rende il mondo de L'Ombra di Mordor incredibilmente vivo, e offre la sensazione che le vite dei nemici vadano avanti a prescindere dalla presenza del giocatore. Il sistema Nemesi garantisce ad ognuno dei vostri nemici, una personalità e una memoria percepibilmente uniche: se cadrete in battaglia, il vostro uccisore si ricorderà di voi quando vi vedrà tornare dalla tomba; se costringerete un capitano alla fuga, magari ferendolo orribilmente, questi vi cercherà assetato di vendetta, e porterà addosso le cicatrici della sconfitta. Scappate e la vostra nemesi vi chiamerà codardo, sfruttate le sue debolezze ed egli si ricorderà le vostre azioni con rispetto o disprezzo. Interrogare i nemici grazie ai poteri dello sprettro, vi offrirà ulteriori informazioni sui Capitani e vi permetterà di approfittare delle loro paure più recondite.
Se un capitano ha paura del fuoco, provate a gettarlo tra le fiamme di un bivacco, e se teme i selvaggi Caragorn, liberatene un paio nell'accampamento, scoprirete che il gioco tenderà ad assecondare le vostre strategie più meschine (risata malvagia). Si tratta di una meccanica assolutamente eccezionale, che aumenta considerevolmente l'immersione nel gioco e vi fa sentire parte integrante di un mondo in continuo divenire.
Nel caso vogliate prendervi una pausa dal genocidio orchesco, potrete dedicarvi a una mezza dozzina di attività secondarie, che vanno dalla ricerca di artefatti perduti alla liberazione degli schiavi umani.
Premendo L1 evocherete la -succitata- vista dello Spettro, che vi aiuterà a trovare i tesori nascosti in giro per la mappa. Alcune quests secondarie vi permetteranno di migliorare spada, arco e pugnale, dandovi accesso ad abilità precedentemente bloccate. Non vi sarà possibile cambiare l'equipaggiamento in dotazione a Talion o alterarne in nessun modo l'aspetto, ma potrete sbloccare -accumulando esperienza e potere- tutte le sue abilità di combattimento e raccogliere rune dai Capitani morti per potenziarne le armi.
Combinare strategicamente rune e abilità aumenterà considerevolmente l'efficienza assassina di Talion e, man mano che il potere del Senza Morte crescerà, a scapito sua umanità tormentata, potrete percepire chiaramente il contrasto tra il disagio del Ramingo per i suoi nuovi strani doni e la consapevolezza di come questi mezzi siano l'unico modo per vendicare la sua famiglia.
Passando dal lato gameplay a quello tecnico, va detto che il titolo, sebbene valido, non è certo privo di difetti.
Le ambientazioni del gioco (specialmente nella prima metà dell'avventura) sono piuttosto piatte e povere, caratterizzate da una monocromaticità desolante. Una scelta in parte giustificata dalla natura arida e decadente della regione di Mordor. Il modelli poligonali dei personaggi – specialmente dei nemici – sono particolareggiati e splendidamente caratterizzati, fatta eccezione – inspiegabilmente – per il viso di Talion, piatto come una distesa innevata.
Detto questo, il mondo di gioco rimane, in generale, molto dettagliato e il lavoro svolto dagli sviluppatori sul fronte animazioni è assolutamente eccezionale. Merito anche di un framerate costantemente inchiodato a 60 fps (a una risoluzione di 1080p), che rende ogni movimento fluido e credibile.
Il comparto sonoro si dimostra ugualmente valido, con un ottimo doppiaggio italiano (sebbene non paragonabile a quello originale inglese) e una colonna sonora niente meno che epica, con fluttuazioni che ben sottolineano ogni frangente, dalla più sanguinosa delle mischie al più drammatico dei climax.
Ci sono altri difetti, sicuramente minori, che vale comunque la pena citare. Innanzitutto la telecamera risulta occasionalmente problematica, e il combattimento soffre degli stessi problema di collisioni farlocche e clipping già visti in Batman. Non è raro assistere allo "svenimento" di un nemico a malapena sfiorato dal gomito di Talion, o vedere un corpo incastrato tra le textures del terreno.
È inoltre inutile negare che per quando avrete giocato le 12-15 ore necessarie per finire la campagna principale, il combattimento avrà cominciato a sembrarvi un filino ripetitivo, malgrado le sue innegabili qualità, così come vi saranno venute a noia la caccia agli artefatti e le missioni secondarie.
Insomma, vale l'acquisto?
La Terra di Mezzo L'Ombra di Mordor è, senza dubbio, il miglior videogioco ispirato all'universo Tolkeniano prodotto finora. Il titolo ci mostra un mondo vivo, sebbene morente, avvelenato dalla malvagità dilagante di Sauron, un'oscurità che minaccia di consumare qualsiasi cosa, compreso lo stesso protagonista. Con una mossa coraggiosa, L'Ombra di Mordor, scarta "il vizio" tolkeniano per gli eroi archetipici, e ci offre un personaggio "grigio" e tormentato, combattuto tra il desiderio di fare la cosa giusta e il bisogno di soddisfare la sua personale sete di vendetta e redenzione. La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor non è solamente un buon gioco basato su un franchise di – straordinario – successo, ma un titolo che riesce a liberarsi dall'ombra delle sue fonti d'ispirazione per splendere di luce propria.
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