Nella mia vita il numero 3 ha sempre avuto una rilevanza particolare.
Sono nata il 13/03 alle 3.00 di notte (sì ho dato fastidio sin dall'inizio). Il letto in cui era mia madre era il numero 13 al terzo piano.
E questo solo per darvi una piccola idea.
Sapere poi che, in Giappone, c'è una ricorrenza specifica che cade il 3 di Marzo… bé direi che mi ha interessata!
Non che normalmente ciò che è legato al Giappone mi lasci indifferente, chiariamoci.
雛祭り (Hina-matsuri) la festa delle bambole, anche conosciuta come la festa delle bambine.
Nei tempi antichi si mettevano delle bambole su barche lasciate scivolare via lungo i fiumi, credendo che potessero portar via con loro gli spiriti maligni e le malattie.
Nei tempi moderni si sistema un telo rosso su delle piattaforme a più piani e su di esse si espongono splendide bambole ornamentali che raffigurano imperatore ed imperatrice, accompagnati dalla corte.
Come un tempo, si prega affinché alle bambine vengano concesse bellezza e salute, e che tutto ciò di brutto che possa esserci venga attirato dai bellissimi fantocci.
Ma non era propriamente questo su cui mi volevo soffermare, bensì sul fatto che un esempio di magia omeopatica, di cui parlava il buon Frazer nel suo “Il ramo d'oro”, si sia poi piano piano trasformato nella celebrazione della femminilità. Incastrandosi con la festa delle pesche, i cui alberi, secondo il calendario lunare, dovrebbero fiorire proprio in questo periodo, non poteva che diventare un inno alla bellezza.
Una distorta purificazione rituale, cacciando gli spiriti malvagi e le malattie, allontaniamo anche la disarmonia.
Quanto si cerca di tenere lontano questo termine dal vocabolario giapponese!
La cosa che al contempo mi affascina e mi inquieta è che le ragazze assomigliano seriamente a delle bambole, e non solo loro, ma anche le bimbe e le donne.
Poi, certo, sappiamo tutti che da una certa età gli esponenti femminili della popolazione giapponese improvvisamente invecchiano, tutto di colpo, rimpicciolendosi e trasformandosi nelle gioiose nonnine che vediamo spesso negli anime.
Ogni tanto, quando sono in Giappone, mi piace sedermi su una panchina, oppure in un bar accanto alla vetrata che dà sulla strada, per guardare la gente che passa.
La bellezza e la perfezione delle fanciulle mi abbaglia. Non un capello fuori posto, non un'imperfezione sulla pelle bianca.
Gli abiti sono sempre ordinati, puliti e cadono esattamente nella maniera giusta per valorizzare i fisici snelli, regalando anche una certa dolcezza alle forme e ai movimenti.
Il trucco è sempre presente, studiato, curato, mai troppo evidente ma esattamente come dev'essere per poter donare luminosità e grazia.
Sorvolo sulle scarpe perché lì mi crolla il mito.
Anche sotto il sole bollente dell'estate non lasciano scivolare nemmeno la più piccola goccia di sudore sulla pelle esposta, con i loro abiti dai colori pastello senza una macchia, e il mini asciugamano decorato sempre a portata.
I sorrisi, i gesti, perfino gli starnuti sono moderati, nulla deve turbare l'armonia e guastare la dolcezza della figura.
Merito delle bambole esposte il 3 di Marzo?
Anche, ma soprattutto dell'estrema dedizione e della cura per i particolari… Da cui io dovrei imparare molto.
Per qualsiasi curiosità e domanda non dovete far altro che mandarmi una mail al mio indirizzo: onigiricalibro38@orgoglionerd.it oppure scrivetemi un pm sulla mia pagina facebook Onigiri Calibro 38
See you space cowboy!