Sono tante le opere artistiche che il mondo ci invidia, dal David di Michelangelo a Ladri di biciclette di De Sica. Abbiamo avuto alcuni fra i più grandi pittori, musicisti, registi, scrittori, fumettisti (e potremmo continuare l’elenco all’infinito). Ma siamo certi che non sia controverso dire che di tutte queste opere e di questi artisti, La Divina Commedia di Dante svetta per grandiosità, fama e bellezza. Tanto che non si possono contare nemmeno gli adattamenti dei tre cantici (soprattutto dell’Inferno). Noi ci abbiamo provato lo stesso e qui vi riportiamo quelli più interessanti: modi nuovi per riscoprire la più poetica delle storie.
Tutte le versioni della Divina Commedia
Nel mezzo del cammino della vostra vita può esservi capitato di imbattervi in tantissime opere ispirate alla Commedia dantesca. Personaggi di un libro che hanno sposato il fratello sbagliato come Francesca nel Canto Quinto, trame che vi portano all’Inferno e isole dove i naufraghi potrebbero essere in Purgatorio (anche per Dante Lost sarebbe troppo complesso). Qui però cerchiamo un livello di trasposizione più completo. Non necessariamente fedele: siamo convinti che si possano adattare storie di ogni genere senza rovinare l’originale. Però cerchiamo delle versioni moderne e diverse, trasposizioni che provano l’impossibile compito di tradurre le terzine dantesche in un altro linguaggio. Ma ci concederemo di barare se ne vale la pena, abbiamo un sistema per finire in Purgatorio e scalarne la vetta in poco tempo.
Parole immortali. Ma quali scegliere?
Mettiamo subito le mani avanti: non c’è modo migliore per godersi la divina commedia che leggersi gli endecasillabi danteschi. Quindi armatevi di passione letteraria e mettetevi a rileggere la Commedia, anche se non lo fate dal liceo (specie se all’epoca non l’avete letta). Noi l’abbiamo studiata con il commento di Sermonti e letta dopo la maturità con quello di Villaroel. Ve li consigliamo entrambi ma ci sono tantissime versioni di altri dantisti che vale la pena leggere.
Se volete una versione illustrata, il grande classico sono le illustrazioni di Sandro Botticelli. Anche le versioni in bianco e nero di Dorè sono molto apprezzate (e come vedremo, anni ispirato anche altri artisti). Se volete trasformare la discesa all’Inferno in un viaggio quasi psichedelico le illustrazioni di Dalì sono uniche.
Chi invece vuole un approccio diverso può puntare sulla versione in prosa di Bianchi: la trama della Divina Commedia, i personaggi unici ed emblematici meritano da soli una lettura. Certo, la musicalità piena di sentimento delle terzine non ha paragoni. Ma se volete un approccio più diretto leggetela pure in prosa, basta che non lo diciate a Benigni.
La Divina Commedia a fumetti (e manga)
Per quanto ne sappiamo, nessuno si è mai preso la briga di trasportare tutti e cento i canti della Divina Commedia in fumetto (a meno di qualche edizione particolarmente letteraria di Detective Comics di cui non siamo a conoscenza). Ma ci sono almeno un paio di autori che hanno compiuto una trasposizione dei versi danteschi in albi a fumetti. Un mix fra la parodia e l’omaggio, con tanto amore ma senza quella reverenza scolastica nei confronti del Poeta.
La Divina Commedia a fumetti di Marcello è un’opera di un senese, quindi potete star certi che sa come prendere in giro un fiorentino come Dante. E lo fa con ironia ma con molta attinenza al testo originale. Tutti i personaggi principali ci sono ma si divertono molto di più. Come Omero che gioca a mosca cieca nel Limbo o le anime del Purgatorio che si giocano il Regno dei Cieli a tombola. Inoltre l’autore ricostruisce in appendice la storia del Poeta più celebre di tutti i tempi, prendendolo in giro per la sua tendenza a scappare sempre dai tanti problemi politici.
- Marcello Toninelli (Autore)
L’opera dantesca segna la nascita della gloriosa cultura italiana, siamo fortunati a poterla leggere nella nostra lingua madre. Ma appartiene al mondo e quindi tutto il mondo ha il diritto di parafrasarla e raccontarla in chiave moderna. In Giappone e Korea capita spesso che i classici occidentali diventino manga, per il viaggio di Dante e Virgilio capita più volte. Ma nessuno ha il successo di La Divina Commedia di Go Nagai, il creatore di Mazinga Z. La sua opera porta una visione mostruosa dell’Inferno, spogliando la storia delle allegorie ma scavando nei risvolti morali, con un Dante personaggio molto più scettico di quello scritto da Dante autore. L’ispirazione gli arriva da una versione illustrata con le opere di Gustave Dorè, che diventano ancora più spaventose nella matita del mangaka.
- Editore: Edizioni BD
- Autore: Go Nagai , Aurora Casaro , Matteo De Marzo , Giovanni Lapis
- Collana: J-POP
- Formato: Libro rilegato
- Anno: 2019
Infine, vi proponiamo un mix fra il fumetto e la versione integrale, una versione integrale ma con l’azione e l’espressività dei fumetti. Ma c’è un inghippo: è disegnata male, per ammissione del suo stesso autore. Infatti Davide La Rosa ha illustrato La Divina Commedia disegnata male. Perché, per citare l’autore, facile illustrare quando si è capace di disegnare. Il prodotto è divertente, fedele all’originale e capace di rinverdire le terzine dantesche con un pizzico di ironia. Potete comprarla qui e noi ve la consigliamo. Anche perché, sempre citando la pagina Indiegogo del progetto, è inutile dare i soldi a Doré che non può goderseli.
Topolino si cinge di alloro
Forse siamo di parte per averne letta una ristampa ancor prima di posare gli occhi sulle terzine dantesche, ma la miglior versione fumetti della Divina Commedia è L’Inferno di Topolino. Sebbene sia stata ristampata tante volte che molte generazioni possano reputarla parte della propria infanzia, la prima copia fu pubblicata da Mondadori dai numeri 7 al 12 di Topolino, a cavallo fra il 1949 e il 1950. Scritta da Guido Martina e disegnata da Angelo Bioletto, ha tutta la comicità classica Disney che fa sorridere a tutte le età.
Topolino veste l’alloro ed è accompagnato da Pippo. Che si presenta dicendo “Io son nomato Pippo e son poeta / Or per l’inferno ce ne andremo a spasso / Verso oscura e dolorosa meta“. Esatto, forse è la versione più vicina all’originale che possiate trovare. Trovate tutti i personaggi principali della Commedia, oppure la controparte di Topolinia e Paperopoli. E c’è anche una sorpresa finale davvero divertente che non vogliamo spoilerare ma è così intelligente e meta-narrativa che sembra essere stata scritta da Italo Calvino (e almeno quindici anni dopo).
Alcune delle ristampe, come quella che vi suggeriamo qui sotto, contengono anche L’Inferno di Paperino e Storia di un Ghibellin fuggiasco, a dimostrare tutto l’amore che Topolino italiano ha sempre avuto per il grande Poeta.
L’Inferno diventa un gioco: i libri game della Divina Commedia
Se i fumetti danno vita alle parole (un po’ storpiate) del Sommo Vate, il livello successivo di immedesimazione è vestire i panni di Dante e Virgilio. E se volete evitare di irritarvi il cuoio capelluto con le foglie di alloro, un libro game può fare al caso vostro. Come L’inferno spiegato male di Francesco Muzzopappa. Un’opera dal titolo ingannevole: anche in questo caso si sente l’amore sotto la presa in giro.
Potete girare per le Bolge risolvendo enigmi, giocare con Paolo e Francesca (state attenti a quel Conte Ugolino) e ridere dei disegni di Daw. Un libro scritto per bambini e ragazzi che vogliono conoscere il mondo infernale descritto da Dante più di 700 anni fa. Ma che gli adulti leggeranno con piacere, giocando e ricordandosi dei personaggi di cui non sentono parlare più dalle superiori. E magari poi nasce la voglia di rispolverare qualche endecasillabo rimato.
- Muzzopappa, Francesco (Autore)
Bonus 1: Dante al cinema (e Virgilio a prendere i pop corn)
La prima cosa che i registi di inizio Novecento hanno fatto non appena si sono accorti di poter registrare qualcosa di più di treni in arrivo, è stato adattare la grande letteratura. Da Otello a Orgoglio e Pregiudizio, i classici sono finiti su pellicola. La Divina Commedia non fa eccezione. Anche se vista l’immensità dell’opera, una trasposizione integrale avrebbe richiesto un milione di bobine.
Per questo motivo all’inizio i registi danteschi si limitarono a raccontare le storie che Dante descrive con un paio di terzine in cortometraggi muti. Il primo in assoluto è Francesca da Rimini, diretto da William V. Ranous nel 1907. Dobbiamo invece aspettare il 1911 per vedere il primo Cantico intero: Inferno di Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro e Adolfo Padovan.
Negli le ispirazioni e gli omaggi si sono ripetuti, anche se nessun film può sperare di coprire tanta trama e tanti personaggi: durerebbe anche più della Snyder Cut. Ma ci sono alcune perle che vale la pena controllare, come Totò all’Inferno. Più recentemente, Inferno trasporta il thriller di Dan Brown su pellicola, usando indizi sulla vita e le opere di Dante per muovere la trama. Una sfida per i dantisti e un film con troppa azione per farvi guardare l’orologio. C’è anche il mondo dell’animazione, con Dante’s Inferno: Un poeta animato, anche se si ispira più al videogioco che all’opera trecentesca. A proposito di videogame…
Bonus 2: videogame e realtà virtuale
Il gioco dedicato al poema per eccellenza è Dante’s Inferno, uscito per PC, PS3 e Xbox 360 nel 2010. Dire che sia “liberamente ispirato” alla prima cantica dell’opera del Poeta è dir poco. Ma come capita spesso nei videogame basati sulla storia e sulle opere letterarie (vengono in mente i vari Assassin’s Creed), ci sono un sacco di dettagli per gli appassionati della Commedia. Certo, il combattimento con Minosse non ricorda proprio la staffilata verbale di Virgilio nel canto quinto. Ma il Giudice dei Dannati è esattamente dove dovrebbe essere. C’è anche Semiramide fra i lussuriosi (anche se la lotta con sexy-Cleopatra sembra un po’ troppo un cliché). Se cercate la versione più esagerata e fuori luogo della Divina Commedia, l’avete trovata. Ed è davvero divertente.
Ma per un livello successivo di immersione, dovete provare l’esperienza in realtà virtuale di Dante VR, creata da ETT Solutions per il 700 anniversario della morte del Poeta. Il cortometraggio vale la pena anche solo per la lettura delle terzine di Francesco Pannofino (ma non pensata a Boris per non rovinare la sorpresa).
Bonus 3: le carte di Magic. Anzi, una sola carta di Magic
Esatto. Si chiama Scrigno del mondo sotteraneo. Ha anche una bella meccanica, sebbene costa tre paludi. Sono Dante e Virgilio, davvero. Non sappiamo cos’altro scrivere, è una carta di Magic ispirata a Dante.
La magia delle parole di Dante non solo sopravvive dopo 700 anni dalla sua morte, ma continua a ispirare altri artisti, creando tipologie di opere che nemmeno esistevano all’epoca. Una testimonianza di quanto il viaggio dall’Inferno al Paradiso sia al tempo stesso immaginifico e intimo, riuscendo a parlare a noi personalmente anche attraverso il tempo. E su come la fantasia e l’arte possano sempre ispirare nuove forme di espressione. O forse è solo che ci piace l’idea del cane con tre teste e del fuoco ovunque.
Voi siete originalisti o amate anche le altre versioni della Divina Commedia? Avete già ordinato L’Inferno di Topolino per rileggerlo? Fatecelo sapere su Facebook.
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