Oggi su Netflix debutta La Casa di Carta: Corea, remake sudcoreano della serie drammatica spagnola di grande successo La Casa de Papel. Noi di orgoglionerd abbiamo visto la serie TV in anteprima e siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo con questa recensione.
La recensione de La Casa di Carta: Corea
I personaggi, l’ambientazione e le linee generali della storia rimangono invariati in questo remake, ma lo sfondo su cui si svolge l’azione riceve un tocco unico. In un futuro prossimo, la Corea del Nord e la Corea del Sud si sono unificate e il cuore di questa entità geopolitica è l’Area Economica Congiunta su quello che era, una volta, il loro confine.
Al centro di questa Area Economica Congiunta si trova la zecca che produce la moneta della Corea unificata. Questo è l’obiettivo della mente criminale che si fa chiamare il Professore e della sua banda di criminali che, in un certo senso, già conosciamo.
Il remake coreano del successo spagnolo si apre con la più grande icona del Paese asiatico, ovvero i BTS. La canzone DNA ci accoglie in questa scena di apertura, con il personaggio di Tokyo che balla sui gradini dell’Università Kim Il-sung in Corea del Nord. Dopo essersi arruolata nell’esercito del suo Paese e aver preso parte alla guerra, iniziano le trattative.
In men che non si dica, le due Coree si uniscono e diventano un tutt’uno.
In seguito all’unificazione vediamo una giovane Tokyo trasferirsi in Corea del Sud, speranzosa di vivere la vita dei suoi sogni. La realtà però è diversa e la giovane ragazza finisce per diventare una criminale ribelle. In quello che potrebbe essere considerato il momento più oscuro della sua vita, Tokyo viene salvata dal Professore che le offre un nuovo scopo della vita.
Il Professore ha infatti deciso di reclutarla per il suo grande progetto.
Tokyo è interpretata da Jeon Jong-seo, la giovane star che ha debuttato nel pluripremiato film Burning e in The Call, pellicola originale disponibile su Netflix.
Nel corso di questa prima parte scopriamo in che modo il Professore ha reclutato gli altri membri della sua squadra, che comprendono il pericoloso sopravvissuto al campo di prigionia nordcoreano Berlin (Park Hae-soo di Squid Game); il genio della sicurezza dalla lingua d’argento Nairobi (Jang Yoon-ju); l’impertinente hacker Rio (Lee Hyun-woo); la coppia padre-figlio composta da Moscow (Lee Won-jong) e da suo figlio Denver (Kim Ji-hoon), e il duo composto da Oslo (Lee Kyu-ho) ed Helsinki (interpretato da un altro Kim Ji-hoon).
Ogni episodio inizia con un breve flashback che ci mostra in che modo tutti questi personaggi sono finiti sotto l’ala protettiva del Professore. Tuttavia, come ben sappiamo, il nucleo principale dell’intera serie è la famosa rapina all’Area Economica Congiunta, che già si fa sentire nel primo episodio. Il piano della banda è di rubare 4.000 miliardi di won dalla zecca. Contro di loro troviamo squadra investigativa guidata dall’ex negoziatrice della Corea del Sud, Sun Woojin (Kim Yunjin di Lost).
Una prospettiva diversa
È tutta questione di prospettive.
Non siamo qui per fare paragoni con l’originale perché sappiamo tutti che questi due prodotti non saranno mai uguali. Questo remake non vuole surclassare l’originale e metterlo in un angolo. Anzi, La Casa di Carta: Corea è in realtà una dolce lettera d’amore al successo spagnolo, con l’opera originale che fornisce il quadro principale e le fondamenta della trama.
La differenza però si nasconde nei dettagli e sono proprio quelle particolarità a rendere questo remake un’opera a sé stante. Questo aspetto lo si nota principalmente nella reinterpretazione degli iconici personaggi, che sembrano cugini delle loro controparti originali ma con un tocco coreano. Questo tocco non riguarda solo l’aspetto o il Paese in cui si svolge la vicenda ma anche, e in particolare, l’accento.
Da una parte abbiamo l’affascinante “satoori” (un dialetto regionale) di Denver e suo padre Moscow che rende l’atmosfera estremamente famigliare e dolce, mettendo ancora più in risalto l’affettuoso e comico rapporto tra i due.
Dall’altra, invece, abbiamo il pesante accento nordcoreano che aggiunge un’ulteriore sensazione di potere e determinazione a Berlin, il leader della squadra. La sua presenza è oscura, inquietante, è quasi simile ad un’ombra, e terrà la maggior parte degli spettatori con il fiato sospeso. Ci teniamo a dire che il suo è uno dei personaggi più interessanti e sotto certi aspetti si nota incredibilmente l’influenza del vero Berlin, interpretato da Pedro Alonso nell’opera originale.
Il significato delle nuove maschere
Un altro aspetto che rende questo remake unico sono proprio le famose tute rosse e la maschera. Ovviamente, trattandosi di un remake coreano, non si poteva utilizzare una maschera ispirata a Dalì, non avrebbe avuto senso e sarebbe anche stato irrispettoso. La particolare maschera utilizzata in La Casa di Carta: Corea si chiama Hahoetal. Si tratta di una maschera tradizionale coreana utilizzata nella famosa cerimonia Hahoe Pyolshin-gut t’al nori, risalente al XII secolo.
Queste maschere sono originarie del villaggio Hahoe e Byeongsan e vengono utilizzate durante le danze rituali previste dalla cerimonia.
Ciascuna maschera rappresenta un personaggio in particolare (ad esempio la donna anziana o la giovane sposa); quella utilizzata nella serie TV sudcoreana è la maschera Yangban, ovvero il personaggio più forte e potente di tutti.
La Casa di Carta: Corea – azione, dramma e tensione
La serie TV si presenta come un prodotto dinamico e pieno di azione, caratterizzato da un ritmo incalzante che non annoierà minimamente gli spettatori; si passa infatti da drammatiche situazioni di stallo a sparatorie esplosive, fino ad arrivare a momenti più delicati e pesanti, difficili da digerire.
Tuttavia, al centro de La Casa di Carta: Corea troviamo una storia molto coreana che lega il tutto. Abbiamo già accennato che la rapina si svolge nella zecca situata in un’area tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Quest’area assomiglia alla reale Area di Sicurezza Congiunta della penisola coreana, una parte della Zona Demilitarizzata nota anche come Villaggio della Tregua. Si tratta dell’unico punto di incontro delle milizie di Corea del Nord e Corea del Sud; è l’unico luogo in cui si svolgono i negoziati diplomatici tra le due Coree.
La complicata relazione e la tensione di fondo tra i due Paesi è un tema ricorrente che rispecchia la complessa realtà passata e presente della penisola coreana. Se prestate particolare attenzione noterete che questa relazione e tensione è presente in tutta la serie. In particolare si manifesta durante alcuni intensi scambi tra i leader nord e sudcoreani della task force di polizia e gli ostaggi.
Le tensioni, però, sono vive e presenti anche tra i membri della squadra, che si interrogano tra di loro e su se stessi, mettendo alcuni compagni di fronte a dilemmi e situazioni impreviste.
Gli attori rendono completa giustizia alle loro controparti spagnole e, allo stesso tempo, donano personalità e stile ai loro personaggi, rendendoli unici. Abbiamo apprezzato ogni singolo attore nel suo epico ruolo ma dobbiamo necessariamente fare un appunto.
Per quanto i personaggi maschili possano essere virili, comici e forti, il nostro cuore e la scena sono stati rapiti dagli agguerriti personaggi femminili. Sono proprio loro a dominare la scena, dalla determinata ma vulnerabile Sun (un piccolo Easter Egg per tutti i fan di Lost), alla leale Tokyo che difende fieramente il piano del Professore, per poi arrivare alla sensuale e tagliente Nairobi.
In conclusione
Il finale di questa prima parte ci fa intuire che, con molta probabilità, ne riceveremo una seconda in un futuro non troppo lontano – e, sinceramente, non vediamo l’ora di saperne di più. Per noi La Casa di Carta: Corea è un prodotto eccezionale, interessante e degno del suo predecessore.
Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: è una meravigliosa e delicata lettera d’amore alla sua controparte originale. Ci offre una storia che abbiamo già visto e amato, cambiando i giusti elementi per renderla nuova, originale e pazzesca. Il nuovo prodotto originale di Netflix vanta un ritmo incalzante, scene di tensione ed azione, personaggi pieni di personalità e una storia tutta da (ri)scoprire.
Se credevate di conoscere ogni singolo segreto de La Casa de Papel, vi sbagliavate di grosso. Vi ricordiamo che La Casa di Carta: Corea è ora disponibile su Netflix.
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