Già con "Festival della scienza" hanno stimolato la nostra curiosità ma chiamando suddetto festival "L'ignoto" hanno ottenuto la nostra attenzione.
Perché diciamocelo, nulla ci attrae (e spaventa) di più delle cose che non conosciamo, la nostra natura umana ci spinge verso la curiosità, la conoscenza! Vogliamo saltare nel buio e se poi ci ritroviamo il male assoluto, tanto peggio.
Con questa primordiale curiosità siamo andati al festival delle scienze il 24 e il 25 Gennaio e, fortunatamente, siamo stati pienamente soddisfati.
Il primo incontro al quale abbiamo assistito è stato quello del cosmologo e professore di Cambridge John Barrow che in perfetto tema del festival ha parlato dell'Universo.
È normale rispondere "non lo so" a domande come "Cosa c'è dentro un buco nero?" oppure "Quanto è grande l'universo?" ma quando a dare questa risposta è un cosmologo del calibro di Barrow, il tutto non può che sorprenderci.
Il limite dello studio dell'universo è l'impossibilità della sperimentazione, pratica base del processo scientifico, si possono soltanto prevedere o ipotizzare delle teorie in base a ciò che si osserva. Anche in questo caso il processo è "alterato" poiché ciò che stiamo osservando, con gli occhi rivolti al cielo o con un sofisticatissimo telescopio, è il passato di quello che realmente è! tutta colpa dei migliaia di anni luce che ci separano da ciò che stiamo osservando. Ad aggiungersi al nostro inventario di difficoltà, è il limite di ciò che possiamo osservare; si pensa, infatti, che gli strumenti che svolazzano nello spazio hanno scoperto circa il 4% dell'universo, ovviamente anche questa è una teoria e probabilmente stiamo sbagliando anche qui e tutto questo senza considerare la teoria di un multiverso!
Ad aggiungere scompiglio nelle nostre menti è arrivato lui! l'emblema della "non conoscenza", il mistero fatto a "corpo" celeste, tanto affascinante quanto ignoto: il buco nero!
Non sappiamo praticamente nulla di questi strani fenomeni cosmici. Numerosi studiosi, fra tutti Stephen Hawking, si sono immersi nel loro studio. Il buco nero è una distorsione dello spazio tempo che avviene attorno ad un corpo densissimo con un'attrazione gravitazionale talmente potente che la sua velocità di fuga risulta più veloce della velocità della luce!
Il professor Barrow ha spiegato che per creare un buco nero sarebbe necessario comprimere la massa del pianeta terra all'interno di un tappo di bottiglia! E l'energia che possono produrre, pari a 15 volte l'energia sprigionata dalla fusione nucleare, (Trilioni di trilioni di trilioni di Watt, che non scriviamo a numero per ottime ragioni) è in grado di dare forma alle galassie nonostante queste siano infinitamente più grandi. Ma il motivo per il quale succeda tutto questo, non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai e forse è meglio non saperlo!
L'astrofisico Caleb Schwarf ci ha infatti avvertiti sul pericolo che la conoscenza assoluta può portare, perché la conoscenza assoluta non esiste, l'informazione scientifica è per natura imperfetta e se chiunque iniziasse a pensare di avere la certezza assoluta le conseguenze potrebbero essere disastrose. Auschwitz è uno dei possibili e terribili risultati che si raggiungono quando le persone pensano di avere la conoscenza assoluta.
Parole forti ma d'effetto che ci hanno fatto pensare. Di come la scienza non possa essere separata dal valore umano perché essa stessa è un valore umano e di come "l'importanza del non sapere" sia fondamentale per il processo scientifico o teorico. Il tema dell'ignoto ha portato circa 20.000 visitatori all'Auditorium parco della musica romano e l'anno prossimo ritornerà dal 21 al 24 Gennaio con il tema "Il cambiamento" e siamo curiosi di "non conoscere" questo tema!