Le elezioni sono ormai passate, e nonostante la questione del trovare un nuovo governo per il nostro paese sia tutt’altro che conclusa, anzi, possiamo dire di aver sbollito quello spezzatino di sentimenti nei quali abbiamo nuotato per settimane. O di averlo sbollito abbastanza per poter tornare indietro e parlare per bene di una cosa, piuttosto marginale nel contesto degli eventi, che è successa nei giorni precedenti le elezioni.
Ci siamo un po’ tutti trovati in bacheca il video che vedete qui accanto, accompagnato da commenti che esprimevano emozioni piuttosto variegate, di cui parleremo fra un attimo. Un turbinio di emozioni che è durato davvero poco, in quei giorni c’era ben altro a cui pensare, ma che a guardarlo bene a mente fredda, ci può dare alcuni spunti di riflessione.
Il simpatico signore che vedete dietro alla scrivania si chiama John Oliver, ed è un comico e opinionista inglese, che conduce negli USA il Last Week Tonight with John Oliver, uno show trasmesso su HBO, uno dei più importanti canali televisivi americani, per intenderci lo stesso di Game of Thrones. È un format abbastanza diffuso negli Stati Uniti quello del one man show di politica ed attualità in chiave comica, e in particolare John Oliver nel suo programma fa esattamente ciò che il titolo suggerisce: commentare gli eventi della settimana appena passata, ironizzando su quanto avvenuto, e spesso incentrandosi su un particolare tema caldo. Alcuni spezzoni dello show vengono poi caricati sul suo canale Youtube, e resi in questo modo disponibili anche a chi non guarda HBO. Ed è così, tramite il nostro amico internet, che è giunto fino al suolo italico lo spezzone dedicato alle, allora imminenti, elezioni italiane.
Il video dura una ventina di minuti, se avete modo di guardarlo è assolutamente consigliato che lo facciate.
Nel video, il comico annuncia che a breve si terranno le elezioni nel nostro paese, e ne sottolinea la rilevanza, ricordando che l’Italia è uno dei maggiori paesi dell’Europa e l’ottava economia mondiale per PIL nominale. Già questo fa un effetto strano su molti di noi, abituati a pensare al proprio paese soltanto come l’ultima ruota del carro, soprattutto detto da qualcuno oltreoceano. Procede quindi a descrivere i possibili candidati premier, ironizzando su ognuno di loro e dipingendoli come assolutamente inadeguati al compito, ognuno per i propri motivi. Lo fa raccontando di loro al suo pubblico, ovviamente ignaro di tutte le vicende e le cose che per noi sono quasi cultura generale, completando con video delle loro dichiarazioni, e spezzoni tratti dalla stampa nazionale, ovviamente condendo il tutto con abbondante comicità e ironia. Apre poi una breve parentesi per fare il parallelismo Trump-Salvini, e inserire un momento di critica contro il presidente degli USA, del quale è strenuo oppositore. Infine, chiude il pezzo ironizzando sulla possibilità di candidarsi lui stesso alla presidenza del consiglio, e mostra il suo vulcano telecomandato, proprio come quello che si dice Silvio Berlusconi possieda.
Insomma, prende in giro i nostri politici. E non è tanto questo ad aver scatenato frizzanti dibattiti, perché comunque lo fa con una certa par condicio, prendendosela con un po’ tutti i principali candidati in modo non dissimile a quanto fatto dai nostri stessi comici. Il problema è che prende in giro…noi. Ciò che ha infastidito tanti, ed è un sentimento con cui istintivamente non è difficile empatizzare, è il fatto che una persona che non vive in Italia, non conosce l’italia particolarmente bene, e probabilmente sa anche abbastanza poco del nostro sistema politico, si sia permessa di criticare i nostri candidati, i nostri partiti, le idee politiche che in qualche modo ci rispecchiano. Molti hanno addirittura trovato ipocrita il suo intervento, criticando a loro volta il sistema politico americano, e in particolare l’attuale presidente Donald Trump.
Di nuovo, il sentimento è non solo perfettamente comprensibile, ma è probabilmente in parte insito in tutti noi, una sorta di “i panni sporchi si lavano in famiglia” in larga scala.
È un sentimento da cui, tuttavia, dovremmo cercare di dissociarci. Sentire gli affari nostri trattati da un esterno non può che farci tanto tanto bene, perché ci aiuta a ridimensionare le nostre idee, a disabituarci alle problematiche che abbiamo ormai normalizzato, quelle di cui diciamo “pazienza, non ci si può fare niente”. Percepire le nostre assurdità nello stupore di qualcuno che le sente per la prima volta è rinfrescante, deve esserlo. Nessuno nega che John Oliver sia stato a tratti approssimativo, o che non abbia una visione di insieme di tante problematiche del nostro paese, ma il punto è proprio che l’intervento non era rivolto a noi, ma agli americani.
Gli USA hanno le loro difficoltà politiche e sociali, anche peggiori delle nostre? Forse sì, ma questo non significa che non possano “dire la loro”, o ironizzare su di noi, anzi, dovrebbe ricordarci che non siamo poi così diversi e originali. Spesso abbiamo la testa così sotto la sabbia dei nostri problemi che conosciamo soltanto la retorica del “l’Italia fa schifo, è uno scherzo della natura, siamo gli zimbelli del mondo” o al contrario quella del “l’Italia è il miglior paese del globo, i nostri problemi sono colpa degli altri paesi europei e non, che ci sfruttano e abusano di noi”. Dovremmo invece accorgerci più spesso che i nostri problemi sono problemi anche di altri, che si manifestano in modo diverso in culture diverse, ma non li abbiamo inventati noi, e non li risolveremo chiudendoci in una campana di vetro, autoconvincendoci di essere soli al mondo, nel bene e nel male.
Quindi, cosa dovremmo portare a casa di questo video? Due cose: la sua esistenza, e le risate. Il fatto che questo video esista, e abbia fatto parlare di sé, comunica che le elezioni politiche italiane sono un evento importante, per la politica mondiale, non solo nel nostro orticello. Raramente abbiamo la consapevolezza di ciò, e del fatto che è un onore ma anche un grosso onere.
Infine le risate: il pubblico di John Oliver capisce, empatizza. Le risate e i cori di stupore ci comunicano che la nostra storia e i nostri problemi hanno un eco dall’altra parte dell’oceano, sono storie e problemi molto meno personali e originali di quanto pensiamo. E questa consapevolezza dovrebbe unirci, non dividerci.
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Oddio! :’D
Sarò pure giovane ma mio padre ha una fissa per Scooby, è un suo grandissimo fan, forse andremo a vedercelo, anche se è da un po’ che ha perso questa passione… D:
Tra l’altro Oliver è inglese. Un inglese con un top show negli USA che utilizza sistematicamente non solo per criticare le vicende politiche di parrucchino ma anche per vere e proprie inchieste giornalistiche (di quelle che da noi poco si fanno).