Cominciamo questa collaborazione con gli amici di Serial Minds nel migliore dei modi, non potevamo che parlare di Jessica Jones?
Finalmente il giorno agognato è giunto. E passato anche.
Il 20 novembre 2015 è stata rilasciata la nuova serie targata Netflix: Marvel’s Jessica Jones (o più semplicemente Jessica Jones).
L’aspettativa dietro questo serial era già alta al tempo del suo annuncio per vederla salire improvvisamente dopo l’ottimo risultato portato da Daredevil.
Sarà in grado di soddisfare la critica? Come si sono comportati gli attori? Riuscirà a ripetere il successo avuto dal suo compagno di quartiere?
A tutte queste domande risponderemo in un articolo a loro dedicate dopo che avremo avuto la possibilità di goderci tutti e tredici gli episodi.
Oggi vogliamo rispolverare le vostre conoscenze sulla protagonista (se non addirittura farvela conoscere). Come abbiamo presentato il villan principale (qui) ci sembra doveroso anche mostrare l’altra faccia della medaglia, quella dell’eroina.
Jessica Campbell Jones-Cage, o solo Jessica Jones, è un personaggio dei fumetti creato da Brian Michael Bendis e disegnato da Michael Gaydos esordendo per la prima volta nella miniserie Alias nel vicino novembre 2001.
Rappresenta un ottimo esempio di ret-con (continuità retroattiva) dove Bendis è stato in grado di presentarla come una vecchia conoscenza, “una persona che c’è sempre stata ma che non è stata approfondita” e legarla abilmente ad altri personaggi portanti Marvel.
Piccoli e grandi eventi sono stati manipolati per farla entrare nell’universo fumettistico e concedergli quel gusto di familiarità che accostiamo agl’eroi storici. E cosi sappiamo che è stata a scuola con Peter Parker (anche respinta sentimentalmente da quest’ultimo), si struggeva dal piacere per la Torcia Umana, il padre lavorava per Tony Stark e i suoi poteri si devono alle radiazioni cosmiche di Galactus.
Poteri che non sono per nulla inferiori a quelli dei colleghi Vendicatori.
Oltre ad un cervello fine e una mente analitica che la rendono un’eccezionale investigatrice, le radiazioni le hanno concesso una forza sovraumana tale da poter sollevare auto senza il minimo sforzo e una resistenza fisica ben oltre quella comune. Come se non bastasse a conferirle l’aggettivo super ci si mette anche la possibilità di poter volare ma per sua ammissione “non sa farlo molto bene”.
Vive i primi anni di serializzazione da spensierata supereroina nel quale viene conosciuta con differenti identità: Jewel, Knightress e Power Woman.
In seguito al traumatico incidente provocatole dall’Uomo Porpora (sempre qui), al quale gli Avengers hanno posto rimedio in modo a dir poco brusco, cade in coma. Ripresasi viene dotata di uno scudo psichico per futuri controlli mentali ma soffrirà di un disturbo post-traumatico da stress (PSTD) che la obbligherà ad appendere il “mantello al chiodo”. Cosi abbandonando la sua vecchia vita decide di intraprendere l’attività di investigatrice privata aprendo la Alias Investigations.
Il passato di Jessica non si può certo definire clemente. Non le ha risparmiato niente: lasciata orfana, fatta prigioniera, mandata in coma e poi di nuovo prigioniera ma stavolta delle proprie paure.
Scoraggiante per chiunque ma se cosi fosse stato per lei non saremmo qui a parlarne.
Infatti la ragazza è del Queens. Si è fatta le ossa lungo le strade e nei bar. Possiede uno stampo diverso e nuovo rispetto alle pietre miliari del Novecento. Affronta i problemi con la grinta e la sfrontatezza che contraddistinguono le nuove generazioni e condisce il tutto con genuina violenza e parolacce.
È un’eroina del ventunesimo secolo.
La serie inizierà esattamente dall’apertura della sua agenzia e vedrà il ritorno dell’odiato nemico per un pericoloso e più acceso conflitto dove i demoni non verranno soltanto dall’esterno. Un gioco portante a due che ricorda quello tra Wilson Fisk e Matt Murdock.
Tranquilli, però, non sarà solo cazzotti e bevute. La serie toccherà argomenti delicati togliendo la spensieratezza del genere supereroistico come Netflix sa fare molto bene. La stessa Krysten Ritter parlando del serial afferma: "C'è più introspezione che azione, sullo sfondo di una New York molto dark. Per questo la amo. Non avrei accettato un remake di Wonder Woman".
Le premesse a quanto pare sono delle migliori. Un passato violento che non è stato ancora superato, un’attaccabrighe dai superpoteri che si ubriaca, si incazza e poi ti stende; il tutto condito da un’atmosfera noir che con la giusta musica crea il connubio tra giusto e sbagliato, facendoti tifare per il secondo.
Perciò cosa state aspettando? L’investigatrice privata più anticonvenzionale della Marvel vi sta aspettando con i suoi tredici episodi.