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Il James Webb Space Telescope è stato colpito da un asteroide

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Il nuovo telescopio spaziale della NASA è arrivato nello spazio pochi mesi fa, dopo molti anni di ritardo, ma è già andato incontro ad una nuova disavventura. L’agenzia spaziale ha infatti divulgato che il James Webb è stato colpito da un asteroide di dimensioni degne di nota. Ecco quello che sappiamo sullo stato del telescopio e sulle conseguenze della missione.

L’asteroide che ha colpito il James Webb

L’asteroide che ha colpito il telescopio verso la fine di Maggio non è il primo ha beccare il costoso strumento della NASA. L’agenzia ha infatti anticipato, e in quattro occasioni osservato, eventi di questo tipo, prevedendo micro-asteroidi di dimensioni molto ridotte (più piccoli di un granello di sabbia) e sostanzialmente innocui per lo strumento. Il telescopio è stato anzi creato per resistere a impatti di questo tipo, che sono inevitabili in un ambiente come lo spazio profondo.

Non che l’asteroide protagonista dell’evento di maggio sia particolarmente grosso: parliamo di un corpo molto probabilmente comunque sotto al decimo di millimetro. Le dimensioni più grandi del previsto e l’estrema velocità relativa a cui si muovono questi corpi ha però portato ad un evento non trascurabile. L’asteroide ha infatti colpito uno dei 18 specchi primari del telescopio.

Ancora luce verde

Nonostante il colpo abbia creato un danno rilevabile al suddetto specchio, l’agenzia spaziale americana rimane ottimista. Sembra infatti che il team responsabile della missione sarà in grado di correggere, almeno parzialmente, le distorsioni create dall’impatto. E, secondo NASA, lo strumento “avrà comunque una performance che supererà tutti i requisiti della missione“. Non ci saranno quindi stop o ridimensionamenti degli obiettivi scientifici della missione.

Il processo di correzione comunque non sarà unico. Come per altre correzioni già operate per migliorare la prestazione degli specchi, il team responabile continuerà a fare aggiustamenti in corsa per tutto il periodo previsto dalla missione (per ora tra i 5 e i 10 anni).

A differenza di Hubble, il suo predecessore collocato nell’orbita terrestre, la posizione del James Webb nello spazio profondo non rende possibile l’intervento umano in caso di problemi. Se si rompe qualcosa, gli ingegneri devono investarsi una soluzione da remoto per risolvere o almeno tamponare il problema.

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