James Hook – Il pirata che navigò in cielo porta alla luce molti aspetti della vita di James Hook, a partire da un’infanzia difficile, condizionata da eventi nefasti. Il romanzo unisce il fantastico allo storico, ripercorrendo gli eventi che hanno visto protagonista Barbanera e la sua ciurma, fino a fornirci una finestra su quella che è stata l’infanzia di James, tra il college di Eton e le strade di Crowthorne, senza dimenticare chi gli è stato accanto per tutta la vita, da Spugna a Starkey.
James Hook, le parole dello scrittore Mario Petillo
Mario Petillo ci spiega da dove nasce questo inedito punto di vista: “Per tanti anni ci siamo identificati in Peter Pan, l’eroe positivo che non voleva mai mollare la sua giovinezza, che ambiva a restare un fanciullo per tutta la vita”. Riservando tutta l’attenzione all’eroe buono, abbiamo dimenticato di soffermarci su James Hook: “Ma non abbiamo considerato la figura di James Hook, non ci siamo mai soffermati sul domandarci quali fossero i motivi dietro il suo odio nei confronti di Peter Pan. Tutti noi abbiamo perso qualcosa, così come il giovane James, che ha dovuto rinunciare a tutto, nella sua vita”.
Il noto pirata è stato da sempre dalla ‘giusta parte’ secondo Petillo: “Lui era uno di noi. Per questo la sua figura andava riabilitata agli occhi del pubblico. Spero di avercela fatta, perché dopotutto il mio obiettivo è sempre e solo ristabilire l’ordine con l’immaginazione, infondere speranza”. Una speranza giusta nei confronti di un personaggio che merita rispetto. “La speranza che un giorno James Hook possa riavere ciò che gli è stato tolto”.
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