Domenica 21 luglio la Soyuz MS-13 si aggancia alla Stazione Spaziale Internazionale e da essa scendono tre astronauti. Si tratta dello statunitense Andrew Morgan, del russo Alexander Skvortsov e soprattutto dell’italiano Luca Parmitano. Per quest’ultimo è un gradito ritorno alla struttura orbitante intorno alla Terra, a sei anni dalla missione Volare dell’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana. Proprio Parmitano nella giornata di ieri ha fatto il suo primo collegamento dalla Stazione, ‘incontrando’ i giornalisti riuniti nel Museo Nazionale di Scienza e Tecnologia di Milano. In quella platea c’eravamo anche noi e siamo pronti a riportarvi tutto quello che Parmitano ci ha raccontato.
Un ritorno da Comandante, anche se solo fra qualche mese
Anche nel 2019 parlare con qualcuno che si trova lassù, nello spazio, non è semplicissimo. Per questo motivo, prima dell’inizio della conferenza stampa abbiamo ricevuto precise indicazioni su come rivolgere le domande a Luca Parmitano e come rapportarci al leggero ritardo tra l’invio e la ricezione delle nostre parole. Nel frattempo sullo schermo scorrevano le immagini del centro di controllo di Houston, dove si approntava tutto il necessario per il collegamento.
Dopodiché è arrivato sullo schermo Luca Parmitano e per 20 minuti si è messo a disposizione dei giornalisti. Il collegamento è stato perfetto e l’astronauta ci ha raccontato tutto sulla missione Beyond, a partire dagli aspetti più umani, che lo coinvolgono in prima persona. Ad esempio ha spiegato come questo ritorno sulla ISS sia stato molto più facile rispetto alla prima esperienza. Riadattare il proprio corpo alla condizione di microgravità presente sulla struttura ha comportato uno sforzo molto minore. Tuttavia c’è ancora un aspetto della vita sulla ISS a cui l’astronauta non riesce ad abituarsi: “Credo che la cosa più difficile alla quale riadattarsi sia il caffè a bordo” ha scherzato Parmitano.
“Io sarò al servizio dell’equipaggio per fare in modo che il lavoro svolto a bordo sia della migliore qualità possibile”
Ha spiegato inoltre quanto sia lui che i suoi compagni sentano il carico di responsabilità derivante dall’importanza del loro compito. Solo Parmitano sarà incaricato di seguire più di 50 esperimenti europei e 200 internazionali, tutti di grande rilevanza scientifica.
A questo si aggiungerà il suo impegno come Comandante della ISS, ruolo che assumerà dal prossimo autunno. “Io sarò al servizio dell’equipaggio per fare in modo che il lavoro svolto a bordo sia della migliore qualità possibile. L’unico modo per avere un lavoro di qualità è che chi lo svolge sia felice di svolgerlo, che abbia tutte le opportunità di farlo al meglio delle proprie capacità. Il mio impegno sarà incentrato sulla comunicazione a bordo ma anche verso Terra dove esiste un intero team di persone che ci da supporto“.
Parlando nuovamente del fatto che per lui sia un ritorno, Parmitano ha spiegato come la semplicità nell’adattarsi alla vita a bordo gli abbia permesso di apprezzarla di più e fin dai primi momenti. “Ho iniziato subito a godere della bellezza della microgravità. Il piacere di muoversi in libertà, il piacere di non avere un peso…Il piacere di volare da una parte della stazione all’altra semplicemente spostandosi con un dito“.
Durante e dopo la conferenza abbiamo potuto vedere anche noi alcuni simpatici risvolti della microgravità. Dai momenti di gioco con il microfono fino al curioso modo di bere della ISS. Addirittura per una parte dell’incontro Luca Parmitano si è posizionato in orizzontale, offrendo ai giornalisti in sala una prospettiva bizzarra e unica sulla vita nella ISS.
Luca Parmitano: “Il riscaldamento globale è il nemico numero 1”
Uno degli aspetti più importanti toccati durante la conferenza è stato sicuramente il riscaldamento globale, forse anche perché ieri era l’Overshoot Day, il giorno in cui l’umanità finisce le risorse naturali a disposizione per l’anno in corso e inizia ad erodere quelle accumulate in passato. Parmitano ha raccontato che la Terra da lassù sembra diversa, soprattutto sapendo cosa le è successo in questi ultimi sei anni.
Dopotutto la Stazione Spaziale Internazionale è uno degli strumenti chiave nella lotta a questo terribile fenomeno. Basti pensare al programma dell’ESA, dedicato all’osservazione terrestre ad alta definizione, grazie al quale è possibile avere dati concreti sull’evoluzione del riscaldamento globale.
Per Luca Parmitano agli astronauti tocca il compito della cosiddetta ‘osservazione umana’, da cui si può intuire davvero molto: “Io ho visto nelle foto mie e dei miei colleghi negli ultimi sei anni davvero il cambiamento. Ho visto i deserti avanzare, i ghiacci squagliare… […] Spero che le nostre parole, la nostra visione il nostro sguardo possa essere condiviso per allarmare davvero la gente verso quello che è il nemico numero uno oggi, il riscaldamento globale. E dare una spinta ai nostri leader, a chi ci guida, a chi ha in mano le redini dei nostri Paesi per fare tutto il possibile – non ‘qualcosa’, tutto il possibile – per cercare di migliorare la situazione, se non invertirla“.
Il futuro di Luca Parmitano tra passeggiate spaziali e (magari) la Luna
Tra una domanda e l’altra c’è stato ovviamente modo di parlare anche di ciò che attende l’astronauta durante il suo periodo nella ISS. In particolare c’è una certa curiosità per le ‘passeggiate spaziali’, ovvero le cosiddette Extra Vehicular Activity, mista ad apprensione dopo il rischio corso nella scorsa missione. Parmitano ha raccontato che non sarà protagonista della prossima attività di questo tipo, che toccherà invece a due colleghi statunitensi, ma che il suo turno dovrebbe arrivare presto.
Infine, c’è stata anche la possibilità di parlare della Luna. Uno dei sogni di qualunque astronauta, anche a cinquant’anni dalla prima volta in cui ci siamo arrivati. Fra questi ovviamente c’è anche Luca Parmitano. L’astronauta ha infatti dichiarato: “Se effettivamente riusciremo a tornare sulla Luna nei prossimi cinque anni, ma anche dieci o quindici, sicuramente ho l’età giusta per poterlo sognare. E anche se non l’avessi, sognare è qualcosa che ci fa stare bene, che spinge a progetti sempre più grandi. Quindi, perché no? Mi piace l’idea di poter andare un giorno sulla Luna. Mi piace l’idea di essere un passo più vicino ogni volta che acquisisco esperienza“.
Al di là delle singole risposte, quello che emerge dalla (nuova) prima conferenza di Luca Parmitano dalla ISS è il suo incredibile spirito. La forza di volontà di un uomo che desidera in ogni modo andare “Oltre“, esattamente come indica il nome della sua nuova missione: “Beyond“, scelto da lui proprio per mandare questo messaggio. Meglio ancora, questa promessa, che non vede l’ora di mantenere.
Che si tratti del rallentamento (o chissà dell’inversione di rotta) del riscaldamento globale o dell’approdo sulla superficie lunare, Luca Parmitano è senza dubbio determinato a raggiungere i propri obiettivi. E noi saremo qui al suo fianco, pronti a sostenerlo.
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