Negli ultimi venti anni la tecnologia ha fatto passi da gigante.
Per quelli nati negli anni '80 si è vissuto proprio nel ciclone dei cambiamenti tecnologici più repentini: nati nella fase di passaggio dalle VHS ai DVD e i Bluray, dalle musicassette ai CD-rom e infine gli MP3, fino a vedere tutto racchiudersi in dispositivi sempre più piccoli ma capienti. Con questo "balzo evolutivo tecnologico" stiamo osservando come telefonini, registratori e lettori di "contenuti" diventino a mano mano sempre più piccoli per ridurre lo spazio ma offrire sempre maggiori prestazioni. Da una videocassetta che poteva contenere al massimo 240 minuti di filmato siamo passati a DVD che potevano contenere oltre dodici ore di contenuti speciali; un vantaggio di avere molti più contenuti in custodie di minori dimensioni.
C'è stato un periodo, però, in cui non tutti i contenuti erano disponibili fin da subito o erano per tutte le tasche. Non tutti sono dei collezionisti, la maggior parte delle persone preferisce usufruire dei contenuti senza essere costretti a spendere centinaia di euro o a tenere centinaia di cofanetti ingombranti sulla libreria. Per molti anni vi erano poche opzioni legali per non comprare un prodotto: si poteva vedere il film al cinema o in televisione, si poteva ricorrere al noleggio, farsi prestare il CD/DVD da qualche conoscente o aspettare che uscisse il brano alla radio.
Scaricare i file o lo streaming non erano opzioni accettate, ma non si poteva negare l'evidenza dei fatti. Secondo la Ipsos per la Fapav, la Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali, nel 2010 vi sono stati oltre trecento milioni di download illegali soltanto in Italia, escludendo l'acquisto di materiale pirata offline.
Lo streaming in origine non era illegale, anzi era nato proprio per condividere contenuti in campo informatico e militare. Wikipedia ci viene a soccorrere, definendo il termine streaming come un flusso di dati audio/video trasmessi da una sorgente a una o più destinazioni tramite una rete telematica. In poche parole è un canale che ci permette di usufruire di un contenuto, soltanto che ad un certo punto negli anni 2000 era diventato uno strumento per diffondere materiale senza dover pagare i diritti d'autore. Possiamo affermare che lo streaming sia tornato ad essere percepito come uno strumento legale soltanto negli ultimi cinque anni (almeno in Italia), quando sono cominciate a nascere nuove idee imprenditoriali per trasformare lo streaming in qualcosa di autorizzato dallo stato e dalle case di distribuzione musicali e/o cinematografiche.
Nel mondo esistono circa 480 piattaforme di streaming online. Le più conosciute non hanno bisogno di presentazioni: Netflix, Amazon Prime, Spotify ormai sono talmente diffuse nell'utilizzo comune che spesso è facile ritrovare nel metrò qualcuno che ascolta musica dallo smartphone o guarda una serie televisiva in attesa della sua fermata. Addirittura queste piattaforme sono andate oltre al semplice servizio di streaming: diventano produttrici di anime, documentari, serie televisive; si può importare la propria musica da iTunes, così con l'opzione della sincronizzazione con un dispositivo mobile (risparmiando memoria e giga); si può creare una propria playlist musicale e condividerla con i propri amici, aggiornandola in tempo reale; si può scaricare un filmato LEGALMENTE per pochi giorni e vederlo in modalità offline.
Inoltre esistono anche piattaforme gratuite, in cui basta guardare pochi secondi di pubblicità per poi continuare la visione o l'ascolto.
Piccola nota: YouTube è nato nel 2005 come social media di streaming online di contenuti, ma è uno strumento che viene percepito in maniera diversa poiché il suo scopo è quello di condividere solamente video realizzati direttamente dagli utenti e vieta l'upload di materiale protetto da diritto d'autore.
Lo sviluppo della tecnologia e dello streaming legale ha portato al pensionamento di molti dispositivi elettronici utilizzati in passato. Una piccola curiosità che vogliamo donarvi è che l'ultima fabbrica di videoregistratori rimasta al mondo, ossia Funai Electric, ha terminato la produzione e ha chiuso i battenti a causa del calo delle vendite soltanto recentemente, nel 2016. Da quel momento in poi le VHS e i videoregistratori sono stati considerati una tecnologia del passato. Nonostante ciò vi sono ancora molte persone che preferiscono ammirare i grandi classici in VHS.
Ovviamente nei prossimi vent'anni vedremo ancora la tecnologia mutare per rendere la vita delle persone più comoda possibile, ma questo non vuol dire che alcune tecnologie del passato possano sparire del tutto; alcune semplicemente aspettano di tornare nuovamente sul mercato. Negli ultimi cinque anni, ad esempio, sono tornati di moda gli LP e gli giradischi come tecnologia "vintage", tanto che su Facebook impazzano i gruppi per comprare, vendere o scambiare questi cimeli musicali. I collezionisti, invece, usufruiscono delle piattaforme online per ascoltare nuovi generi musicali (o per guardare una serie televisiva che non conoscono), per poi acquistare nuovi CD/DVD da riporre sulla propria libreria e approfondire le proprie conoscenze, con la contentezza di poter scoprire ogni segreto del proprio film/serie televisiva preferita e averla a portata di mano.