L'emozione è tanta, forse non è mai stata così in alto. Tornare a scrivere, ma sopratutto vedere, di Guerre Stellari è qualcosa che sapevamo sarebbe successo ma che non avremmo mai pensato potesse essere tanto trascinante.
Ed eccoci qui, nel bene e nel male, anzi, nel lato oscuro e nella luce, a parlare di questo settimo episodio.
Questa recensione è spoiler free, ma se siete sensibili anche a cose tipo “il colore di una spada laser” o considerate anche un poster come portatore di segreti vi invitiamo a non leggere oltre.
Detto questo: Abrams ci è riuscito.
Sempre con la sua solita furbizia, sempre con astuzia, ma ci è riuscito.
Ve lo state chiedendo, lo sappiamo, la risposta è no. Questa pellicola pur essendo nello stesso universo dei prequel non c'entra assolutamente nulla con Sgusci, Gungan o Jedi saltellanti.
Il Risveglio della Forza è vecchia maniera: old school, nelle battute, nelle sequenze, nella trama, nello stile, nell'orgoglio ma sopratutto negli effetti.
Effetti speciali in funzione della trama e non il contrario, perfino il buonismo Disney sembra sparito, quello che vedete c'è, non è uno schermo verde.
Questo è il lato che ci preoccupava molto, quello del rispetto, e il terrore era incarnato abbastanza bene da BB-8 come fosse un simbolo, fidarsi?
Un nuovo droide, creato per “piacere”, poteva essere un passo falso, invece, ci ha stupito in bene.
Abrams prende ciò che c'è di meglio dal pantheon di Star Wars (cioè dall'episodio IV e V) e lo unisce per creare una pellicola che ricalca pesantemente lo stile classico.
Per alcuni potrà sembrare un collage ripetitivo, per altri (come per noi) solo un seminare silenzioso per i prossimi film.
Una cosa in particolare lascia e ci ha lasciato a bocca aperta: Abrams non spiega niente, una cosa è così e basta. Esattamente come nella trilogia originale, niente spiegoni, niente dettagli. Il piano è questo, in questo modo, andiamo!
Così le vecchie glorie posso essere reintrodotte nel pieno delle loro facoltà, come comprimari e non come protagonisti proprio perché la loro storia l'hanno già vissuta, perché loro saranno sempre lì e nulla cambierà questo, ma il Risveglio della Forza parla di altro.
Star Wars VII è la storia di una nuova generazione, di Rey, Finn e Kylo. Non aspettatevi quindi digressioni particolareggiate su che fine hanno fatto i protagonisti in queste decadi, ma solo frasi, bisbigli, intuizioni.
Anche la trama saprà di già visto, molto anche, ma non sarà un male per niente.
La vera rivelazione è però Finn, lo Stormtrooper con un cuore che riesce a fare una scelta, che ci mostra che gli stereotipi si rompono, che la Forza terrà anche unita la galassia ma sono io a decidere per il mio destino.
Un personaggio che supera gli altri: stimolante, interessante, perché visto come un traditore dagli altri stormtrooper, ma anche perché non vuole combattere, vuole solo scappare.
L'esatto opposto del giovane Luke che non vedeva l'ora di arruolarsi, una finezza che non ci è sfuggita e che abbiamo apprezzato.
Rey è il personaggio più misterioso, sfuggente ma contemporaneamente riesce a incastrarsi ottimamente nel nuovo/vecchio team risultando credibile al fianco di Han, Chewbacca e perfino Kylo.
Kylo, il nuovo villain, quello “alto, brutto e nero” per dirlo alla Disney, convince. Porta sulle spalle un diverso carisma rispetto ai soliti antagonisti, non è accompagnato da un'aura di potere ma di disperazione. Il fatto che non saltelli come una trottola ma che, comunque, usi molto la sua fisicità nei suoi scatti d'ira gli fa fare un balzo avanti sopra macchiette come Grievous, Dooku o il Clan dei Mercanti che per quanto possano essere piacevoli sono più piatti di una tavola.
In alcuni momenti vi ritroverete certamente con un grande punto di domanda sul viso, ma non spaventatevi. Immaginate i primi spettatori di “Una Nuova Speranza” quanto dovranno essersi sentiti smarriti e dubbiosi, loro hanno rischiato e hanno vinto. Vi sproniamo a fare lo stesso.
Se avrete dei dubbi vi diciamo solo di confidare nella Forza, noi lo faremo.
Star Wars VII è sul serio una nuova speranza, in molti sensi.