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Il ragazzo che diventerà re: un film per le nuove generazioni? | Recensione

Il ragazzo che diventerà re è un ritorno di un film dedicato ai miti su Re Artù, una leggenda che da secoli affascina il nostro immaginario, citata peraltro anche nel recente Hellboy. La prospettiva questa volta è quella di un giovane ragazzo, chiamato a difendere nuovamente l’Inghilterra dalle forze del male. Come sarà andata? Scopriamolo insieme nella nostra recensione de Il ragazzo che diventerà re.

Di cosa parla Il ragazzo che diventerà re?

Il film si apre con una (molto ben realizzata) sequenza animata che ci riassume in breve il mito di Re Artù. Ci sono tutti gli elementi che abbiamo imparato a conoscere, dal mito della Spada nella Roccia alla battaglia con la sorellastra Morgana, fino ovviamente a Merlino, iconico alleato del leggendario Sovrano. Tutto si ricollega a un libro, che avrà un ruolo fondamentale per la vicenda del film.

A questo punto incontriamo Alex, il nostro protagonista, nonché il ragazzo che diventerà re del titolo. Un ragazzo che si trova a combattere la tipica ‘gerarchia sociale’ della scuola, dove lui occupa il gradino più basso. Insieme al suo migliore amico Bedders deve ogni giorno affrontare le vessazioni dei bulli. Quando però, scappando dall’ennesimo attacco, ritroverà l’antica spada della leggenda, dovrà fare appello a tutta la sua forza d’animo per salvare l’Inghilterra e il mondo intero, come un vero eroe mitico.

La sceneggiatura de Il ragazzo che diventerà re, in cui si può notare una leggera influenza dei recenti cinecomic, è generalmente solida. Ci sono alcuni aspetti che a un’analisi severa scricchiolano un po’, ma la struttura di base funziona. Una conferma che non deve stupire, considerato che il regista e sceneggiatore Joe Cornish è stato tra i co-autori del bellissimo Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno.

Due aspetti in particolare colpiscono. Il primo è il leggero sottotesto politico, con il male che ritorna perché davanti a un Paese sempre più diviso e in conflitto con sé stesso, ottimamente gestito. Il secondo riguarda la questione dell’eredità di Artù, ben bilanciato con il rapporto tra Alex e il padre e la riflessione su cosa significa davvero essere un grande eroe.

Un’operazione nostalgia? Non proprio

Nella prima metà questo film zoppica un pochino, bisogna dirlo. Ci sono infatti alcuni espedienti narrativi che lasciano un po’ perplessi. Pensiamo ad esempio al poco ispirato ritrovamento di Excalibur o al discorso che la Preside della scuola fa al giovane protagonista. È fin troppo chiaro che ha un significato nell’economia generale del film, ma resta comunque forzato e poco credibile.

Tuttavia, passo dopo passo, riusciamo ad affezionarci a questo gruppo di eroi male in arnese, ma sognatori. Nel finale del film, quando finalmente li vediamo fieri e convinti del proprio destino cavalleresco, riusciremo ad emozionarci ed esultare nel nostro cuore per le loro gesta.

E di colpo, ci ritroveremo lì, sul divano con una merendina in mano (e magari anche una bella tazza di latte) in una domenica pomeriggio di maggio di qualche anno fa. La sensazione che trasmette Il ragazzo che diventerà re è molto vicina a quella di quei cult della nostra infanzia. Film che potrebbero non avere retto bene il passaggio del tempo (o il giudizio del nostro sguardo più adulto) ma che nonostante tutto portiamo nel cuore.

Attenzione però: non si tratta di una generica operazione nostalgia come quelle che abbiamo visto (e apprezzato) negli ultimi anni. Il ragazzo che diventerà re è un film del 2019, che non cerca di accattivarsi i vecchi fan dei classici degli anni ’80. Lo spirito di fondo è simile forse, ma è orientato completamente a una nuova generazione.

Prima di passare alle considerazioni finali, bisogna parlare brevemente del personaggio di Merlino, uno dei principali problemi della pellicola. La scelta di coinvolgere Patrick Stewart è affascinante, ma il grande talento di questo attore è decisamente sottoutilizzato. Forse avrebbe giovato al film un approccio diverso al personaggio, considerata anche l’ottima interpretazione di Angus Imrie come controparte giovane del mago.

“If we fight together evil doesn’t stand a chance”

Cercando un po’ di tirare le fila del discorso, Il ragazzo che diventerà re è un film che, nonostante qualche problema, riesce a funzionare nel complesso. Ha tutte le carte in regola per diventare un piccolo cult per la generazione degli anni ’10, che lo ricorderà con affetto fra qualche anno.

Le fasce di pubblico più adulte probabilmente faranno più fatica ad apprezzarlo e i risultati al box office estero sembrano confermare questa idea. Siamo convinti però che gran parte del suo target effettivo riuscirà a farsi coinvolgere dalle avventure di Alex e dei suoi cavalieri. E che i genitori degli spettatori più giovani si troveranno a gestire un’impetuosa passione per armature, spade leggendarie e per le imprese cavalleresche di Re Artù.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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