Il Principe dei Draghi è una serie di animazione originale Netflix che può vantare un lignaggio non indifferente. Da una parte abbiamo Aaron Ehasz, il regista e sceneggiatore della serie animata Avatar – La Leggenda di Aang, nonché story editor di Futurama; dall’altra Justin Richmond, co-direttore del videogioco Uncharted 3: L’inganno di Drake. Quando due autori eccellenti fondono insieme le loro abilità nei campi di animazione e videogiochi, non può che nascere qualcosa di speciale.
Uno degli elementi che rende davvero particolare questa serie è il modo in cui riesce a rappresentare un grande numero di personaggi appartenenti alle minoranze sociali con assoluta naturalezza. Lo stesso Ehasz, ha affermato che uno degli obiettivi fondamentali del team creativo è sempre stato quello “di rappresentare un mondo fantastico, il più vario e rappresentativo dei mondi e delle storie fantasy che abbiamo visto in passato”. Ma andiamo con ordine!
Il Principe dei Draghi
Il Principe dei Draghi è ambientato in un regno fantastico dove umani ed elfi sono in conflitto tra loro da tantissimi anni. Molto tempo fa, gli umani iniziarono a praticare la magia oscura, un nuovo tipo di magia in grado di assorbire le energie dei sei elementi naturali dalle creature viventi, uccidendole. Per questa ragione, furono cacciati dai draghi e dagli elfi verso l’estremità opposta del continente. L’attrito tra le due fazioni, tempestato di scontri armati e battaglie, ebbe il suo culmine quando gli umani uccisero il Re dei Draghi e il suo uovo, Il principe dei draghi.
Gli elfi decisero così di assassinare re Harrow, monarca del regno umani di Katolis, e il suo erede, il principe Ezran. Un piccolo plotone venne inviato, consistente di un piccolo ma letale gruppo di elfi della luna, un ordine di assassini. Durante la lotta, l’elfo della luna Rayla scopre, insieme a Ezran e al suo fratellastro Callum, che l’uovo del Principe dei Draghi non è stato distrutto ma rubato e nascosto nel regno degli umani. I tre decidono così di allearsi e restituire l’uovo agli elfi per impedire l’imminente guerra e tentare di portare la pace.
Oltre alle difficoltà di un viaggio lungo e pericoloso, ad aggravare la situazione è anche il mago Viren, consigliere del re Harrow, favorevole allo scoppio della guerra per far si che gli umani si riprendano i territori da cui sono stati cacciati anni addietro. Ad aiutare Viren ci sono i suoi figli, il guerriero Soren e la maga Claudia che, nonostante amici dei principi Callum ed Ezran, decideranno di dare retta al padre e inseguire i fuggitivi.
La realtà nel fantasy
Durante il loro lungo viaggio i protagonisti incontreranno moltissimi personaggi. Abitanti dei vari regni, soldati e creature magiche, tutti ben delineati e con una propria identità distinta indipendentemente dalla permanenza nel corso delle puntate. Quello che salta subito all’occhio, soprattutto nella seconda stagione, è la grande quantità di personaggi che appartengono a strati sociali e culturali spesso definiti “minoranze”.
Il generale Amaya, la zia materna dei giovani principi, per esempio, è non udente e comunica attraverso il linguaggio dei segni. Questo non le impedisce di affrontare i nemici con le sue straordinarie tecniche militari e il suo imponente scudo. Villads invece è un pirata fallito che ha deciso di affittare la sua nave come traghetto. Avendo perso entrambi gli occhi, Villads porta due bende da pirata. Nonostante ciò è un marinaio esperto in grado di percepire la forza e la velocità del vento oltre a poter sentire con l’olfatto la terraferma da lunga distanza. Non manca nemmeno la rappresentazione della comunità LGBT+ con le due regine Annika e Neha, le precedenti reggenti del regno umano di Duren, scomparse tragicamente per salvare il loro popolo da una violenta carestia, a seguito di una feroce lotta con un Titano del fuoco.
Ognuno di loro è rappresentato con assoluta naturalezza; nessuno di loro è additato con disprezzo o pietà, ne viene trattato diversamente dalla società. Elementi Fantasy che vorremmo, oggi più che mai, vedere anche nel mondo reale.
Animazione Ibrida
A rendere il tutto ancora più piacevole è la particolare tecnica con cui la serie è stata realizzata. Gli autori hanno infatti usato un tipo di animazione ibrida tra quella 2D e 3D. Ogni scena è realizzata utilizzando l’animazione computerizzata in 3D alla quale, però, è applicato un effetto di Cel-Shading e una frequenza di fotogrammi ridotta per rendere l’immagine simile all’animazione tradizionale. L’effetto finale è quello di un “disegno” vivido con colori vibranti e piacevoli. Il frame rate, evidentemente instabile nella prima stagione, è migliorato nella seconda stagione e reso più morbido.
Notevolissimo il cast originale tra cui Jack DeSena (Sokka in The Last Airbender) che da la voce al principe Callum, Jason Simpson (Rengar in League of Legends, Seiten in Inuyasha) che interpreta il mago Viren e Paula Burrows che da la voce a Rayla, in un fortissimo accento scozzese.
Il Principe dei Draghi ci racconta di un mondo fantasy socialmente aperto e tollerante da cui possiamo imparare molto. Se non avete ancora preso visione delle due stagioni della serie, vi invitiamo calorosamente a dargli un’opportunità.
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