Il Grande e Potente Oz comincia nel modo nel quale si aspettava, ricalcando il filone “Alice in Wonderland” con scene in stile “montagne Russe” inserite a forza solo per il 3D, storia sbrigativa, troppi dettagli nelle inquadrature che confondono e sviluppi molto prevedibili. La seconda metà invece, più o meno da quando compare Michelle Williams in versione Glinda, esplode con buone idee e un modo di raccontarle più efficace, colpi di fotografia interessanti e perfino James Franco pare cominciare a credere in quello che fa.
I fondali tuttavia la fanno da padrone, ma la cosa che più ci ha colpito (oltre alla sfera di cristallo, poi capirete), è l'attenzione con la quale lo sceneggiatore ha voluto inserire i richiami alla pellicola classica, giustificando ogni cosa in modo da farla incastrare perfettamente con il film di Fleming.
Andiamo oltre le semplici citazioni o le comparsate (scorgeremo anche il Leone Codardo ad esempio) ma vero impegno per far collimare tutto.
Il Grande e Potente Oz è una pellicola gradevole, di puro intrattenimento visivo che potrebbe piacere (questo “piacere” va preso con le pinze) non solo al grande pubblico ma anche a qualche fan del film del 1939.
Il grande punto di domanda aleggia sempre: perchè non fare qualcosa di nuovo? Ma la risposta al cruccio è ancora misteriosa.
Se non avete pretese andate a vederlo, vi divertirete!
Due Note speciali: la prima al sempre ottimo Zach Braff nel doppio ruolo di voce di Finley/Frank e la seconda riguarda il fatto che la pellicola non a nulla a che vedere con i libri di Baum, ma è prequel diretto della pellicola di Fleming, perciò rinfoderate le spade.
Ma ora veniamo alle cose serie: c'è una scena del Grande e Potente OZ che ci ha colpito particolarmente, la strega Evanora (quella che verrà uccisa dalla casa di Dorothy nel classico) sta armeggiando con l'enorme sfera di cristallo (che sarà poi “ereditata” da sua sorella Theodora, la strega dell'ovest) cercando di scrutare imperscrutabile.
L'imperscrutabile in questione è ciò che Oz sta combinando con Glinda (la meravigliosa Michelle Williams), i due stanno semplicemente facendo conoscenza, ma non è questa la cosa che ci ha colpito.
Mentre Evanora (Rachel Weisz) sta consultando la sfera entra nella stanza anche la sorella e comincia un breve dialogo, durante questo fugace scambio di battute il montaggio ci offre un classico campo e controcampo (inquadrature alternate delle due protagoniste nella stanza)
In ogni stacco, l'inquadratura comprende una strega e una porzione di sfera magica, quello che abbiamo quindi è, quasi in contemporanea, due punti di vista opposti dell'oggetto magico proprio mentre sta mostrando Oz e Glinda.
Ora, come funziona? Un'immagine proiettata nella sfera si distorce lievemente ai bordi con un effetto lente e fin qui non c'è problema, ma se mentre ciò accade noi giriamo intorno alla suddetta sfera, cosa vediamo?
Vediamo l'immagine di Oz a tutto tondo (quindi se da una parte è proiettato il viso dall'altra la nuca) oppure la sfera fa ruotare l'immagine insieme al punto di vista di chi guarda regalando sempre una visione di ciò che si vuole vedere come se la sfera fosse piatta?
Oppure ancora proietta un'immagine identica per tutti quelli che guardano come se avesse più lati piatti, come un cubo ad esempio?
Dalla scena della pellicola questo non si evince, ma siamo sicuri che tra i professionisti che hanno dato vita al film sicuramente ci sarà stato un Nerd ad aver alzato il polverone.
Se non un Nerd, gli addetti SFX si saranno posti la questione nel momento di inserire la CG, cioè viene da domandarselo!
Non stiamo assolutamente sostenendo che sia un errore, altrimenti la scimmia parlante desterebbe più dubbi, semplicemente in redazione è partito un acceso dibattito.
Prendendo in considerazione il primo caso, ovvero che la sfera ci offra un immagine a tutto tondo del soggetto, nel contro campo avremmo dovuto vedere le spalle dei protagonisti, ma ciò non è successo.
Però è anche vero che nella scena, ad ogni stacco, l'azione nella sfera era differente, cose se anche in essa avvenissero dei tagli di montaggio.
Da questa osservazione nasce un'altra ipotesi, è possibile che la sfera proietti diversi punti di vista della scena che si sta scrutando su due lati differenti?
Fossimo nei panni del costruttore di artefatti maggiori che ha creato la sfera, quale sarebbe il modo più logico per farla funzionare? Secondo noi, il metodo più efficace sarebbe l'ultimo, ovvero diversi punti di vista della stessa scena.
Ma, probabilmente, non lo sapremo mai.
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