Il commento di Gabriele: Una questione di regole
Tradizionalmente, tutte le volte che mi esprimo in prima persona in un articolo di Orgoglio Nerd mi esibisco in una sequela notevole di premesse, introduzioni, discorsi preliminari che mi sono necessari per l’argomentazione successiva. Questa volta… pure! Quindi eccovi, in sintesi, quello che dovete sapere prima di addentrarvi in questo mio rant. Primo: il film mi è piaciuto! Mi sono alzato dalla sala soddisfatto, esaltato, preso benissimo; considero Avengers: Endgame una conclusione più che degna di questo mastodontico esperimento senza precedenti. Tenetelo in mente, prima di digitarmi addosso la vostra indignazione (o le vostre lodi, non si sa mai). Secondo: le meccaniche dei viaggi del tempo nella fiction sono fra i miei temi preferiti. Sono un appassionato di fantascienza in tutte le salse, ma ho sempre trovato che le storie con viaggi nel passato, linee temporali attorcigliate e paradossi hanno su di me una presa molto superiore. Vi linko qui un mio articolo proveniente dalla preistoria di Orgoglio Nerd, nientemeno che la seconda puntata della gloriosa rubrica Università Invisibile, dove appunto parlo di viaggi nel tempo e della loro resa nella fiction. Terza premessa, che è pure contenuta nell’articolo che ho citato: quando guardo o leggo una storia di viaggi nel tempo non mi interessa tanto quali siano le regole che li governano. Mi interessa che la storia spieghi le regole che ha scelto, e soprattutto che le segua, senza abbandonarle quando risultano troppo difficili. Premesse finite, abbiamo fatto presto. Siete ancora con me? Benissimo. Allora iniziamo a parlare di Avengers: Endgame.
Le regole della natura non hanno eccezioni
Ci sono due punti cruciali nell’ultima fatica dei Russo Bros., che sono le due scene in cui i protagonisti affrontano proprio il discorso di cui parlavo nella mia terza premessa: le regole che governano i viaggi nel tempo di questo universo. La prima scena, la ricorderete, è quella in cui il Professor Hulk spiega a Rhodey e Scott il motivo per cui non sia possibile risolvere la situazione semplicemente tornando nel passato e strangolando Thanos nella culla: il loro presente è una conseguenza del passato in cui Thanos schiocca le dita; se tornassero indietro a cambiarlo, si creerebbe un paradosso per cui avrebbero rimosso la causa del loro viaggio nel passato…che quindi non avverrebbe, e Thanos schioccherebbe le dita, causando il loro viaggio per fermarlo…e così via. Hulk fa riferimento al classico “paradosso del nonno”, che sostiene che non sia possibile tornare nel passato e uccidere un proprio antenato, perchè così si preverrebbe la propria nascita, consentendo al proprio antenato di sopravvivere. Ora, questo significa che il passato non è modificabile: qualunque cosa sia successa, è successa, e non c’è nulla che si possa fare. Cosa succederebbe quindi se decidessimo comunque di provare ad uccidere il nostro nonno nel passato? La teoria dice che falliremmo, in un modo o nell’altro, per il semplice fatto che quello che per noi è un evento futuro, ancora non determinato, si svolge in realtà nel passato: visto che noi sappiamo che nostro nonno è sopravvissuto all’infanzia, sappiamo anche, prima ancora di partire, che il nostro tentativo è fallito. E’ fallito, capite? Non fallirà. Anche se dal nostro personale punto di vista si tratta di un evento nuovo, in realtà è già accaduto.
Benissimo. Quindi grazie al nostro professore verde preferito sappiamo che qualunque cosa i nostri eroi decidano di tentare viaggiando nel passato, o è già successa, ma noi come spettatori (e loro come personaggi) non lo sapevamo, oppure è destinata a fallire. Faccio di nuovo riferimento al mio articolo per dire che questo stile di viaggi nel tempo è quello che mi attrae di più, perchè narrativamente è molto più difficile far quadrare tutto, e molto più soddisfacente se alla fine tutto torna. Se avete visto il film Predestination, per dirne uno, o letto il racconto da cui è tratto, Tutti voi zombie, capite a cosa mi riferisco. Seduto in sala, a questo punto, mi sono esaltato: speravo davvero andassero in questa direzione, e mi fidavo abbastanza dei fratelli Russo per credere che avrebbero potuto riuscire in questa scelta ambiziosa.
Quando arriva il tuo turno, cambiano le regole
Questa regola viene rispettata più o meno sempre, durante il film, cementando ancora di più le mie impressioni. In tutta la sequenza di New York, le situazioni ambigue o incompatibili vengono risolte per lo più con eleganza. Hulk parla con l’Antico, e questo significa che l’Antico, durante gli eventi di Doctor Strange, è già al corrente di tutto quello che sarebbe successo successivamente. Riguardare quel film in questa ottica è interessantissimo, e per nulla problematico: aggiunge spessore, mistero e intrigo alla figura già grandiosa dell’Antico stesso. Cap combatte contro sé stesso del futuro, sì…ma è convinto di combattere contro Loki, e comunque subisce gli effetti della pietra della mente dello scettro; L’agente Sitwell è convinto che Captain America sia affiliato all’Hydra, e questo getta una luce nuova e inquietantissima sugli eventi di The Winter Soldier. Qualche anomalia c’è senz’altro, ma in fondo gli agenti dell’Hydra non sono abituati a mettere in discussione i comportamenti degli altri agenti: sanno benissimo che ognuno di loro è messo a parte esclusivamente di una minima parte del “grande disegno”, e quindi Sitwell sarà sicuramente rimasto sorpreso di essere malmenato da Cap durante The Winter Soldier…ma non gli dev’essere sembrato più strano di chissà quanti altri momenti simili. E infine, per quanto riguarda gli eventi di New York, abbiamo che…Loki fugge con il Tesseract. Ecco. Questo momento mi ha iniziato a far preoccupare. Noi sappiamo che Loki non fugge con il Tesseract, giusto? Alla fine del primo Avengers Thor lo impacchetta e utilizza il Tesseract per riportarlo ad Asgard. La fuga di Loki è compatibile con questo finale soltanto se ci immaginiamo un intero altro film avvenuto fra il primo evento e l’altro, in cui i nostri eroi danno la caccia a Loki, lo ri-catturano, lo ri-portano sulla Terra, e da lì Thor lo riporta a casa. Molto poco plausibile.
Quello che succede su Asgard è del tutto compatibile con quello che abbiamo visto in The Dark World: l’unico dettaglio nuovo è che Frigga conosce dettagli sul lontano futuro…un futuro che comunque non vedrà, perchè sappiamo che morirà di lì a pochi istanti (e anzi, è ben attenta a non ottenere alcuna informazione sulla sua morte, che sarebbe stata potenzialmente anomala).
Passiamo ora alle interazioni con Thanos, Nebula e Gamora. Con la fuga di informazioni attraverso i circuiti di Nebula, succede qualcosa di straordinario: Thanos scopre come andrà a finire. Il Thanos del 2014 vede la sua vittoria, vede un futuro in cui il suo piano è riuscito. E poi vede la sua decapitazione da parte di Thor. Pensate a quello che significa per il personaggio: la calma ponderosa, l’intrinseca tristezza esistenziale, l’ineluttabilità di Thanos…abbiamo sempre pensato derivassero da un’enorme arroganza o fiducia, e invece no: il Thanos di Infinity War attraversa tutte le sfide che gli si parano davanti con la consapevolezza di come sarebbe andata a finire. E’ per questo che si comporta come se sapesse per certo che vincerà…perchè è proprio così! Questa luce nuova gettata sul personaggio mi ha esaltato a dismisura. L’ho trovato un colpo da maestro, e un omaggio fantastico alla concezione iniziale del personaggio dei fumetti di Jim Starlin, che viene sconfitto perchè è lui stesso a fornire agli eroi la chiave per la sua sconfitta. Tuttavia…nella scena c’era qualcosa di anomalo: non è solo Thanos a sapere come andrà a finire. Anche Nebula del 2014 è presente, e anche Gamora. Ora, se non è difficile immaginarsi un qualunque pretesto per cui queste informazioni possano essere rimosse dalla memoria di Nebula (alla fine è un cyborg), trovo estremamente difficile immaginarmi che la Gamora di Guardiani della Galassia 1 e 2, e soprattutto la Gamora di Infinity War possa aver posseduto e tenuto nascoste queste informazioni. L’ho registrata subito come un’incompatibilità profonda, qualcosa che mi aspettavo che il film arrivasse a risolvere.
Se rispetti tutte le regole, ti perdi tutto il divertimento
Quel che succede poi lo sappiamo: Thanos e tutto il suo esercito partono dal 2014 e arrivano fino al 2023, per la gloriosa battaglia finale. Ed ecco il problema: da quel che sappiamo delle regole dei viaggi nel tempo, quel che è successo è successo. Quindi, secondo questa regola, non c’è che una alternativa perchè le cose tornino: Thanos dovrà tornare al suo tempo, per potersi dedicare alla caccia delle gemme ed arrivare fino al 2018 e schioccare le dita. Altrimenti, qualora dovesse venire sconfitto qui, nel futuro, vorrebbe dire che non esiste (e non è mai esistito) nessun Thanos nell’arco temporale 2014-2023, nessuno schiocco di dita e quindi, a cascata, nessuna macchina del tempo, nessun viaggio nel passato, nessuna informazione sull’esito del piano di Thanos, e nessuna invasione del futuro da parte del titano del 2014, che quindi può collezionare le gemme, schioccare le dita, causando il viaggio nel passato degli eroi…ovvero un esempio del classico paradosso del nonno di cui abbiamo parlato più sopra.
Questo, io credo, è un grosso problema. Thanos non può essere polverizzato nel 2023; deve tornare al 2014, perchè solo così potrà collezionare le gemme e schioccare le dita. L’unica concatenazione di eventi compatibile con le regole dei viaggi nel tempo di Hulk è questa, e non succede. Quindi le regole di Hulk non sono rispettate.
Dobbiamo imparare bene le regole, per infrangerle nel modo giusto.
Parliamo allora del secondo set di regole, quello descritto dall’Antico. Forse qui troveremo la soluzione a questo paradosso? Le gemme dell’infinito sono responsabili di quello che noi percepiamo come lo scorrere del tempo. Se ne estraiamo una dalla realtà, apriamo le porte a tutta una serie di possibili anomalie, che porterebbero a una biforcazione della linea temporale. Sulla base di questa obiezione, l’Antico è restio a consegnare la gemma del tempo a Hulk: forse salverebbe la linea temporale da cui proviene lui, ma condannerebbe quella in cui l’Antico continuerebbe ad esistere. Questo ci viene mostrato visivamente, ricordate? L’Antico srotola una lunga linea luminosa, arancione, poi estrae da essa la gemma del tempo e in quel punto un altro braccio, nero, ha origine. Hulk, però, ha la soluzione: agli eroi non serve tenersi le gemme, solo utilizzarle. Una volta fatto ciò, potranno riportarle indietro nell’esatto istante in cui vengono prelevate, in maniera tale da prevenire lo sdoppiamento della linea temporale. Anche questo viene visualizzato: Hulk rimette a posto la gemma nello stesso punto in cui l’Antico l’ha estratta, e la biforcazione nera scompare.
Questo significa che, secondo le regole dell’Antico, verrebbe a formarsi una nuova linea temporale se e solo se una gemma venisse estratta dalla realtà e non rimessa a posto, ma sappiamo che non è quello che succede: Captain America, sconfitto Thanos, si arma di valigetta e particelle Pym e viaggia nuovamente indietro per riportare le gemme al loro posto, prevenendo qualsiasi sdoppiamento di linea temporale. La regola dell’Antico, insomma, è presente nel film per spiegarci che gli eroi hanno avuto successo senza sdoppiare la linea del tempo, quindi mantenendosi nell’unica da cui partono, dove vigono le regole descritte da Hulk. Purtroppo, quindi, torniamo al “peccato originale” di Thanos che scompare dalla linea temporale prima di aver schioccato le dita.
La più testarda delle regole è che ci debba essere una regola
Recentemente i fratelli Russo hanno rilasciato un’intervista in cui ci spiegano quale sia la soluzione. E la soluzione è questa: ogni azione compiuta dagli eroi nel passato causa la creazione di una linea del tempo divergente. Quindi questo significa che esiste una linea temporale in cui Thanos effettivamente non ha schioccato le dita, perchè nel 2014 di quella linea temporale (che è quella che si crea con il viaggio nel passato degli Avengers) Thanos viaggia nel 2023 della linea temporale primaria, e qui viene polverizzato. Inoltre, evidentemente, in quella stessa linea temporale Loki non viene mai riportato ad Asgard nel 2012, quindi non è presente per gli eventi di The Dark World, nè per Ragnarok, e così via.
Questo risolve i problemi? Sì, senza dubbio. Però, e questo è il punto centrale, la spiegazione dei fratelli Russo non è quella che viene fornita in Avengers: Endgame. In Avengers: Endgame, come abbiamo visto, viene detto che il passato di ciascuna linea temporale non si può cambiare, e le nuove linee temporali si formano quando si rimuovono le gemme dell’infinito (cosa che abbiamo visto essere prevenuta dal viaggio di Cap) non ogni volta che si viaggia nel passato. Insomma, quello che non mi va giù di questa storia è che la spiegazione è arrivata dopo, per aggiustare una serie di problemi derivati dall’intrinseca difficoltà del gestire i viaggi nel tempo. Questo, lo ammetto a malincuore, mi lascia il sapore dell’inganno, perchè il film si presenta come qualcosa che non è: allo spettatore è offerto un sensazionale punto di vista: “vi ricordate i film che avete visto negli ultimi dieci anni? Eccovi delle rivelazioni incredibili su cosa pensavate di aver visto: Ant-Man era in Avengers! Rocket era in The Dark World! War Machine era in Guardiani! L’Antico sapeva tutto fin da subito! L’ineluttabilità di Thanos non era arroganza! Fin dagli anni Quaranta c’era un altro Steve Rogers che è invecchiato felicemente con l’amore della sua vita!” Ma alla fine del film scopriamo che non è così, stando alle regole non c’è modo che sia così. E solo dopo il film scopriamo la soluzione dell’enigma: delle regole diverse, forse chiare per gli autori, ma del tutto assenti nel film stesso.
Cedo ora la parola a Mattia, che cercherà di convincervi che tutto funzionava fin dall’inizio. Con me non ci è riuscito.
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