E' Pasqua, è tempo di Conigli e Uova. Ma se i conigli in questione sono rosa, alti due metri (contando le orecchie) e armati di motosega? Ecco la domanda che ci siamo posti prima di intervistare Luigi Mignacco, sceneggiatore di Dylan Dog e amico di Orgoglio Nerd. Godetevi le domande e Buona Pasqua!
O.N. – Probabilmente te lo avranno già chiesto e richiesto ma non passa mai di moda parlarne. Come sei diventato sceneggiatore? E cosa bisogna fare per diventarlo?
L.M. -Volevo diventare uno scrittore di narrativa popolare, di "pulp fiction", come i miei miti Dashiell Hammett, R. E. Howard, Philip Dick, Philip J. Farmer. Mi sarebbe piaciuto scrivere fantascienza, gialli, fantasy. Ma in Italia a quel tempo (1980 circa) non c'erano molte possibilità professionali in quel campo. Allora ho provato con i fumetti. Ne leggevo molti, mi piacevano, poi mi ero informato sulla tecnica per scriverli. Ero (e sono) un fan. Ho provato a propormi a un editore, la Lancio. È andata bene, i fumetti mi hanno permesso di realizzare il mio sogno. A chi vuole farcela, suggerisco di leggere tanto, non solo fumetti e romanzi, bisogna "leggere" anche film, serie tv, videogiochi ecc., per capire come scrivere storie che stanno in piedi, e sceneggiature disegnabili.
O.N. - Su cosa stai lavorando ora? Puoi dircelo? Almeno un indizio.
L.M. – Un Dylan Dog per Alessandro Baggi. Un romanzo a fumetti ambientato nei mari del sud. Una storia per Saguaro, nuovo personaggio Bonelli che mi piace molto.
O.N. - Parliamo un po' di Dylan, da dove si comincia a scrivere una sceneggiatura dell'indagatore dell'incubo? Ci sono delle regole da rispettare?
L.M. – Ci vuole una buona idea, se non originale, almeno intrigante. Bisogna conoscere e rispettare il personaggio, il suo carattere, il suo linguaggio. Ma l'ingrediente necessario è l'emozione. Emozionarsi ed emozionare chi leggerà.
O.N. - Quanto della tua vita reale, delle tue esperienze, inserisci nelle storie che scrivi? Puoi farci un esempio?
L.M. – Ci sono molti episodi, esperienze ed emozioni della mia vita reale che sono finiti nelle storie che ho scritto, ma non mi piace svelare quali. Non amo il narcisismo, questo bisogno di rispecchiarsi nella scrittura, nelle storie, per dimostrare che esistiamo. Perché la scrittura è bugiarda e non diciamo mai quello che siamo, ma quello che vorremmo essere, o che temiamo di essere. E comunque, penso che le invenzioni e le "bugie" siano più ricche e più significative della cosiddetta verità. Insomma, ci sono cose "vere" nelle mie storie, ma sono nascoste e un po' dissimulate. E io preferisco non sottolinearle, perché non credo che siano più importanti e più "autentiche" delle cose inventate.
O.N. - Rimanendo in tema incubi, per scrivere di Dylan dovrai essere esperto di orrore. Quali sono le tue paure? Alieni? Licantropi? I Soliti Idioti?
L.M. – Eh! Eh! Forse l'ultima che hai detto. La cosa che mi fa più paura non è la diversità di alcuni, anzi i "mostri" mi sono simpatici, ma la stupidità di molti. La cosiddetta gente normale.
O.N. - Che rapporto c'è tra sceneggiatore e disegnatore? Hai mai incontrato rivalità o voglia di prevalere da parte di un artista della matita?
L.M. – Non saprei. Fra disegnatore e sceneggiatore c'è un rapporto dialettico e una "invidia" naturale. Un bravo sceneggiatore vorrebbe saper disegnare e un bravo disegnatore vuole raccontare. È proprio questa dinamica, quando c'è, che crea un bel fumetto! Insomma un po’ di rivalità c’è anche da parte mia nei confronti loro, ma fa parte del gioco. Lo arricchisce.
O.N. - Questo è capitato a molti “grandi” nei settori più disparati: ti hanno mai consigliato, a inizio carriera, di non fare questo mestiere? C'è stato qualcuno con poco occhio che ti ha detto “proprio non ci sai fare”?
L.M. – Oh, sì, mi è successo allora e mi succede ancora. Cioè, mi è successo all'inizio di bussare a molte porte, prima di trovare quelle giuste. E anche adesso mi capita di avere soggetti bocciati, oppure di riscrivere una scena che secondo il curatore non funziona. O di leggere su internet che una certa storia pubblicata è un "disastro"! Io rispetto tutte le critiche, dei curatori e anche dei lettori, mi sento sempre in discussione e cerco di migliorarmi. E non mi sento "grande", anzi vorrei crescere ancora!
O.N. - Qual è il tuo metodo per superare “l'ansia da foglio bianco”? Cosa accade se ti manca l'ispirazione?
L.M. – Il mio metodo è… cominciare a scrivere, poi le idee arrivano! In realtà, iniziare una storia è più "facile" che finirla in modo soddisfacente. E le vere difficoltà vengono dopo, quando ci sono nodi narrativi da sciogliere, sviluppi illogici, situazioni che non combaciano. Anche lì, spesso, le soluzioni non vengono pensando, ma scrivendo. Poi però bisogna rileggere tutto con spirito critico, tagliare, buttare via!
O.N. - Una domanda molto specifica, legata ad uno dei numeri di Dylan che noi di Orgoglio Nerd sentiamo più vicino: "I Conigli Rosa Uccidono". Non crediamo che il visionario numero 24 di Dylan Dog sia nato in una maniera convenzionale, c'è qualche vicenda alle sue spalle?
L.M. – Beh, ricordo che l'idea mi venne dopo aver visto al cinema "La casa 2", pensai che il confine fra horror e humour è sottile e che certi personaggi del mondo infantile, come i "simpatici" protagonisti delle fiabe o dei cartoni animati, trasportati nel mondo reale sarebbero stati dei mostri assassini. Proposi il soggetto per Dylan, senza sapere che stavano facendo il film Roger Rabbit. Il direttore Decio Canzio lo bocciò, ma Sclavi recuperò il soggetto, disse che quella folle idea gli piaceva, chiese se me la sentivo e mi affidò la sceneggiatura un po' sottobanco. Io scrissi la storia al solito modo, descrizioni dei disegni e dialoghi, ma "disegnai" le scene con il coniglio: cioè realizzai un lay out con il pupazzetto di Pink Rabbit, orecchie dentoni e impermeabile, disegnato a modo mio, per visualizzare le scene horror-comiche. Tiziano passò anche le pagine con i miei schizzi ai disegnatori, Luigi Piccatto e Cesare Valeri, che rispettarono la mia impostazione, ma interpretandola molto meglio! Insomma, il coniglio l’ho disegnato un po’ anch’io… ma per fortuna è stato pubblicato quello fatto da loro! It's all, folks!
O.N. - Ci sono personaggi sui quali non hai ancora messo mano che vorresti sceneggiare? Anche esteri…
L.M. – Silver Surfer! Bernard Prince, anche se forse non lo fanno più. E Tex, almeno una volta.
O.N. - Quale super potere vorresti possedere? e perchè…
L.M. – Tutti e nessuno, perché i super poteri danno super problemi. Se devo sceglierne uno, sarò banale ma mi piacerebbe volare. E anche essere invisibile, perché un tizio che vola sopra la città dà un po' nell'occhio, non mi piace farmi notare!
Grazie! E Buona Pasqua!