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I 22 cortometraggi di Springfield compiono 25 anni

L'episodio 149 dei Simpson resta una delle puntate più divertenti e creative della storia della sitcom. E sarebbe potuta essere la base per un spin-off

Quando si dice che i Simpson sono eterni, è la verità: sono passati 25 anni da uno degli episodi migliori di sempre, 22 cortometraggi di Springfield. E quello era l’episodio numero 149, uno degli ultimi della settima strepitosa stagione. Un episodio che fa ancora ridere i fan e che negli ultimi anni ha regalato alcuni dei migliori meme che il world wide web abbia mai visto. E che continua a fare notizia: in questi giorni un autore dei Simpson ha svelato che sarebbe potuto essere la base di una serie spin-off.

22 cortometraggi di Springfield fa ridere anche dopo 25 anni

La comicità invecchia velocemente: oggi troviamo insensibili battute che fino a qualche anno fa erano esilaranti. Eppure ci sono alcune gag e battute che sono intramontabili: Chaplin che fa ballare le patate in La febbre dell’oro, lo spettacolo musicale di Young Frankenstein. E alcuni episodi dei Simpson, che sono impossibili da non riguardare anche dopo più di due decenni.

22 cortometraggi di Springfield è in questo novero. Ma non fa solo ridere: è un tentativo narrativo innovativo perfetto in tutto (scusate la doppia allitterazione). Perché ha allargato gli orizzonti della serialità televisiva fuori dalla mura domestiche, scegliendo di seguire le storie di tutta la città invece che solo quelle della famiglia Simpson. Il tutto con sei anni di anticipo rispetto a The Wire.

22 cortometraggi di springfield

La storia si ispira alla struttura di Pulp Fiction, raccontando storie che si intersecano fra loro ma diverse per intensità e protagonisti. E come spesso accade nei Simpson, il film di Tarantino viene citato espressamente e preso in giro con sufficiente rispetto da essere una splendida parodia. Le trame che si intrecciano sono però molte di più del capolavoro tarantiniano. Ogni storia dura al massimo due minuti e mezzo, con alcuni spezzoni che restano sotto ai trenta secondi. E sono 21. Una battuta inserita nel titolo, che non può che essere voluta: l’episodio è il numero 21 della stagione. A dimostrazione che gli autori dei Simpson nei tempi d’oro potevano inserire una battuta ovunque.

Uno spin-off chiamato Springfield

La struttura con molti protagonisti, così inusuale per la TV (e piuttosto rara anche al cinema), avrebbe potuto diventare molto di più. Almeno stando a quanto raccontano Al Jean, Bill Oakley e Josh Weinstein, che sono stati autori e showrunner della famiglia gialla. Parlando dell’episodio 22 cortometraggi di Springfield, Jean a spiegato a The Hollywood Reporter (link in calce all’articolo): “Matt [Groening, il creatore ndr] avrebbe voluto usare l’episodio come base per uno spin-off per i personaggi secondari dello show, ma non fummo in grado di far decollare il progetto”.

Oakley ha continuato dicendo: “Il progetto si sarebbe chiamato ‘Springfield‘. E non avrebbe riguardato solo i personaggi minori, ci sarebbero state altre cose all’infuori del normale universo dei Simpson. E gli episodi sarebbero stati free-form”. Ogni episodio avrebbe avuto come protagonista un personaggio diverso, con la famiglia Simpson fuori dalle trame.

Il progetto però non è andato in porto. “Non lo abbiamo mai saputo esattamente, ma credo che all’epoca James [L. Brooks, produttore esecutivo] non abbia voluto provarci” conclude Weinstein.

22 cortometraggi di springfield anniversario-min
Secondo noi avrebbe dovuto provare con l’aceto

22 cortometraggi di Springfield rivive nei meme (e in streaming)

La genialità dell’episodio mostra il punto forte dei Simpson, l’efficienza nel fare battute. Ogni linea di dialogo del copione contiene qualcosa che fa ridere ma che al tempo stesso avanza la trama, assicurando un ritmo forsennato ma senza far perdere il filo a noi che guardiamo. Una cosa che oggi vediamo in tutti i cartoni animati per adulti e in buona parte delle sitcom. O almeno in quelle più divertenti.

Da Apu che chiude il negozio per partecipare a una festa in pochi minuti a il Dr. Nick (“Salve dottor Nick“) che opera Nonno Simpson, passando per Cletus che trova delle scarpe sul filo del telefono. Ogni secondo fa ridere a un ritmo da finale di campionato, lasciandovi appena il tempo di ridere prima di passare alla prossima scena. Ma non si può discutere quale sia lo spezzone più amato dal web: Skinner e il Sovrintendente Chalmers e i loro “steamed hams” (Vitelloni al vapore in italiano).

La gag in sé sembra tratta da una sitcom degli anni cinquanta, ma è l’assurdità delle spiegazioni di Skinner che rompe ogni pretesa di serietà per farci ridere a crepapelle. Negli ultimi anni questa scena è diventata un meme adattabile a tutto. Pensate, c’è persino chi ha usato la voce di Obama e Trump per reinterpretarla.

“Eh? Aurora boreale? In questo periodo dell’anno? A quest’ora del giorno? In questa zona del Paese? Localizzata interamente dentro la sua cucina?” La frase è stata sostituita nei meme da qualsiasi complotto poco credibile, giustificazione azzardata e ragionamento irragionevole. Dai discorsi politici alle giustificazioni di partner infedeli, la premessa cambia ma la risposta rimane la stessa:
“Sì!”
“Posso vederla?”
“No”.

Per fortuna, a differenza dell’aurora boreale nella cucina di Skinner, noi possiamo rivedere questo gioiello della comicità quanto ci pare. L’avvento dello streaming e dei prodotti on demand, insieme alle continue repliche di chiunque ne detenga i diritti, rende questa puntata accessibile anche a chi non era ancora nato nel 1996. È su Disney+, oltre che su Sky, su Mediaset e in altri quattrocento formati fra DVD e cofanetti speciali. A dire il vero, noi l’abbiamo riguardata solo una settimana fa, ma visto che è l’anniversario…

Voi cosa ne dite? Avete mai usato un meme tratto dalla puntata? Nel caso potete usarlo per dirci cosa ne pensate di questo classico della sitcom su Facebook.

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Fonti
THR

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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