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How I Met Your Father, il ritorno della sitcom | Recensione

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Guardando le prime quattro puntate di How I Met Your Father per scrivere questa recensione, è come se avessimo fatto un salto indietro nel tempo. Quando le sitcom non uscivano in streaming su Disney+ ma in TV, un episodio la settimana. Quando ogni puntata aveva una risoluzione agrodolce, quando anche le battute peggiori erano sottolineate da risate registrate. Il nuovo HIMYF ha poche battute vincenti e meno gag dell’originale ma resta smielato all’inverosimile. Eppure, ci ha convinto: appena le altre puntate usciranno in streaming le divoreremo.

La nostra recensione di How I Met Your Father

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L’originale How I Met Your Mother ha avuto un enorme successo dal 2005 al 2014, raccontando una storia che ha lo stesso DNA di base di Friends: un gruppo di amici fra i 20 e i 30 anni cercano l’amore a New York. Ma i tempi sono decisamente cambiati: le app di dating, le videochiamate e soprattutto una diversa sensibilità riguardo alcuni temi hanno rivoluzionato il modo in cui ci si innamora.

I due creatori di How I Met Your Father, Isaac Aptaker e Elizabeth Berger, lo sanno bene. Hanno scritto per show con temi contemporanei come Love, Victor e This Is Us. Ma il resto del team creativo dietro HIMYF invece lega lo show a quello da cui ha tratto ispirazione. La prima puntata pilota vede tra gli sceneggiatori anche Craig Thomas e Carter Bays, creatori di Ted, Barney, Robin, Marshall e Lily. E la maggior parte degli episodi li dirige Pamela Fryman, che ha girato ben 196 dei 208 episodi di How I Met Your Mother.

Questo connubio tra modernità e nostalgia era quindi scritto da subito. Ma How I Met Your Father durante questa recensione non ci ha dato solo l’impressione di voler richiamare lo show in generale. Ma di volerci catapultare nelle sitcom dei primi anni 2000. Tanto che non è un caso che la protagonista sia interpretata nel 2022 da Hilary Duff (Lizzie McGuire) e nel flash forward al 2050 da Kim Cattrall (la Samantha di Sex & The City).

SPOILER ALERT: ci saranno alcuni spoiler sulla prima puntata, necessari per recensire la serie

Romantici a New York

Le primissime scene di How I Met Your Father ripresentano una formula che i fan dell’originale conoscono, ma con qualche variante. Nel 2050 Sophie (Kim Cattrall) chiama il figlio, che non vediamo, per raccontargli di come ha conosciuto il padre. Una sera in cui ha bevuto abbastanza da “lasciare dentro le parti sexy”.

Questo ci porta subito nel 2022, dove Sophie (Hilary Duff) prende un Uber per arrivare al suo appuntamento su Tinder. Alla guida c’è Jesse (Chris Lowell), con accanto il suo amico Sid (Suraj Sharma).

Credit: Disney+

Sophie racconta di come quell’anno ha già avuto 87 primi appuntamenti su Tinder, ma nessuno di questi le ha fatto trovare “quello giusto”. Sid invece sta per dichiararsi alla sua fidanzata, chiedendole di sposarlo.

Questi due eventi iniziano una serie di disavventure da rom-com che servono a presentare anche il resto del cast. C’è l’amica di Sophie Valentina (Francia Raisa), appena tornata da Londra con la nuova fiamma Charlie (Tom Ainsley), un aristocratico britannico che deve abituarsi a vivere a New York. E c’è anche la sorella adottiva di Jesse, Ellen (Tien Tran), che dopo aver divorziato da sua moglie è pronta per la vita da single.

Se come noi ricordate piuttosto bene le avventure di Ted e il resto del gruppo, potete già immaginare il ritmo della puntata. Dopo una serie di complicazioni arrivate al punto in cui si scopre qualcosa di triste e/o profondo, che porta a una decisione romantica e/o coraggiosa da parte della protagonista, che porta a una risoluzione lacrimosa. Giusto in tempo per qualche battuta finale (e un collegamento con lo show originale che non spoileriamo, ma trovate nell’articolo qui sotto). E una differenza fondamentale rispetto all’originale: gli autori mettono in chiaro che non dovremo aspettare nove stagioni per conoscere il fantomatico padre.

Recensione di How I Met Your Father: il cast

Credit: Disney+

La prima puntata mette in evidenza le dinamiche di amicizia fra il gruppo di protagonisti della serie in maniera piuttosto efficace. Da un lato c’è la romantica Sophie e l’amica Valentina, estroversa e sex positive. Dall’altro il disilluso Jesse e l’impacciato Sid. Charlie ed Ellen sono i pesci fuor d’acqua, appena arrivati in città e meno integrati nel gruppo.

Ma già dalla seconda puntata queste dinamiche si perdono un po’ per un più generico “tutti sono amici di tutti”. A quanto pare, trovare l’amore a New York è pressoché impossibile ma si può diventare amici inseparabili in pochi secondi.

Sophie ricopre il ruolo di Ted (Josh Radnor), in cerca dell’amore. Ma non sono lo stesso personaggio. Duff riveste il personaggio del suo carisma e attrae l’attenzione molto più di quanto visto nell’originale. Il resto del cast ha storyline dedicate ma, almeno nelle prime puntate che abbiamo visto per questa recensione, c’è solo una protagonista in How I Met Your Father.

Gli altri paralleli con la serie originale sono meno evidenti. Jesse ha un po’ del cinismo di Robin (Cobie Smulders), ma ha anche il fascino impacciato di Ted. Valentina riveste nello stesso tempo un po’ del ruolo che aveva Lily e un po’ di quello di Barney (ma senza tutte le battute sessiste e ‘predatorie’ che non sono certo invecchiate bene). In generale, non sembra che gli autori abbiano voluto ricreare la stessa formula chimica per il cast, quanto raccontare nuove storie utilizzando gli archetipi che spesso vediamo in TV.

Il risultato non sempre è originale, ma le dinamiche che si creano possono supportare diverse puntate di contenuti senza stancare.

Credit: Disney+

Meno battute e trame risolte in venti minuti: la sitcom classica in tempi moderni

Guardando l’episodio pilota di How I Met Your Father per questa recensione non abbiamo potuto che notare due pecche. E sono pecche importanti.

La prima riguarda le battute: rare e piuttosto scialbe. Il cast fa davvero sforzi titanici per riuscire a farci ridere ma il materiale non è all’altezza. In un mondo in cui possiamo vederci in streaming What We Do In The Shadows e Brooklyn 99, ci aspettiamo battute che ci solletichino il palato ogni minuto e almeno un paio di momenti a puntata che ci fanno ridere di gusto. Qui non ci sono, non abbastanza.

Ma non abbiamo potuto fare a meno di ricordarci che, quando riguardiamo How I Met Your Mother o Friends, capita spesso che le risate registrate si sbellichino quando noi restiamo in silenzio. Soprattutto la prima stagione di entrambi gli show non era partita a razzo, regalando alcune delle risate migliori più avanti. Quando il cast si conosce meglio e quando noi conosciamo meglio le dinamiche.

How I Met Your Father non prova nemmeno a competere con il ritmo forsennato (alla Simpson o Futurama) di battute al minuto di alcune sitcom moderne. Ma paragonarsi nostalgicamente al passato può essere pericoloso. Ted e Marshall hanno avuto tempo per trovare il modo di farci ridere di gusto, mentre Sophie e Valentina potrebbero far più fatica in streaming.

Credit: Disney+

L’altra grossa differenza con gli show che siamo abituati a vedere ultimamente riguarda la struttura del racconto. Lo streaming e la passione riscoperta per le miniserie (in stile britannico) ci hanno abituato a forti “trame orizzontali”. Fleabag (per citare un’eccellenza assoluta) non punta a risolvere gli episodi in un puntata ma si da spazio per raccontare un’unica storia in più puntate.

HIMYF invece punta su trame verticali che si risolvono entro la fine dell’episodio, regalandoci un momento di dolcezza e di comprensione fra i personaggi, un pizzico di catarsi ogni venti minuti. Un tipo di struttura pensata per l’audience televisiva, che magari poteva saltare qualche episodio.

Ma anche se il rischio di ‘diluire’ troppo la trama c’è, questa struttura ci ha coinvolto. Se nel primo episodio alzavamo le sopracciglia ogni volta che una battuta non sortiva l’effetto desiderato, entro la quarta puntata il fascino dei protagonisti ci aveva coinvolto abbastanza da goderci la scena.

Il fascino del conosciuto

Non siamo persone particolarmente nostalgiche quando si tratta di film e serie TV. I remake e i reboot ci piacciono solamente quando funzionano da soli, senza nemmeno bisogno di vedere l’originale. Come La Mummia e La Cosa (e quasi nient’altro). E la verità è in queste quattro puntate viste per la recensione, How I Met Your Father non ci è sembrato migliore dell’originale.

Il pesce fuor d’acqua aristocratico Charlie fa ridere in più punti, anche se non come le gag di Barnie (almeno quelle invecchiate meglio). Hilary Duff ha la stoffa da protagonista e ci si affeziona subito. Ma non possiamo dire che lo show ci abbia stupito in positivo.

Tuttavia, ha il fascino di qualcosa di già visto. Non perché ogni tanto citi la serie originale (“Haaaave you met Ellen?”). Ma perché incarna in più punti il tipo di sitcom con cui siamo cresciuti.

Credit: Disney+

Da quanto visto nelle prime quattro puntate, ci sembra il tipo di serie da seguire quando dopo una giornata di lavoro volete semplicemente vedere un gruppo di amici in un bar. Con problemi ridicoli e poco importanti. Magari anche toccando aspetti interessanti (le app di incontri, le relazioni poliamorose). Ma in maniera leggera.

Forse non farà morire dal ridere, ma è divertente. Parla di poco e lo fa senza impegno. Di certo non è originale. Insomma, una sitcom di una volta nell’era dello streaming.

Non è una di quelle serie di cui diremo mai “dovete assolutamente vederla”. Dubitiamo possa mai diventare legge…daria (non potevamo non scriverlo da qualche parte in questa recensione). Ma se siete curiosi, perché no? Il peggio che può capitarvi sarà tornare a innamorarvi della versione adulta di Lizzie McGuire e ascoltare “Wake Up” su Spotify, alla faccia della nostalgia.

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