Pochi mesi fa ha debuttato tra gli scaffali delle librerie Ho ucciso Adolf Hitler e altre storie d’amore, un’opera a fumetti scritta e illustrata dall’autore norvegese Jason. Il volume, pubblicato in Italia da 001 Edizioni con la traduzione di Alessio Trabacchini, raccoglie tre storie a fumetti: “Perché lo fai?”, “I lupi mannari di Montpellier”, e “Ho ucciso Adolf Hitler”.
Il titolo è certamente il primo elemento che invoglia a prendere tra le mani il volume: paragonare l’amore a una figura così negativa – la figura negativa per antonomasia, probabilmente – è audace quanto sconsiderato. Non notarlo tra la massa di altri titoli in una libreria, scritto in stampatello nel dorso di colore rosso del volume, è praticamente impossibile. Dopo un momento di smarrimento, si viene colti dal presentimento che il volume racconti qualcosa di più della semplice morte del dittatore. Ed è proprio così: l’assassinio di Hitler, infatti, rappresenta soltanto la punta dell’iceberg. Perché? Scopriamolo insieme.
Con Perché lo fai? ci ritroviamo catapultati nello scenario che Jason ha costruito per noi. Un mondo che all’apparenza è uguale a quello in cui viviamo, tra routine, relazioni più o meno difficoltose, dubbi costanti e persone che si rivelano essere ben diverse da come appaiono, quasi a dimostrare la scelta dell’autore di illustrare esclusivamente personaggi antropomorfi.
Alex, il protagonista della prima storia, a poche settimane dalla fine di un’importante relazione amorosa viene spronato a riprendere in mano la propria vita. Ma le cose non vanno neanche lontanamente come ci si aspetta. Infatti, si ritrova nel luogo sbagliato al momento sbagliato e viene incolpato di un omicidio che non ha commesso. Sulla via di fuga si imbatte in Geraldine, una sconosciuta che lo ospita nell’appartamento nel quale vive assieme alla figlia Sandra. I due stanno bene insieme; questo assaggio di vita allegra e tranquilla pare curare Alex. L’incontro con l’assassino nel parco del paese, però, lo costringerà a dare un prezzo al suo nuovo amore. E la piccola Sandra avrà un ruolo importantissimo in tutto questo.
Lupi mannari e macchine del tempo
Protagonista della seconda storia è invece Sven. Trascorre le proprie giornate in compagnia della sua grande amica Audrey, della quale forse è innamorato. Quando cala il sole, però, Sven indossa una maschera da lupo mannaro e si trasforma in un ladro di gioielli. Se è vero che non si è mai trovato a dover affrontare situazioni spiacevoli o pericolose, una sua foto sul giornale cambia all’improvviso le carte in tavola. Le cose si complicano terribilmente quando la comunità di lupi mannari lo rintraccia.
La terza e ultima storia racconta invece di un serial killer assoldato da uno scienziato per uccidere Adolf Hitler. Ciò che in un primo momento è turbamento, alla vista della macchina del tempo rudimentale costruita dal signore si trasforma in determinazione. Ma oltre al lavoro, il serial killer sta vivendo un’altra situazione delicata: la sua relazione sentimentale con la compagna è infatti sull’orlo del baratro. In un viavai di viaggi nel tempo tra presente e anni trenta, sarà proprio compito della donna rimediare a un errore compiuto dal sicario e dare la svolta definitiva a questa originale storia d’amore 2.0.
Tra realtà e fantasia
Se non fosse per la facilità con la quale è possibile incappare in veri licantropi e in macchine del tempo, il mondo nel quale si svolgono queste tre storie potrebbe davvero essere quello in cui viviamo. Qui, la realtà quotidiana si fonde con la fantasia e quasi non ce ne si accorge nemmeno. All’improvviso ci si ritrova catapultati in una cronaca noir, l’attimo dopo in una storia a confine tra fantasy e realtà, l’attimo dopo ancora in un racconto sci-fy. Grazie alla straordinaria bravura dell’autore, risulta tutto naturale e credibile.
Da questo si deduce il fulcro dello storytelling minimalista e poetico dell’autore, quasi silenzioso: Jason racconta i lati positivi e negativi della vita ordinaria attraverso tre storie di vita straordinaria. Dialoghi diretti e concisi, perché in fondo è bene capirsi. I tre personaggi principali di Ho ucciso Adolf Hitler e altre storie d’amore hanno in comune una sola cosa: sono tutti e tre vittime dell’amore.
Jason: qualche riga sull’autore
Jason, nome d’arte di John Arne Sæterøy, è un fumettista norvegese nato a Molde nel 1965. Ha debuttato nel 1981 tra le pagine della rivista norvegese KonK. Dopo aver vissuto in America, in Danimarca e in Belgio, si è trasferito in Francia, dove vive dal 2007. L’autore, nel corso della sua intensa carriera ha sentito paragonare i propri lavori alle opere di Ingmar Bergman, Hergé ed Ernest Hemingway. Ha vinto svariati premi. Tra tutti l’Harvey Award come Best New Talent e ben due Eisner Award, uno dei quali proprio per Ho ucciso Adolf Hitler.
Inoltre, dal 2010 gestisce il blog personale Cats without Dogs, sul quale condivide i retroscena del suo mestiere, e dove parla di libri e film.
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