Noi di Orgoglio Nerd ci teniamo molto a voi lettori. Ci teniamo al punto da andare fino in Brasile apposta per vedere Guardiani della Galassia il giorno dell’uscita nel paese verde-oro e farvi avere una nostra impressione molto prima dell’uscita italiana, prevista per questo 22 ottobre! Guardiani della Galassia è un film stile “Marvel Studios” ben riuscito, che offre intrattenimento non impegnato senza mai annoiare e restando in grado dall’inizio alla fine di tenere sui carboni ardenti lo spettatore.
Ma parliamo più nel dettaglio, sbrigando subito la pratica in questo caso ingrata degli aspetti negativi, che per fortuna sono pochi e di relativo poco conto.
Il difetto più grosso è purtroppo la trama, davvero esile e quasi di secondo piano rispetto al resto. In breve: il malvagio Ronan vuole entrare in possesso di una Gemma dell’Infinito, gioiello dal potere immenso che permette a chiunque ne possegga una di distruggere interi pianeti in pochi secondi (vedi Eterni), allo scopo di ottenere la sua vendetta. I protagonisti, cinque criminali dal cuore tenero, all’inizio per caso e convenienza, uniscono le forze per impedirglielo. Tutto il film non è altro che una serie di scene ben fatte che raramente portano avanti questa trama.
Possiamo dire che ci sono anche alcuni personaggi poco utili. Il Collezionista ha un ruolo marginale, e la sua parte non ha nulla di memorabile. Ancora peggio Nebula, che in questo film è quasi completamente inutile e la pellicola sarebbe rimasta quasi la stessa se non ci fosse stata – anche se è vero che potrebbero aver gettato le basi per renderla più interessante più avanti. Ultimo ma non per ultimo Ronan, solenne, teatrale, enfatico, “io non sono un terrorista spietato, rispetto solo le leggi dei miei antenati”: in poche parole sapeva parecchio di già visto. Per carità, bel personaggio e interpretato bene, ma per nulla originale per essere un personaggio legato al cinema contemporaneo (non dimentichiamo che in realtà è nato nel '67).
Ripartendo dai personaggi, parliamo delle molte note positive. I cinque protagonisti sono tutti ben approfonditi e mai noiosi, un gruppo vario che trova la sua forza comica e “action” proprio in questa diversità – come in fondo era prevedibile. Si va da Groot, un puro quasi fanciullesco ma che sa essere anche brutale; Rocket, un vero concentrato di emozioni e nevrosi; Drax che è un sadico pazzoide, col senso dell’onore tipico del guerriero (stile predator, per inderci) e un dramma interiore che gli da una profondità inaspettata; Peter Quill, macchietta e antieroe insieme; e Gamora, “tipa tosta” dal passato traumatico (bel personaggio, ma forse il protagonista meno riuscito – pochi i suoi momenti memorabili e alcuni di questi sono i primi piani del suo derriere).
A questo proposito, vi segnaliamo la scena del carcere che c’è poco dopo l’inizio, che mostra magistralmente l’alchimia dei personaggi ed è uno dei momenti più godibili del film. Nota di merito anche per Yondu, portato in scena da un bravo Michael Rooker, che ha un paio di dialoghi riusciti e una piccola perla durante lo scontro finale.
La sceneggiatura è ottima: non ha un buco e scorre liscia come l’olio, vista la sua esile semplicità. Quasi tutti i momenti più seri vengono ammorbiditi da battute semplici e piacevoli che non solo riescono a non rovinare i vari pezzi del puzzle, ma al contrario danno al film il suo tono caratteristico “action, ma non troppo”. E a proposito di humor, l’equilibro è anche nel tipo di ironia, che varia da adulta a quella più infantile di stampo Disney, che tutto sommato non è fastidiosa –qualcuno ha detto Thor: The Dark World?-, con tutte le sfumature che ci sono nel mezzo. Lo humor più bambinesco è legato per almeno il 90% a Groot, guarda caso il personaggio più amato da donne e bambini in sala.
Gli effetti visivi sono tutti coinvolgenti, mai stucchevoli o noiosi, e sono tra i valori aggiunti della pellicola. Notiamo alcune scenografie splendide, come il pianeta Xandar o Groot e Rocket, che sono curati nei minimi dettagli.
Il film nel complesso è un crescendo mirabile di azione ed emozioni che non si arresta e non finisce mai in fasi di stanca. Lo spettatore è coinvolto ed emozionato dal primissimo momento, è intrattenuto da momenti di azione, drammatici, comici o tristi (non vi vogliamo rovinare nulla, ma all’inizio e alla fine ci sono delle sequenze in cui si viene presi dritti al cuore), che sono bilanciati in modo tale da non stridere e culminano negli ultimi attimi dello scontro finale, in un minuto o due dove li troviamo tutti insieme venendo lasciati con gli occhi spalancati dall’emozione. Una "nota" particolare va alla colonna sonora che spazia dai '70 ai pieni anni '80, una scelta che convincerà anche lo spettatore più scettico. In particolare rimarrete a bocca aperta durante la scena del pestaggio di Starlord, dove "Hooked on a feeling" di sottofondo regala un ottimo contrasto con la brutalità delle botte che si prende il personaggio.
Per concludere, diremmo che si è capita bene la considerazione alta che abbiamo di Guardiani della Galassia di James Gunn, facilmente uno dei super hero movies meglio riusciti dai tempi di The Avengers, e che vi sproniamo a vedere il prima possibile al cinema. Vi sfidiamo a non uscire dalla sala (ovviamente dopo i titoli di coda) senza gridare “Io sono Groot!”.
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Difficilmente si poteva fare meglio. Non manca ovviamente qualche incoerenza (un paio di scene illogiche e un Drax quantomeno “buonista”) nonché qualche aggiunta marcatamente “disneyana” (come la scena con le “lucciole”) ma si possono perdonare. Il personaggio meglio riuscito é Rocket Racoon, seguito da Starlord, Groot (molto belle le scene di combattimento, quantomeno ripetitivo il resto), Gamora e Drax (questi ultimi assolutamente NON sfruttati a dovere, ma va bene cosí). Bellissimo il cameo di Thanos, meno bella la realizzazione di Ronan, una pallida ombra dell’eroe-villain tanto odiato/amato sui fumetti. Bellissima la colonna sonora, come pure gli effetti speciali (la battaglia finale é sufficientemente “epica”). La sceneggiatura é di una semplicità allucinante (quel poco che c’é da spiegare viene spiegato rapidamente dopo le prime scene d’azione) ma serve allo scopo: non far annoiare lo spettatore e non creare momenti di “vuoto” tra un colpo di scena e l’altro. In definitiva il film funziona anche se la mano della Disney si sente eccome e, a volte, mi ha fatto esclamare “c’era davvero bisogno di quella scena, realizzata solo per accontentare le famiglie con bambini?”. Vedremo cosa ci aspetta con il secondo…