È morto nella notte Giampiero Boniperti, presidente onorario della Juventus, di cui è stato bandiera per tutta la vita. Ci lascia per un’insufficienza cardiaca durante la notte, a Torino. Avrebbe compiuto 93 anni a luglio.
Addio a Giampiero Boniperti
Su queste pagine virtuali ci occupiamo poco di calcio. Ma la figura di Giampiero Boniperti ha proiettato un’ombra tanto importante sullo sport nazionale, da entrare di diritto nella cultura popolare. Nessun altro giocatore rappresenta in maniera così diretta una squadra. Finite le giovanili, debutta nella Juventus nel 1946 e ci gioca 443 partite, fino al ritiro nel 1961. Diceva “la Juve non è soltanto la squadra del mio cuore. È il mio cuore”. Ma questo non gli ha impedito nel 1949 di vestire la maglia dei rivali di sempre del Torino, per un’amichevole in commemorazione della tragedia di Superga.
Finita la carriera calcistica, la famiglia Agnelli lo volle come dirigente. Nel 1971 divenne presidente, carica conservata fino al 1990. Divenne poi Amministratore Delegato del club fino al 1994. Dopo lo scandalo di calciopoli, gli Agnelli chiamarono ancora una volta il Presidentissimo per diventare presidente onorario della squadra, carica ricoperta fino alla scomparsa di oggi.
In questo ore tutto il mondo del calcio racconta aneddoti e tesse le lodi di Boniperti, una figura fondamentale nella storia dello sport italiano. Sul sito della Juventus, leggiamo: “La commozione che in questo momento tutti noi stiamo provando non ci impedisce di pensare con forza a lui, a tutto ciò che il Presidentissimo è stato e sarà per sempre nella vita della Juventus. Una figura indelebile, che da oggi si consegna al ricordo, perché sui libri di storia del calcio ci è finita già da tempo. Perché quando esprimi un pensiero, e quel pensiero diventa parte del Dna della società a cui hai dedicato la vita, vuol dire che il tuo carattere ne è diventato identità e modo di essere. Per sempre”.
Le parole a cui si riferiscono sono “vincere perché, come sapete, rimane sempre l’unica cosa che conta“, scritto per i suoi novant’anni in una lettera alla sua società del cuore. Un mantra per la società. Scritta da un uomo che una volta aveva confessato che gli sarebbe bastato portare la maglia della Juve “una sola volta, per essere felice per sempre”.
Boniperti ha saputo essere un uomo di squadra, apprezzato anche dai tifosi delle altre società e persino da chi non segue il calcio. Le nostre condoglianze alla famiglia, compresa quella calcistica.
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