Dopo dieci anni nella capsula criogenica, Futurama ci riporta nel futuro. Da fan della prima ora, non vedevamo l’ora che arrivassero le prime dieci puntate di questa stagione (le altre dieci sono rimandate a data da destinarsi per via dello sciopero degli sceneggiatori). Temevamo un po’ l’idea di scrivere una recensione del secondo revival di Futurama – perché temevamo che lo show potesse aver perso la propria voce unica. Ma dopo aver visto le prime puntate della serie (che faremo di tutto per non spoilerarvi), possiamo scrivere con soddisfazione che lo show di Matt Groening e David X. Cohen usa ancora la vecchia ricetta di una volta come l’olio per robot di Mamma. E che, anche se non abbia raggiunto la forza emotiva di alcune delle nostre puntate preferite, Futurama fa ridere anche nel 2023.
La nostra recensione di Futurama
Futurama avrebbe potuto essere la serie animata del millennio. Quando insieme a David X. Cohen il creatore dei Simpson Matt Groening la lanciò nel 1999, portò con sé alcuni dei migliori sceneggiatori che il mondo dell’animazione abbia mai visto. E scelse i migliori doppiatori in circolazione: Billy West (Fry, il Professore, Zoidberg, Brannigan), John DiMaggio (Bender), Katey Sagal (Leela). E poi Tress MacNeille (Mamma), Maurice LaMarche (Kif), Lauren Tom (Amy) e Phil LaMarr (Hermes).
Il risultato fu una serie splendida, con trame e battute intelligenti che convivevano con umorismo nonsense e sciocco, con momenti toccanti ed esilaranti. Ma che, a differenza dei sempiterni Simpson (che nelle ultime stagioni si stanno rialzando dopo un periodo sottotono), ha subito non una ma due cancellazioni. Dopo che Fox la tolse dalla rete, Comedy Central la fece tornare dal futuro per altre stagioni. E ora si risveglia dal sonno criogenico dopo dieci anni su Hulu (Disney+ in Italia) con i primi dieci episodi, visto che la seconda trance da dieci dovrà aspettare l’accordo fra sceneggiatori e produttori.
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A forza di congelamenti e scongelamenti, la serie rischiava di perdere la propria strada. Soprattutto visto che l’ultima criogenia dura ormai da dieci anni: la serie ha interrotto le trasmissioni nel 2013. Per valutare se Futurama resta una serie cult anche con questo revival, abbiamo valutato tre elementi in questa recensione: la qualità delle battute, della satira e l’impatto emotivo. E dobbiamo dire che la serie funziona piuttosto bene per almeno due metriche su tre.
Futurama continua a far ridere
Dopo le prime dieci stagioni, i Simpson avevano dimostrato di saper riempire ogni di scena con una moltitudine di battute, senza snaturare la storia che stavano raccontando. Futurama, con il suo team di autori preso da Springfield, non poteva tenere quel ritmo forsennato, per via delle trame più complesse e dell’ambientazione futuristica. Ma aveva più “comicità per minuto” di ogni altra serie degli anni 2000. Oggi le sitcom, specialmente quelle animate, hanno adottato questo approccio a cascata sulle battute, imparando dalle due serie di Matt Groening. Ma dobbiamo ammettere che, dopo aver visto i primi sei episodi di Futurama per questa recensione, la serie ambientata nel 3000 si difende piuttosto bene.
I personaggi hanno tenuto la propria ‘voce’, seppure sono giustamente maturati nel corso degli anni. A Fry toccano le battute stupide, a Leela il commento sull’assurdità della situazione in cui si trovano, a Bender il cinismo da finto macho, a Zoidberg la battuta autocommiserante. Il mix resta lo stesso, permettendo agli autori di giocare su più livelli su ogni battuta. Abbiamo più volte riso ad alta voce e ci siamo come sempre stupiti sul modo in cui Futurama riesce a farci divertire con trovate molto intelligenti e molto stupide nel giro di pochi secondi.
Guardando i primi episodi per questa recensione, non abbiamo notato battute tanto iconiche da diventare i prossimi meme su Futurama. Ma forse riguardandole quando usciranno su Disney+ la situazione potrebbe cambiare: la comicità non manca in questa nuova stagione.
Fare satira nel 3023
L’altro punto essenziale di Futurama sta nell’usare il futuro per commentare il presente. Fare satira sul 3023 potrebbe risultare più complicato che farlo sul 3000. Ma ci sembra che in questo esordio su Disney+ la serie non si sia tirata indietro, anzi. Senza fare spoiler, il primo episodio inizia direttamente dove avevamo lasciato la serie, con un Fry e una Leela ormai anziani che decidono di tornare indietro dopo aver fermato il tempo per decenni. Un vero e proprio reboot della storia, come quello della serie. E Futurama non perde tempo per prendere in giro la sua terza rinascita dopo una cancellazione.
Ma l’umorismo della prima puntata presto si allarga sull’intera industria televisiva nell’era dello streaming, con parecchi colpi bassi che ci hanno deliziato – specie in questi mesi in cui le proteste di sceneggiatori e attori hanno evidenziato diversi problemi di questo sistema.
Nel corso delle puntate, la serie tocca temi che spaziano dalla maternità ai Bitcoin, con anche qualche stoccata verso Amazon (anzi, Momazon). Come al solito, la satira di Futurama non entra nel dettaglio ma taglia trasversalmente, usando il riferimento moderno per raccontare una storia più complessa e interessante.
Ci sembra anche che la serie in più occasioni, come l’episodio parodia di Dune ambientato nella lettiera di Mordicchio o nello speciale su Babbo Natale Robot, abbia commentato sulla nostalgia per il passato che ha portato al revival della serie stessa. Abbiamo visto diversi riferimenti a grandi puntate delle prime stagioni, con la ciurma della Planet Express che in qualche modo sembrava commentare su come gli autori avessero riciclato alcune trame.
Insomma, c’è sembrato che la serie abbia voluto dimostrare di poter restare una delle più intelligenti mai scritte. O almeno che abbia provato a non deludere le aspettative. E ancora una volta, Futurama ha fatto vedere di saper costruire una storia sui viaggi nel tempo che abbia almeno la parvenza di avere senso – cosa che non riesce quasi a nessuno.
Recensione Futurama: abbiamo riso, ma non pianto
Questo ritorno al futuro ci ha fatto ridere in tutte le puntate, ci ha incantato con trame intelligenti in più di un episodio. Ma finora non ci siamo ancora emozionati come succedeva con il Futurama dei tempi d’oro. Non pensiamo sia una mancanza da parte della sceneggiature. Anzi, crediamo possa dipendere dal troppo affetto che noi fan – e anche gli autori – abbiamo verso questi personaggi.
La serie ha regalato degli archi splendidi a quasi tutti i personaggi. Per esempio, Fry ha migliorato se stesso per stare a fianco di Leela, che ha saputo abbassare le proprie difese per far entrare l’affetto (anche sei suoi genitori). Per raccontare una storia avvicente sulla coppia, gli autori dovrebbero mettere in crisi la loro relazione – ma questo potrebbe sembrare un ‘tradimento’ verso i fan che hanno tanto tifato per il loro amore.
Il secondo episodio vede al centro Amy e Kif, ma dopo aver visto Amy maturare molto nelle stagioni passate, l’impatto emotivo della trama ci colpisce di meno. Ci fidiamo ormai del fatto che sappia prendere la decisione giusta. Quindi non crediamo mai che i suoi problemi non possano risolversi entro la fine della puntata.
Pensiamo che gli autori debbano trovare una ricetta diversa per farci qualche volta piangere in mezzo alle risate. Come Futurama sapeva tanto bene. Forse le quattro puntate che dobbiamo ancora vedere in questa prima parte di stagione lo sapranno fare. Oppure ci vorrà una nuova trance di episodi affinché gli autori trovino la chiave emozionale per farlo senza ‘tradire’ i personaggi che amiamo. Dopo le risate di queste anteprime, siamo disposti ad aspettarli per tutto il tempo che serve – come Seymour con Fry.
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