Free Guy – Eroe per gioco ha incuriosito tantissimi fin dal debutto dei suoi primi trailer. Il concept è effettivamente interessante e pronto a catturare l’interesse di diverse fasce di pubblico, in particolare quelle che vivono il videogioco come parte integrante della propria vita. Ora finalmente dopo tanti rinvii è pronto ad arrivare nelle sale. E siamo qui per raccontarvi cosa ne pensiamo e perché non dovreste proprio perdervelo.
Di cosa parla Free Guy – Eroe per gioco?
Siamo a Free City, un videogioco online dove i partecipanti possono muoversi all’interno di una enorme metropoli. Qui hanno la possibilità di compiere tante missioni differenti, che ricevono tramite uno speciale paio di occhiali, indossati dai propri avatar, che li identificano come gli eroi. È un titolo di enorme successo, tra i più amati al mondo, con tantissimi giocatori che quotidianamente si sfidano tra le strade della città.
Qui incontriamo Guy, un personaggio non giocabile, che vive una vita con una rigida routine, tra un caffè e una rapina nella banca in cui lavora. Un giorno però, l’incontro con l’avatar di una giocatrice gli fa prendere coscienza di sé. Decide quindi di rubare un paio di occhiali da eroe e dare una svolta alla propria vita. Una trasformazione imprevista che porterà con sé una serie di conseguenze non indifferenti, sia per il mondo di Free City che quello oltre lo schermo…
Free Guy – Eroe per gioco si apre indubbiamente a un gran numero di interpretazioni. Nella sua narrazione si rapporta a temi di una certa rilevanza, dalle storture delle compagnie votate unicamente al profitto a un’analisi dell’industria del videogioco in senso più ampio. Come si può intuire poi, tocca anche l’idea della complessità del libero arbitrio, difficile da delineare correttamente nel momento in cui esiste una programmazione di base. Insomma, Guy si slega dalle sue catene o sono le sue catene a portarlo a slegarsi?
Tutto questo però è semplicemente un di più, motivo per cui peraltro questi aspetti non sono esplorati in profondità. Quello che Free Guy – Eroe per gioco regala è principalmente una storia, che sa divertire il pubblico e intrattenerlo. L’avventura del nostro NPC che diventa protagonista è semplice e tradizionale (anche se non manca qualche inversione dei cliché, che rende il tutto più vivace) e anche per questo funziona benissimo.
Ryan Reynolds meno caustico, ma va bene così
Riflettendo sul film, si potrebbe pensare che Ryan Reynolds, protagonista della pellicola, si sia perfettamente immedesimato nel personaggio di Guy. L’avatar del bravo ragazzo aderisce con precisione all’attore, che si dimostra più morbido del solito, con umorismo e stile più moderato rispetto ai ruoli che ha interpretato recentemente (compreso quello che interpreta sui propri social network).
Free Guy – Eroe per gioco manca infatti della carica eversiva che ci si potrebbe immaginare guardando al passato del suo attore protagonista e ai trailer. Insomma, non ci troviamo davanti a un Deadpool in salsa gaming, ma questo non è davvero un problema.
Intanto perché non ne ha bisogno. Free Guy – Eroe per gioco riesce tranquillamente a risultare esilarante anche senza dover alzare i toni a ogni costo. D’altro canto poi, quanto detto finora non significa che l’approccio graffiante sia completamente assente dal film. Nel corso delle avventure di Guy ci saranno tante piccole e grandi strizzate d’occhio, che ironizzano sullo status dell’industria videoludica, gag un po’ più ‘intense’ del classico film per famiglie e alcuni tocchi di stile metacinematografici che sapranno soddisfare anche chi cerca questo dalla pellicola.
L’unico vero problema che si può trovare nel film di Shawn Levy è probabilmente la parte di trama ambientata nel mondo reale. Com’è facile immaginare è meno interessante di quella che si svolge all’interno di Free City e risulta leggermente più abbozzata e scontata. D’altro canto da la possibilità di assistere a una divertente (e divertita) interpretazione sopra le righe da parte di Taika Waititi, ormai sempre più senza freni.
Free Guy – Eroe per gioco vi saluta con il sorriso
Uscendo dalla visione di questo film, a qualunque fascia di pubblico apparteniate, sentirete di esservi divertiti e parecchio. Certo, su alcuni aspetti sembra che il film proceda con piede sul pedale del freno, sia dal punto di vista dei toni, sia della profondità. Il film si fermando nel territorio della action comedy tradizionale, nonostante il desiderio di andare oltre che traspare in alcuni momenti. Ma in fondo non gli si chiede nulla di questo ed è bello concedersi qualche ora di divertimento puro e semplice.