Siamo, la maggior parte del tempo, alla ricerca di stimoli nuovi che ci permettano di perderci in pensieri intricati, che ci aiutino a crescere come persone migliori.
Questo non toglie che ci siano momenti in cui abbiamo voglia di spegnere il cervello, di occuparci di cose un po' più terra terra, perché alla fin fine siamo fatti di carne e sangue.
Allora cerchiamo qualcosa che si avvicini un po' più alla parte “leggera” di noi, perché ovviamente non siamo fatti solo di calcoli astronomici e citazioni filosofiche, siamo anche occasionali sbronze tristi dopo una delusione, cantando canzoni a squarciagola, supportati da amici il lacrime dalle risate. Alzarsi tardi, andare al lavoro, con abiti stropicciati, le borse sotto gli occhi e l'alito pestilenziale nascosto da una caramella alla menta o da una gomma da masticare. Abbuffarsi di cibo spazzatura, incuranti del fegato in agonia.
Urlare, litigare, isolarsi e poi ritrovarsi.
Non fa anche tutto questo parte delle nostre vite?
Se la risposta è sì allora dovete proprio dare un occhio al fumetto dell'artista francese Diglee, “Forever bitch”, pubblicato da Star Comics.
Nella migliore tradizione della quale ha aperto la strada Sex and the City, segue istanti delle vite di tre amiche, nei loro momenti buoni e in quelli un po' meno splendenti.
Spensierato, onestamente spassoso e soprattutto auto-ironico.
Prendersi troppo sul serio rischia di farci invecchiare prima del tempo, e farci anche invecchiare male.
Un modo anche per la controparte maschile per osservare il comportamento femminile nei momenti di completo relax, quando attorniate da altre ragazze non cercano di contenere il loro lato più brutale.
Perché ovviamente, al di là di quanto una fanciulla possa dimostrare di essere sé stessa, ci saranno sempre dei casi in cui cercherà di tirare fuori il meglio di sé, provando a nascondere i difetti più marcati, quando si trova a dover interagire con un ragazzo, magari anche proprio il ragazzo per cui ha un certo interesse.
Non è certo un segreto, anche se tutti quanti facciamo finta che lo sia.
Colori delicati, tratto deciso e forme morbide, un mix che ricalca perfettamente l'animo femminile, le contraddizioni.
Ce n'è per tutti i gusti: Louise, la voce narrante, la ragazza che sembra un po' più equilibrata delle altre, tanto che può sembrare la più normale nel gruppo quella a cui si avvicinano di più i tipi tranquilli.
Maud la folle, la giovane alla disperata ricerca della persona giusta, ricerca che comprende numerosi e ripetuti errori. La “casinara”, quella che porta scompiglio, senza neanche accorgersene, perché lei è così, vive una tonalità sopra tutti gli altri. Quando è assente si avverte un triste silenzio, nonostante molti le chiedano di fare meno rumore quando è presente.
Infine Audrey, la principessa, la ragazza che crede nell'amore puro così tanto da apparire per certi versi stupida, nella sua luccicante innocenza. L'amica carina da far invidia, quella col ragazzo apparentemente senza lati negativi, con la relazione che meglio di così non potrebbe andare e un lavoro stabile e sicuro… Quanto può durare una situazione così rosea nella nostra vita?
Giovani donne imperfette, alle prese con altrettanti uomini che del principe azzurro non hanno nulla. Amicizie semplici e complesse, amori effimeri e durevole.
Niente, più di questo, racconta la realtà.
Aspettiamo con impazienza altre graphic novel di questa giovane e fresca artista francese.