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Addio, Steven Universe

Era il 4 novembre 2013 quando Steven Universe fu trasmesso per la prima volta negli Stati Uniti. Qualche giorno fa è stato invece mandato in onda il finale di Steven Universe Future, che ha ufficialmente concluso l’arco narrativo lungo quasi 7 anni ideato dalla creatrice della serie Rebecca Sugar. Dopo esserci asciugati le inevitabili lacrime ed aver accettato, a malincuore, che la serie sia veramente finita, è quindi ora il momento di fare il punto della situazione e capire cosa ha reso così perfetto la fine di Steven Universe.

La fine di Steven Universe, attenzione contiene spoiler

Uno dei motivi per cui molti di noi sono ancora un po’ increduli riguardo al fatto che questa sia veramente la fine della popolare serie di Cartoon Network è che Steven Universe è già “finito” altre due volte: prima con la serie regolare e poi con il film-musical già ambientato nel ‘futuro’. Entrambi erano punti legittimi per terminare la storia che invece sono stati utilizzati semplicemente come passaggi per arrivare a Steven Universe Future.

Una scelta che ha pagato perché c’era ancora qualcosa da dire prima di dirsi addio. Il rischio con il proseguire con le serie è infatti sempre quello: i fan ma soprattutto i creatori, anche se magari si è detto tutto quello che si doveva dire, non si sentono pronti a dirsi conclusi e soddisfatti e accettano di andare avanti in maniera pretestuosa, fallendo nel soddisfare le aspettative e spesso viziando il lavoro pregresso.

Steven Universe Future fine siglaNon è però questo il caso: Steven Universe Future, come intuibile già dalla prima metà della serie, non è un tentativo di traslare le avventure delle Crystal Gem nella tarda adolescenza di Steven. Le sfide e i cattivi presentati dalla serie originale e il film sono stati sconfitti (o almeno, convinti a diventare buoni) e non vengono introdotti nuovi nemici, se non di tipo interiore. Stiamo parlando di un vero e proprio epilogo che esplora una parte spesso poco affrontata nelle storie di questo tipo: il dopo.

Eroi in tempi di pace

Con Steven Universe Future, Rebecca Sugar e il resto del team dietro alla serie hanno deciso di non dare per scontato il fardello psicologico. In molti prodotti di intrattenimento, anche con bambine bambini protagonisti coinvolti in sfide all’apparenza più grandi di loro, non viene infatti toccata la parte riguardante il come questi vivano emotivamente il loro destino.

Come rivelato dalla stessa Sugar ad un’intervista a CBR.com, i tasselli erano già presenti anche nella serie originale. Da sempre infatti, Steven mette davanti il benessere e la tranquillità degli altri di fronte alla sua. I traumi e le sfide affrontate, nonostante l’apparenza, hanno sempre lasciato il segno, e l’immagine di un protagonista capace di perdonare chiunque e di dimenticare il passato con facilità è ingannevole e non veritiera.

Tutto questo è emerso in maniera dirompente nella serie epilogo, dove Steven perde la possibilità di distrarsi dal proprio turbamento risolvendo i problemi degli altri perché di problemi, almeno grossi, non ce ne sono più. Il senso di impotenza, sommato al fatto che tutti sembrano, a differenza sua, godere a pieno di questo periodo di pace non fa che accrescere la frustrazione di Steven, scoperchiando il vaso di Pandora con tutti i suoi traumi e le aspettative che lo hanno segnato a partire dall’infanzia.

Nonostante la consapevolezza crescente dei propri problemi, l’istinto di mettere gli altri davanti a sé e il senso di colpa derivato dall’eredità di sua madre gli impediscono comunque di comunicare in maniera efficace la propria situazione e di considerare una qualunque strada che non sia quella di risolvere il problema con le proprie forze.

Un ragazzo, un mostro, Steven Universe

Il fatto che la soluzione non possa semplicemente essere quella di tenere durocercare di andare avanti ignorando la situazione sarebbe stato evidente dopo un po’ anche per una persona normale. Nel caso di Steven Universe, però, questo disagio si manifesta in maniera anche esterna sotto forma di poteri, vecchi e nuovi, estremamente potenti.

Un particolare che non viene esplicitamente esplorato dalla serie, ma che potrebbe aver contribuito in negativo alla situazione di Steven, è la scoperta di come Pink Diamond, prima essere la riservata, empatica ed amoreole Rose Quartz, fosse invece un tempo collerica capace di violenti sfoghi quando alterata. Questo è importante se consideriamo che durante il film-musical Steven e le altre gemme vengono colpite dal Rejuvenator di Spinel e quindi ‘resettate‘. E se è vero che per la fine del film Perla, Ametista e Garnet recuperano la loro identità e Steven recupera i suoi poteri, è possibile invece che la sua gemma, ovvero il diamante di Pink Diamond, sia regredita ad uno stato più suscettibile al disagio emotivo.

A prescindere dal fatto che questa teoria sia più o meno vera, la cosa certa è che nessuna strada provata da Steven riesce a fargli affrontare in maniera efficace i suoi problemi: provare a relazionarsi con suo padre abbracciare i suoi nuovi poteri o ancora  rinunciare alla sua identità personale per Connie, sono tutti tentativi di evitare di affrontare il nocciolo della questione, di accettare l’esistenza di un problema più profondo.

L’apice di tutto questo arriva nel momento in cui Steven, provando a chiedere aiuto ai Diamanti, passa da sentirsi un mostro, per aver (momentaneamente) ucciso Jasper e per aver avuto istinti omicidi nei confronti di White Diamond, a diventarlo. Un momento di emergenza tale che permette finalmente a tutti gli altri di capire che, prima di poter migliorare, Steven deve ricevere il supporto e l’empatia che per anni ha riservato lui agli altri. Steven ha bisogno che gli altri siano per lui ciò che lui è stato per loro.

The end

Questa conclusione, che non è la risoluzione completa dei problemi di Steven ma solo il suo inizio, è dove la serie ci lascia: Steven, per quanto dietro le quinte sia migliorato molto (e sia finalmente seguito da una psicologa), ha ancora del lavoro da fare, ma intanto ha deciso che per crescere e trovare il suo spazio nel mondo deve lasciare Beach City e la sua famiglia. Un viaggio che lo porterà verso nuove avventure (o forse solo verso una vita tranquilla) che però noi non vedremo.

Rebecca Sugar è sembrata essere abbastanza categorica sul fatto che questo sia la vera fine di Steven Universe (anche se mai dire mai) e per quanto anche a noi piacerebbe molto vedere questo universo narrativo continuare ad esistere non possiamo che ritenerci soddisfatti di questa conclusione così agrodolce e dalla lacrima facile. L’unica cosa in cui possiamo legittimamente sperare è che la Sugar abbia in serbo altre storie, altri mondi, altri personaggi capaci di farci sognare ancora, come e più di Steven Universe.

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