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Extasia, la distopia fantascientifica di Silvio Donà

Guerre, catastrofi, perdita di valori e di cultura. Quanti scrittori hanno già affrontato queste tematiche? Da Orwell a McCarthy, da Asimov a Takami, sono molti, moltissimi gli scrittori che nel corso degli anni si sono cimentati con il genere della distopia.
In cosa consiste, per chi non lo sapesse?
Beh, “distopia” è immaginare una società fittizia, spesso “futura”, in cui qualcosa… è andato storto. Spesso gli scrittori e i narratori prendono elementi più o meno negativi della società in cui vivono, portandolo all'eccesso.
“Cosa accadrebbe in una società in cui la cultura è considerata un pericolo, e in cui i libri devono venir bruciati?” è quel che si domanda Bradbury nel suo Fahrenheit 451.
“E se lo sviluppo delle tecnologie e dell'eugenetica dovessero arrivare troppo oltre?” è la domanda che si pone Huxley ne Il Mondo Nuovo.
Si tratta fondamentalmente di opere di denuncia, nelle quali gli autori ci prendono da parte e ci dicono “ehi, vedete tutto questo? È dove rischiamo di finire, se non ci diamo una regolata”.

È in questo filone che si colloca il romanzo che vogliamo presentarvi oggi: Extasia, quarta fatica di Silvio Donà.
Come del resto afferma l'autore sul suo blog, lo scenario in cui è ambientata la vicenda non è – purtroppo – nulla di particolarmente nuovo.
“Mi è bastato portare alle estreme conseguenze i meccanismi distruttivi oggi già in atto: inquinamento, crisi economica, perdita di solidità e di coesione dei sistemi-stato”.
In un mondo senza più regole, devastato da cataclismi e decimato dal Morbo, una malattia misteriosa simile a lebbra, l'umanità riscopre i suoi più bassi istinti. Non esiste più l'umanità. Non esiste più l'empatia. Gli individui si radunano in bande, anche all'interno delle quali ognuno deve pensare a sé e al proprio benessere – dopo, ovviamente, quello del capo di turno.
Per farlo, si ricorre soprattutto allo spaccio e all'uso di droghe, tra cui spicca la più potente, l'Extasia, curiosa sostanza a metà tra un liquido ed un gas. Se avete mai visto Breaking Bad, pensate alla metanfetamina di Walter White, pensate (no spolier!) a tutti i casini che provoca, e collocateli in un mondo cento volte peggiore del nostro.
E nei casini ci si metterà il piccolo Dany, colpevole di averne rubata una fiala per salvare l'adorata sorellina Eva dalle grinfie di una delle sopracitate bande di malavitosi. I due fratelli si troveranno ad avere a che fare con un mondo ostile, inumano, e pregno di dolore, ma scopriranno che anche nelle situazioni peggiori si può trovare un briciolo di compassione. Quest'ultima è incarnata da Francisco, il dottor Coelo, che conserva nel suo cuore brandelli del mondo com'era prima, così come glielo narravano i suoi nonni. 

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La trama di Extasia è estremamente semplice e ben delineata. Lo stile di Silvio Donà è immediato, scorrevole e privo di fronzoli,e, nonostante la tematica di fondo tutt'altro che allegra, non manca talvolta di un certo umorismo.  
Proteggere la propria umanità, i propri affetti, e non lasciarsi piegare e sopraffare da un mondo che va a rotoli. Cercare, anzi, di renderlo con le proprie azioni un posto migliore.
Questi i temi di fondo, che tornano a galla in ogni capitolo del romanzo. Nulla di particolarmente innovativo, ma indubbiamente una lettura piacevole, che ci induce a riflettere su alcune tra le più grandi forze e debolezze dell'animo umano.

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