Tanto piccoli che una mantide diventa un mostro terribile. Tanto grandi da diventare eroi. I protagonisti di Essere Montagna, il graphic novel di Jacopo Starace che Bao Publishing porta in fumetteria e libreria, ci hanno ispirato ed emozionato durante la lettura per questa recensione. L’autore riesce a tratteggiare un mondo alto pochi millimetri ma che rimane avvolto nel mistero. Rendendo l’avventura del giovane Myco una storia capace di parlare di ecologia e salute, ma soprattutto di come anche l’animo umano possa essere infimo – o gigantesco.
La nostra recensione di Essere Montagna di Jacopo Starace
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Myco e la sua sorellina Pai sono in missione speciale, aiutati dalla loro cavalcatura Forbicina. Devo recuperare una pila per la radio del loro villaggio, interamente posto sotto un carello della spesa rovesciato e coperto di vegetazione. La radio è fondamentale per restare connessi con gli altri Esseri Formica, alti pochi millimetri e in lotta costante con gli insetti più aggressivi.
Soprattutto perché pochi anni prima una malattia ha colpito duramente questi piccolissimi esseri: un fungo che si propaga ovunque nel corpo, che ha portato via anche i genitori di Pai e Myco. Si sono salvati solo grazie all’antidoto donato dagli Esseri Montagna, grandi e tecnologicamente avanzati. Ma la malattia ora è alle loro spalle. O almeno così sembra perché lo straniero Amanita, con una maschera che ricorda quella dei medici medioevali, arriva foriero di cattive notizie.
Per la sua famiglia e per il suo popolo, Myco dovrà intraprendere un viaggio pieno di sfide. Ma non sarà solo: Jacopo Starace ha creato diversi personaggi che impariamo subito a rispettare e apprezzare, perché seppure con diversi ideali e obiettivi, hanno a cuore il futuro degli Esseri Formica. Presto diventa evidente che, anche quelle che sembrano cause naturali come l’epidemia al centro della storia, hanno bisogno di una risposta umana per trovare una soluzione.
Personaggi minuscoli ma terribilmente umani
Starace disegna i volti in maniera semplice, spesso le espressioni di Myco sono rese con due linee soltanto. Eppure la sua grande capacità di trovare l’inquadratura giusta e l’abilissimo uso del colore rendono vivi questi personaggi. Che non conosciamo tramite didascalie esplicite o dialoghi fitti di esposizione. Non sappiamo mai nulla di più di quello che ci serve: scopriamo questo mondo una pagina alla volta.
Conosciamo tutti i personaggi tramite le loro scelte – quasi sempre viste in azione, con qualche riferimento al passato – e questo fa sì che questa storia strutturalmente semplice si riempia di ulteriori livelli di lettura. Ogni personaggio ha una storia che l’ha portato a essere chi è, ma Starace non spende mai più del dovuto per raccontarcela. In questo modo, scopriamo le ragioni delle scelte di Myco, Pai e gli altri in maniera indefinita.
Questa scelta spalanca la nostra immaginazione: i personaggi ci sembrano tutti più complessi, il mondo più vissuto. Starace ci tratta da lettori creativi, ingaggiandoci ancora di più nello scoprire questo mondo minuscolo.
Malinconia e speranza
Se l’ambientazione in miniatura tanto ben disegnata e colorata ci ha fatto entrare nel mondo, i personaggi ci hanno fatto innamorare di questa storia. Ma è l’atmosfera ad aver sigillato la magia. Nel libro sentiamo parlare di ecologia, un tema quanto mai urgente. Ma anche di pandemia, in maniera struggentemente vicina. Quando descrivono i genitori di Myco e Pai, che cullavano la bambina da lontano senza poterla toccare, come autori del “più grande sacrificio” possibile, non abbiamo potuto che fermarci per qualche secondo, ricordando gli ultimi anni pandemici. Starace non cerca paragoni semplici, né l’effetto melodrammatico. Sta facendo quello che gli autori fanno sempre: mettere quello che prova in quello che scrive.
L’effetto, è questo romanzo grafico risulta sempre pieno di malinconia. Soprattutto Myco sembra guardare al passato con una tristezza enorme, che non esprime mai a parole.
Ma al tempo stesso vediamo Pai, che nonostante tutto quello che le succede, continua a ridere – e far ridere gli altri. Tanto entusiasta che spesso Starace la disegna due volte nella stessa inquadratura, per mostrare quanto si muove veloce, rappresenta una speranza inesauribile e testarda. La consapevolezza maliconica di Myco e la speranza davvero contagiosa di Pai finiscono per lavorare insieme nel plasmare il viaggio eroico in questo piccolo mondo. Perché una cosa emerge da ogni pagina di Essere Montagna mentre lo leggiamo per questa recensione: le altre persone possono essere il problema, ma sono anche la soluzione. E sono quello per cui vale sempre la pena lottare.
Con pagine piene d’arte e un significato intriso di poesia, Jacopo Starace incapsula una storia che lascia un delizioso sapore agrodolce una volta chiuso il libro. Che vi consigliato di leggere: anche solo per godervi la grande edizione (alta qualche centinaio di Esseri Formica) che trovate sul sito di Bao Publishing.
- Editore: Bao Publishing
- Autore: Jacopo Starace
- Collana:
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2023