Tra i tanti progetti che i Marvel Studios hanno annunciato dalla fine della cosiddetta Fase 3 a oggi, uno dei più curiosi era sicuramente Echo. Uno show che si incentra totalmente su un personaggio molto secondario nei fumetti e non particolarmente di successo neanche in Hawkeye, la serie che ne ha visto il debutto nel MCU. Eppure, nonostante questo e altri segnali, il risultato è decisamente convincente, almeno per quanto abbiamo visto in anteprima. Addentriamoci quindi nella recensione di Echo, la nuova serie Marvel su Disney+, per saperne di più…
La recensione di Echo, il ritorno dell’universo Marvel su Disney+
Dunque, facciamo un momento di recap. Abbiamo conosciuto Maya Lopez in Hawkeye, dove ha messo più di una volta i bastoni fra le ruote a Clint Barton. È una donna nativa americana, sorda ed eccezionale nel combattimento corpo a corpo, tanto da essersi guadagnata un posto di rilievo nell’organizzazione criminale di Wilson Fisk alias Kingpin, uno dei boss più potenti di tutta New York City.
Gli eventi di Hawkeye però hanno svelato a Maya il vero volto di quest’ultimo. Ne è nato uno scontro, che ha portato la donna a sparare a Kingpin. Ma non si può uccidere un boss di quel livello e farla franca come se niente fosse e ora Echo si trova in fuga dal lato oscuro della legge. La sua corsa per la salvezza passa da un ritorno a casa, dove deve confrontarsi con il suo passato da cui si era bruscamente strappata. Senza dimenticare che la minaccia di Fisk potrebbe essere ancora più concreta del previsto…
È importante premettere che questa recensione di Echo si basa sui primi tre episodi (dei cinque totali che questa serie TV Marvel avrà al suo debutto su Disney+). Si tratta quindi di un giudizio ancora parziale, ma che già può contare su un buon minutaggio.
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E l’impressione, arrivati a questo punto, è di un prodotto estremamente curato, che offre al MCU un tono più serio, in ogni aspetto. Non ci troviamo davanti al classico spettacolo colorato e scoppiettante che abbiamo visto anche in titoli sulla carta più seriosi come Moon Knight o The Falcon and the Winter Soldier. Echo è una serie TV che nella sceneggiatura, nella regia e nei colori ha più da spartire con un drama HBO che con quanto visto nell’universo Marvel finora (almeno su Disney+).
L’Oracolo a volte non ci azzecca
Quando parliamo di progetti come questo, in cui si segue tutta la lavorazione passo passo tra annunci ufficiali, post sui social e rumor, è automatico analizzare ogni novità nella speranza di farsi un’idea di come sarà il prodotto finale. Nel tempo abbiamo imparato a interpretare i segni come oracoli moderni e per Echo le stelle indicavano sfortuna nera.
Se già in origine lasciava perplessi l’idea di uno show incentrato su un personaggio che non aveva particolarmente catturato l’attenzione del pubblico, i timori sono aumentati con le voci di una lavorazione tormentata, che ha dovuto affrontare profondissimi rimaneggiamenti, anche in corso d’opera.
La creazione di un’etichetta apposita per i progetti meno legati al resto del franchise, così come la decisione di rilasciare tutti gli episodi insieme il 10 gennaio, invece della tradizionale release settimanale, sembravano il segno definitivo di sventura. E invece no.
Se le storie di profondi reshoot siano vere o no non possiamo dirlo, ma nel caso per una volta sarebbero un segnale non di confusione, quanto di piena lucidità nel capire cosa funziona e cosa va sistemato. L’etichetta Marvel Spotlight ben si sposa con questo show, uno dei prodotti del MCU con meno “visioni propedeutiche” di epoca recente. E soprattutto un tono che è ideale per una release integrale, da vivere possibilmente in binge, con una puntata dietro l’altra.
Ne è nata una serie TV che è decisamente solida, con delle performance più che convincenti e uno squarcio su qualcosa di diverso che può convivere nel MCU con prodotti di tutt’altro carattere, come She-Hulk o Ms. Marvel.
Echo, la recensione dell’antipasto di Daredevil
Tra le spiegazioni che sono emerse nel tempo per spiegare la scelta di realizzare uno show su Echo era emersa l’idea che fosse necessario per condurre al ritorno definitivo di Daredevil nel MCU. Kingpin, che ritroveremo anche nella serie TV su Matt Murdock, avrebbe fatto da filo conduttore, guidandoci ancora una volta tra i vicoli di Hell’s Kitchen.
Ora, non vogliamo esprimerci su questa ipotesi sul piano narrativo. Un po’ perché come si diceva questa recensione di Echo si basa solo sui primi tre episodi della serie TV, un po’ perché non vogliamo fare troppi spoiler. Ma dal punto di vista del tono, della cura e dell’atmosfera in generale, siamo decisamente nei territori dell’Uomo Senza Paura. E nello specifico, proprio di quello che ha già conquistato il mondo dello streaming.
Echo non è quindi la serie che risolverà la crisi dell’universo Marvel. Anzi, è probabile che lasci poche tracce nel grande schema delle cose, restando limitata a una nicchia eterogenea, formata dagli appassionati più hardcore che non si perdono nulla di quanto pubblicato dal franchise e dai novizi incuriositi dalle ridotte barriere all’ingresso. Ma questi spettatori potranno godersi uno show finalmente davvero convincente ed efficace, che non cerca di strafare e sgomitare, ma semplicemente raccontare una buona storia, bene.
E sì, ora viviamo in maniera molto diversa i rumor dei profondi reshoot di Daredevil: Born Again…
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