Non sapete cosa aspettarvi da questa nuova serie di Dracula, vi state chiedendo: “Mi deluderà, mi spaventerà, anche qua vedrò vampiri sbrilluccicare o mi dovrò di nuovo sorbire strane accozzaglie tragicomiche con vampiri che fanno sesso per aria?”. Oppure l’avete vista e come me sapete, mie care amiche e miei cari amici, che ci siamo piacevolmente sorpresi: un Conte Dracula così non l’avevamo praticamente mai visto prima.
Il Principe dei Vampiri risorge in Dracula
Permettetemi di presentarvelo: Vlad III Țepeș Dracul, l’Impalatore, principe di Valacchia, conosciuto soprattutto come il Conte Dracula. Personaggio realmente esistito, su cui lo scrittore Bram Stoker ha tracciato una fra le figure horror più conosciute di tutti i tempi. 123 anni fa fu pubblicato il libro Dracula, ma ancora oggi il Principe dei Vampiri vanta una popolarità tale che abbiamo visto la sua figura praticamente ovunque, in pellicole, fumetti, cereali e molto altro ancora! Talvolta ci ha fatto ridere, interpretato da quel geniaccio troppo compianto di Leslie Nielsen nella parodia di Dracula morto e contento del 1995, talvolta ci ha fatto piangere, perlomeno a livello di sceneggiatura, e sto parlando dei lavori non del tutto riusciti come Dracula: Untold e l’ultimo capitolo di Blade. Ma per parlare di tutti i riferimenti alla figura di Dracula, ci vorrebbero articoli su articoli a parte. Con la nuova serie targata BBC e disponibile su Netflix dal 4 Gennaio 2020, possiamo vedere un Dracula “vecchio”, tradizionale, in nuove vesti.
Un Dracula perfettamente credibile, fedele al romanzo a incominciare proprio agli anni in cui è ambientata la serie, precisamente il 1897, anno di pubblicazione del libro. Il nostro vampiro preferito qui indossa tutti i più conosciuti stereotipi attribuiti alla sua figura, dal terrore della luce solare fino alla paura atavica verso la croce. Eppure al contempo stesso un Dracula “moderno”, che riesce a stare al passo coi tempi, persino a questi frenetici passi del nuovo millennio.
Sangue fresco
Com’è possibile riuscire in un’impresa simile? Come possiamo anche soltanto accettare di vedere una storia talmente trita e ritrita?
Non scade mai nella volgarità, nella banalità, non è mai pomposo e fittizio, questo Dracula si lascia facilmente credere antico e maestoso, ma allo stesso tempo “animale”, vulnerabile. Umano.
L’antica sinfonia del Conte Dracula
Possiamo attribuire altri meriti per la grandiosità di questa serie, ai due autori Steven Moffat e Mark Gatiss. Gli sceneggiatori della nuova serie di Doctor Who li avevamo già visti all’opera: col loro approccio fresco, pungente e coinvolgente erano riusciti (magistralmente) a rispolverare una figura come quella di Sherlock Holmes nella celebre serie sempre targata BBC, nonostante competesse con un rivale di tutto rispetto come lo Sherlock del film di Guy Ritchie. Steven Moffat e Mark Gatiss conoscono perfettamente Dracula, sia il personaggio letterario sia i volti che l’hanno interpretato, tant’è vero che in questo nuovo Dracula potrete notare più di un richiamo al Conte interpretato da Bela Lugosi e al Dracula di Christopher Lee.
Un po’ Bram Stoker, un po’ Conan Doyle
Fino alle prime due puntate potevamo aspettarci che tutto procedesse da manuale, ovvero secondo il manuale di Bram Stoker e delle leggende che aleggiavano attorno al Conte. I due autori Moffat e Gatiss, d’altronde, sono talmente magistrali nel muovere il loro Dracula, che accennano in questa serie alcuni richiami al loro beniamino detective (vi sfido a trovarli).
Insopportabile: hanno realizzato l’ennesima rappresentazione sul Conte Dracula, facendoci credere che non avessero più idee, che ci avrebbero rifilato la solita minestrina riscaldata. Invece ci hanno servito un sontuoso banchetto, rigorosamente accompagnato da un bicchiere… di vino.