Tra i tanti temi ricorrenti nella fantascienza c'è sicuramente la possibilità di ridurre le dimensioni delle persone, per i più disparati motivi: da Viaggio Allucinante, da cui poi ha tratto un libro il grande Isaac Asimov, passando per Salto nel buio, fino ovviamente a Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi e lo stesso Ant-Man. Non era quindi semplicissimo trovare una prospettiva alternativa e originale con cui affrontare l'argomento, ma il nuovo film di Alexander Payne Downsizing ci è riuscito sicuramente.
In un mondo oppresso dalla spada di Damocle dei cambiamenti climatici e dal rischio conseguente di estinzione della razza umana, uno scienziato ha trovato un sistema geniale per combattere lo spreco di risorse: rimpicciolire il genere umano, riducendo così i loro consumi. Dopo anni e anni di ricerche è riuscito a sviluppare un processo che permetta di farlo in relativa al semplice costo di qualche disagio iniziale, ben bilanciato dagli innumerevoli vantaggi successivi, tra cui la ricchezza dovuta alle minori necessità da soddisfare. Bastano pochi risparmi per essere un milionario in una delle tante città per le "persone piccole".
È molto interessante vedere gli sviluppi dell'introduzione del downsizing nella società, da quelli più tecnici come gli scompartimenti dedicati sui mezzi di trasporto o l'utilizzo di oggetti del "mondo grande" come forma di arredamento nelle città, ma soprattutto quelli sociali, come l'utilizzo della pratica come forma di tortura o come strumento per favorire l'immigrazione clandestina. In particolare poi, colpisce una scena dove viene mostrato il razzismo crescente verso le persone piccole, che riporta alla mente momenti bui della realtà odierna e racconta la nascita di un pregiudizio e come questo sia spesso legato alla gelosia.
Purtroppo però i lati positivi finiscono qui. A un setting incredibilmente brillante, pieno di potenzialità, non viene accompagnato uno sviluppo narrativo allo stesso livello, con una storia che accenna diversi spunti apprezzabili, per poi abbandonarli e scegliere di concentrarsi su un rapporto poco credibile e soprattutto poco coinvolgente. È vero, non ci sono problemi particolarmente gravi, le due ore circa scorrono in tranquillità, ma una volta giunti alla fine non sarà rimasto granché dalla visione.
Anche da un punto di vista tecnico, nulla da eccepire, ma non ci sono guizzi particolari, che potrebbero rendere più interessante il film, per quanto da una commedia non ci si possa aspettare particolari evoluzioni registiche. Meritano comunque una nota di merito le performance di Hong Chau, al suo primo ruolo cinematografico da protagonista, e soprattutto di Christoph Waltz che ancora una volta si dimostra uno dei migliori attori attualmente in attività.
Nel complesso ovviamente Downsizing raggiunge senza problemi la piena sufficienza, ma non va oltre e con tutta probabilità sarà dimenticato dal pubblico poco dopo la visione. Tuttavia, data l'importanza dei temi sociali trattati, il messaggio estremamente rilevante e l'originalità con cui il tutto viene affrontato, era lecito sperare in qualcosa di più.