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I documentari disastrosi (ma esilaranti) di Philomena Cunk

Diane Morgan porta il suo personaggio su Netflix per Cunk on Earth

A volte dobbiamo guardare al nostro passato per capire che direzione dare al nostro futuro. Altre volte guardiamo al nostro passato per ridere delle migliori battute nonsense che lo streaming possa offrire – come per i geniali e terribilmente sciocchi documentari di Philomena Cunk. Una documentarista che ha iniziato ad aver successo sulla BBC e che spiega la storia intera del globo su Netflix con Cunk On Earth. Ponendo domande scomode alle più brillanti menti accademiche delle migliori università del globo. Tipo com’era il mondo prima che Newton inventasse la gravità.

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Ogni puntata di Cunk On Earth – o della serie BBC Cunk On Britain uscita poco dopo la Brexit – inizia con Philomena Cunk che guarda la telecamera e si presenta. Ma basta uno sguardo per capire il suo ruolo. Capelli raccolti, cappotto di tweed aperto su una camicia abbottonata, lo sguardo serio e la cadenza ben scanditata di una documentarista esperta.

Con frasi che iniziano in un luogo e finiscono dall’altra parte del mondo, riprese con i droni per far vedere la bellezza della natura o la maestosità di una città, sembra uno degli altri documentari in 4K che ci lasciano a bocca aperta su Netflix. Ma non lo è, bastano le prime frasi per capirlo.

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Photo Credit: Jonathan Browning

Su Netflix specifica che lo show parlerà del “nostro pianeta, lo stesso su cui sono io stessa. E se non state compiendo un volo intercontinentale o cadendo da un edificio molto alto, ci sono buone probabilità che sia anche quello in cui siete voi”. Nello show Cunk On Britain (della BBC) spiega invece che parlerà di “questa cosa chiamata storia, una specie di specchietto retrovisore del tempo”.

In poche puntate, Philomena Cunk parla dell’intera storia del Regno Unito prima e della Terra intera poi. Con un riassunto che risulta quasi sempre interessante. Come quando mostra le pitture rupestri, “una specie di Fast & Furious dell’epocache racconta nel dettaglio “la guerra continua fra i nostri antenati e le mucche”.

La professoressa (?) Cunk si siede poi a parlare con alcuni dei più importanti accademici del mondo sull’argomento oggetto di discussione. Facendo le domande scottanti, come “perché tutti siamo affascinati dalle piramidi, quando sono solo dei triangoli fatti di mattoni?“. Oppure commuovendosi quando comprende che la cagnolina Laika non è mai tornata dal suo viaggio spaziale su Sputnik. Anche se la nostra interazione preferita è quando chiede Qual è stato l’evento più politico della storia della Gran Bretagna?“, per poi guardare l’esperto di storia politica avere crisi esistenziali per un minuto intero.

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Ma per capire chi è davvero questa Philomena Cunk, dovremmo fare un salto indietro nello specchietto retrovisore del tempo. E svelare che, come quando lei confonde la band dei Blur con Tony Blair, Cunk non è il suo vero nome. Non solo: è tutt’altro che una documentarista che fa domande poeticamente sciocche.

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Photo Credit: Jonathan Browning

Dietro a Philomena Cunk c’è Diane Morgan, una comica inglese che negli anni ha fatto del mockumentary un’arte. Forse qualcuno di voi l’ha vista in alcuni episodi di Drunk History, oppre nella serie After Life di Ricky Gervais (anch’essa su Netflix). Ma il ruolo della sua vita, quello di Philomena Cunk, lo ha per la prima volta in Weekly Wipe, uno show comico di Charlie Brooker.

Se questo nome vi dice qualcosa, è perché Charlie Brooker oltre a fare il produttore e l’autore di tutte le serie con Cunk, ha creato e sceneggiato Black Mirror. Esatto: la stessa persona che ci ha regalato perle come il rapporto romantico fra un Premier inglese e una scrofa, ha anche scritto le domande più sciocche che la maggior parte dei professori inglesi si siano sentiti dire.

La serietà della comicità

Difficile dire quante delle perle di Philomena Cunk – “ha avuto più successo il Rinascimento o Single Ladies di Beyoncé?” – siano nate dal lavoro degli sceneggiatori e quanti dalla spontaneità di Diane Morgan. Ma quello che sappiamo per certo è che senza il suo sguardo serio mentre dice le cose più sciocche mai pensate, queste battute non farebbero ridere.

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Photo Credit: Jonathan Browning

In Italia abbiamo l’esempio di Valerio Lundini, che seppur con un umorismo diverso e tratti particolarissimi, vanta la stessa impassibilità di Diane Morgan. Qualcosa che ci fa sembrare che di conoscere un segreto che tutti quelli che parlano con Philomena Cunk non sanno (o almeno fingono di non sapere) – e cioè che in fondo è tutta una battuta.

Ma la comicità non è mai vuota, anche quando maestosamente sciocca. La satira sociale avvolge tutti i documentari di Philomena Cunk, senza mai prendere il sopravvento. Da vera clown documentarista, spesso assume il ruolo scomodo di dire assurdità rivelatrici di critiche anche interessanti.

Senza contare che alcune delle informazioni svelate in questi documentari sono molto interessanti, anche solo da ripassare. Non solo avrete un’idea più precisa dei conflitti e delle rivoluzioni tecniche dall’alba dell’umanità fino a oggi, ma apprezzerete la Pump Up the Jam dei Technotronic o la sigla della sitcom Brush Strokes.

Intelligentemente senza senso e brillante sciocchi, i documentari di Philomena Cunk non informano come altri prodotti che vedrete accanto a Cunk On Earth su Netflix. Ma fanno davvero ridere.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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