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Doctor Strange nel Multiverso della Follia: la forza dell’ignoto | Recensione

La nuova avventura tra le pieghe degli universi è qui

Dopo Spider-Man: No Way Home, Doctor Strange nel Multiverso della Follia è probabilmente il film della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe più atteso. Tra sorprese nei trailer, camei rumoreggiati e l’incredibile attrattiva del concetto degli universi paralleli, non c’è da stupirsi. O meglio, non c’è da stupirsi della grande curiosità intorno al film, perché di sorprese la pellicola ne regala parecchie.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia è un viaggio nell’ignoto

Evitiamo di entrare nei dettagli della trama di questa nuova avventura dello Stregone Supremo (o meglio, ex-Stregone Supremo come abbiamo imparato in Spider-Man: No Way Home). Fin dai primi minuti infatti potremo renderci conto di come, nonostante tutti i trailer e le speculazioni, davvero poco è trapelato in merito agli effettivi eventi del film.

E forse proprio per questo riesce a catturare così bene la nostra attenzione. È davvero difficile comprendere dove voglia andare a parare, fare ipotesi su cosa ci attenda a ogni cambio di scena, come si ricollegherà a quei piccoli stralci che abbiamo potuto estrapolare dal materiale promozionale. Siamo ‘costretti’ ad aspettare che sia il film stesso a rivelarsi ed è un’esperienza ottimale.

Anche proprio per il fatto che ci porti su strade quasi completamente ignote per noi, sembra di vivere un’avventura ancora più lunga di quanto effettivamente sia. Se siete tra coloro che avevano storto il naso davanti alle ‘sole’ due ore di durata, non avete di che temere. Sarà un viaggio estremamente denso di eventi, con un ritmo sempre crescente che saprà regalare emozioni continue.

Non tutto funziona perfettamente a livello di sceneggiatura. Soprattutto nella prima metà c’è qualche piccolo intoppo, qualche passaggio fin troppo rapido. Qui effettivamente qualche minuto extra avrebbe aiutato o, paradossalmente, qualcuno in meno. Fortunatamente però più ci si avvicina al finale, più questi difetti spariscono, lanciandoci verso una conclusione molto più curata.

Sam Raimi, who else?

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Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2022. All Rights Reserved.

Non è mai piacevole quando una pellicola cambia regista in corsa. Il pericolo che il progetto crolli su sé stesso è sempre alto in queste occasioni. Tuttavia, il ritorno di Sam Raimi al mondo dei cinecomics (un genere che ha contribuito enormemente a creare) fu accolto in maniera positiva e ora che abbiamo davanti i risultati, non possiamo che confermare quelle prime impressioni.

Questo perché è stato indubbiamente capace di far valere la propria seniority, ottenendo più campo libero di altri. Chiaramente si sente la mano dei Marvel Studios, sempre focalizzati a creare una certa omogeneità nei progetti del proprio superfranchise, ma rispetto a quanto siamo abituati a vedere si percepisce uno spazio di manovra molto più ampio.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia è esattamente quello che dovrebbe essere un film su questo personaggio. Non ha paura di entrare nel territorio weird, di abbandonarsi a dialoghi bizzarri tra incantesimi e reliquie e soprattutto di regalare visioni psichedeliche, piegando continuamente la nostra prospettiva.

Quello che Raimi offre poi è un parziale ritorno al passato nello stile. In alcuni momenti sembra davvero di assistere ancora una volta alle avventure di Spider-Man con cui molti di noi sono cresciuti. Il suo approccio, adattato per questo nuovo personaggio, per il franchise in cui è immerso e per l’epoca attuale, a volte può far storcere il naso, ma nel 90% della pellicola funziona in maniera splendida.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vi farà urlare

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Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2022. All Rights Reserved.

La libertà creativa offerta a Raimi è evidente soprattutto negli aspetti più orrorifici del film. Fin dai primi annunci si era parlato di Doctor Strange nel Multiverso della Follia come del “primo horror del MCU“. Non ci sentiamo di confermare in toto questa definizione (che comunque è stata ridimensionata nel tempo) ma è indubbio che si spinga ben oltre i confini tradizionali del franchise.

Il tono di alcune sequenze è indubbiamente infatti quello di un film horror, con una grande tensione (per una volta raramente stemperata con una battuta). Ad aiutare è anche il contributo di Danny Elfman che torna a comporre le musiche per un cinecomic di Raimi. La colonna sonora accompagna magnificamente le immagini a schermo, coinvolgendoci a 360 gradi.

La paura non è l’unico motivo per cui griderete in sala. Questo film ha in serbo grandi sorprese, che sapranno farvi saltare sulla sedia. Ce n’è per tutti i gusti: che siate appassionati con una conoscenza enciclopedica del mondo Marvel o fan che seguono le avventure degli Avengers con più distacco, avrete sicuramente dei momenti che vi lasceranno a bocca aperta.

Questo aiuta a riportare in equilibrio il problema dell’accessibilità del film. Rispetto ad altre pellicole della Fase 4 (e in generale a quanto ci ha abituato Marvel) è uno dei titoli meno fruibili per chi si approccia solo ora al franchise. Resta comunque comprensibile anche per chi ha qualche ‘buco’ nella propria conoscenza del MCU, ma alcuni passaggi potrebbero essere piuttosto confusi. Più del solito, almeno.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia non tradisce le aspettative

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Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2022. All Rights Reserved.

Nel complesso, questa seconda avventura da protagonista di Stephen Strange è uno dei prodotti più solidi della Fase 4 finora. Sicuramente ci sono aspetti che avrebbero potuto essere migliori. Sequenze che non funzionano al meglio, che meritavano un ulteriore giro di vite. Tuttavia, ci sono talmente tanti momenti eccezionali che riescono a farci dimenticare tutto ciò che non funziona e uscire dalla sala assolutamente esaltati.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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