Tarantino è tornato e l'ha fatto di nuovo. Siamo reduci (è la parola giusta) dalla visione dell'ultimo, spettacolare lavoro di Tarantino, Django Unchained, e ve lo diciamo subito: ci è piaciuto, ah! se ci è piaciuto!
Django (ci raccomandiamo: la “D” è muta) è un film esilarante, senza freni, divertente e sommamente divertito. Per essere un film che parla di vendetta, disumanizzazione e violenza gratuita, vi troverete a ridere di gusto molto spesso, anche in momenti decisamente poco appropriati, ma non c'è niente da fare: vedere spruzzi di sangue e pezzi di carne umana che volano in aria mentre Django usa il cadavere di uno dei bianchi che ha ucciso per ripararsi dalle pallottole degli altri bianchi è qualcosa di talmente esagerato e grottesco che davvero non è possibile non sghignazzare come degli scemi.
Django Unchained è uno di quei rari film che quando si va a vedere al cinema con gli amici non c'è bisogno di chiedere se è piaciuto: certo, è un film estremo, un film decisamente tamarro e che richiede un certo tipo di umore e disposizione d'animo per essere apprezzato…però è anche un film che è in grado di farti diventare dell'umore giusto e di creare quella disposizione d'animo, che tu lo voglia o no. Non c'è scampo: se anche una parte del tuo cervello cerca di convincerti di aver appena visto un'enorme pagliacciata infantile e insensata, tutto il resto di te sarà talmente soddisfatto ed entusiasta che quella critica non la sentirai neppure ed uscirai dalla sala con un sorriso felice da bambino.
Sapevamo, nell'apprestarci alla visione, delle numerose e prevedibili polemiche che sono montate, soprattutto negli Stati Uniti, circa il modo in cui Tarantino ha trattato la tematica del razzismo. Taluni ritengono che un film del genere mortifichi l'importanza e la serietà del tema, maneggiandolo con troppa leggerezza, altri addirittura si spingono fino a tacciare l'autore di razzismo; Spike Lee ha addirittura ritenuto di boicottare il film in quanto offensivo per la memoria dei suoi antenati (un'uscita francamente un tantino esagerata, soprattutto perchè pare che sia stata fatta prima che Lee avesse visto il film, cosa che non risulta abbia a oggi ancora voluto fare).
Sono critiche interessanti e non c'è assolutamente niente di male a sollevarle. Per quanto ci riguarda, però, troviamo che tali critiche non hanno molto fondamento, perchè a ben guardare Django Unchained non è un film che parla di razzismo, né di schiavitù: non si tratta infatti della storia di un nero in una crociata iperviolenta contro i bianchi sfruttatori, ma piuttosto quella di un uomo innamorato che è disposto a fare di tutto per salvare la sua bella dal malvagio che l'ha presa. Non arriviamo a dire che la scelta del contesto sia puramente cosmetica, ma quasi: del resto, che questa sia la chiave di lettura è Tarantino stesso a dircelo, tramite il racconto di Schultz della vicenda di Brunnhilde fra le fiamme dell'inferno. Django è un novello Siegfried, che il caso ha voluto essere nero e schiavo, ma l'archetipo a cui si rifà è in realtà indipendente da queste caratteristiche, che sono invece più facilmente spiegabili come pretesto scelto da Tarantino per poter realizzare un gustoso spaghetti western di quelli che gli piacciono tanto.
Django Unchained trova il suo tema nella vendetta, o ancora più precisamente nella giustizia poetica: è un film dove ognuno ha quello che merita e raccoglie ciò che semina. Nessuna ingiustizia viene lasciata impunita: chi frusta viene frustato, chi picchia viene picchiato, chi minaccia gli zebedei di Django viene…ci siamo capiti.
Spendiamo due parole sull'eccezionale prova che tutto il cast ha dato: dai due protagonisti, Christoph Waltz e Jamie Foxx, eccellenti presi singolarmente, irresistibili in tandem al notevole Di Caprio nella veste dell'odioso Mr. Candie, dall'incantevole Kerry Washington allo spettacolare, spettacolare, spettacolare Sam Jackson nei panni del vecchio schiavo nero di famiglia, che si indigna più dei bianchi quando qualche altro schiavo nero si permette di alzare la testa.
In conclusione: se non l'avete ancora fatto correte a vederlo. Soprattutto se siete dei fan degli spaghetti western: in questo caso avrete una caterva di citazioni più o meno celate da cogliere, dal cameo di Franco Nero (il Django originale) al tema di Trinità sul finale. Perchè ricordiamocelo: il primo che si sarebbe divertito un mondo a vedere questo film è proprio Tarantino stesso.