No, non preoccupatevi: questo non è l’ennesimo articolo sul fatto che Die Hard sia un film di Natale. Orami questa cosa è nota a ogni Nerd del mondo, sappiamo che potreste spiegarlo molto meglio di noi. Ma vogliamo dimostrare che Trappola di Cristallo, il capolavoro di John McTiernan del 1988, altro non è che la trasposizione pressoché letterale di Canto di Natale, la novella di Charles Dickens del 1943. Certo, aggiornata per includere Alan Rickman e delle mitragliatrici, due elementi che lo stesso Dickens avrebbe aggiunto al suo romanzo breve se avesse potuto. Ma Die Hard tocca tutti i punti di Canto di Natale, con John McClane nei panni di Scrooge: ecco le prove.
Die Hard è un remake di Canto di Natale: ecco le prove
Sulla carta, l’unica cosa che hanno in comune il film e la novella dickensiana è il periodo dell’anno in cui sono ambietate. L’autore vittoriano cercava il momento migliore per dimostrare che c’è del buono in ogni persona, McTiernan voleva una scusa per addobbare un finto terrorista con un cappello da Babbo Natale.
Ma c’è molto di più in comune. A partire dai due protagonisti.
John McClane è l’Ebenezer Scrooge con il distintivo
Scrooge fa il banchiere, mentre McClane fa il poliziotto. Ma nei primi minuti di entrambe le storie impariamo una cosa che vale per entrambi: mettono il lavoro al primo posto. Scrooge obbliga il suo unico impiegato a lavorare a Natale. McClane arriva all’ultimo minuto per le feste (con un solo orsacchiotto gigante per i suoi due figli, tra l’altro) perché “A New York faccio il poliziotto e da sei mesi sto dando la caccia a certi tizi per metterli dietro le sbarre. Non posso lasciare tutto da un giorno all’altro“.
Le motivazioni sono diverse: per Scrooge è pura avidità, per McClane senso del dovere. Ma entrambi stanno dimenticando la propria famiglia. E qualcuno sta per ricordarglielo.
Die Hard è il Canto di Natale: Holly fa da Fantasma del Natale Passato
Per Scrooge sono le catene del fantasma di Jacob Marley, suo vecchio collega, che fa iniziare la tragedia (e la redenzione). Per McClane sono gli spari dei terroristi che entrano in Nakatomi Plaza guidati da Hans Gruber.
Ma in entrambi i casi, la storia comincia quando devono fare i conti con il passato. Nel romanzo di Dickens il fantasma del Natale Passato ci fa conoscere Fanny, la sorella di Scrooge, che fa capire come il padre che lo mandò in istituto sia “più gentile ora”. Ma soprattutto vediamo il vecchio amore di Ebenezer, Bella. E vediamo lui che sceglie il denaro per l’amore.
Holly Gennaro McClane (Bonnie Bedelia) riveste sia il ruolo del Fantasma, che quello di Fanny e di Bella. Ricorda a John che (Bruce Willis) della sua famiglia, del suo amore. Del mondo fuori dal distretto di polizia che non vuole lasciare, sebbene il lavoro della moglie sia meglio retribuito e lo tiene lontano da chi ama.
Il fantasma del Natale Presente è il Sergente Al Powell
Con i terroristi che controllano Nakatomi Plaza, John McClane deve trovare qualcuno che lo aiuti da fuori. Quando riesce a contattare la polizia, l’esasperazione lo porta a dire alla centralinista: “Ma che c***o dici? Ho il tono di chi ordina una pizza?“: pura prosa dickensiana.
Ma per fortuna c’è il sergente Al Powell, che si rivela anche essere il suo Fantasma del Natale Presente. Nella novella dickensiana, il fantasma mostra la casa di Bob Cratchit, dove si celebra il Natale con gioia nonostante le avversità.
Powell nel film parla a John della sua famiglia, gli mostra come anche un poliziotto come lui può far convivere lavoro e casa. Quindi fa da Fantasma del Natale presente, ma è anche un Bob Cratchit perfetto: l’unico disposto ad aiutare Scrooge, nonostante nessuno lo sostenga.
Hans Gruber è (il migliore cattivo del cinema e) il Fantasma del Natale Futuro
Dickens è uno dei migliori autori di tutti i tempi, cambiare una sua opera sarebbe praticamente blasfemia. Ma siamo certi che anche lui sarebbe d’accordo nel sostituire il Fantasma del Natale Futuro con Hans Gruber.
Prima di tutto, il fantasma punta solo un dito scheletrico verso la tomba del futuro Scrooge, mentre Alan Rickman è uno dei migliori attori di tutti i tempi. Ma poi il cattivo risulta perfettamente a tema con la storia. Non solo ricorda a McClane della mortalità come la sua controparte dickensiana, Gruber mostra come i difetti del protagonista potrebbero trasformarlo in un mostro.
Inizia il suo assalto alla Nakatomi Plaza dicendo: “Signore e signori, per favore. Signore e signori. Causa la sua dottrina di avidità praticata in tutto il mondo, la Nakatomi Corporation riceverà una lezione sul vero uso del potere. E voi tutti vi assisterete“. Ma durante il film scopriamo che anche lui soffre della stessa avidità. Non è un terrorista come aveva detto, ma un ladro che vuole 600 milioni di dollari per sé.
Durante il film cita Plutarco per paragonarsi ad Alessandro Magno: è puro ego, si sente più importante di chiunque altro. L’unica persona con cui sembra avere un vero rapporto (visto come tratta con freddezza i sottoposti) è proprio McClane, quando si finge un prigioniero: l’unico legame che ha è basato su una bugia. McClane vede in lui tutti i suoi difetti moltiplicati: un uomo che pensa solo al successo, senza nessuno.
Per questo alla fine del film, quando Hans Gruber precipita, è McClane che lascia cadere la parte peggiore di sé. Quella scena storica è come Scrooge che corre per strada il giorno di Natale e si scopre generoso. Solo meglio perché c’erano dei mitragliatori e Alan Rickman.
Die Hard è la miglior trasposizione cinematografica di Canto di Natale
Quando un film adatta un libro, deve prima di tutto coglierne il senso e poi tradurlo in immagini. Die Hard porta McClane sullo stesso viaggio di Scrooge in Canto di Natale. Anche se Bruce Willis passa nei condotti di aerazione.
Certo, nel passaggio da libro a film hanno dovuto fondere alcuni personaggi insieme. E qualcosa si è perso. Come Tiny Tim, che non riusciamo a collegare a niente. Forse il nome ironico da dare a uno dei fucili mitragliatori?
Ma quello che conta è che ora avete una nuova teoria per dimostrare a chiunque non solo che Die Hard è una storia di Natale, ma un Canto di Natale in versione moderna. E il fatto che irriterete parenti e amici spiegandola durante il pranzo del 25 o il cenone della Vigilia è il più grande regalo che possiate farci.
Non ci resta che fare come Clarence Gilyard nei panni di Theo l’hacker: aprire un caveau nella Nakatomi Plaza e dirvi: “Buon Natale”.