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Diabolik – Ginko all’attacco!: volti nuovi, stessi problemi | Recensione

La nuova avventura cinematografica del Re del Terrore purtroppo non funziona, riportando i difetti della precedente e aggiungendone di nuovi

Diabolik – Ginko all’attacco! è il nuovo capitolo delle avventure cinematografiche di uno dei personaggi più iconici della storia del fumetto tricolore. Il Re del Terrore torna sul grande schermo, accompagnato da tutti i suoi comprimari, fra cui l’attesissima Altea di Vallemberg. Non è l’unica novità però: come spesso ha fatto nelle pagine dei suoi albi grazie alle sue eccezionali maschere, Diabolik ha cambiato volto. Giacomo Gianniotti ha raccolto infatti il testimone da Luca Marinelli, diventando a tutti gli effetti il nuovo protagonista della saga. Ma addentriamoci nella recensione di Diabolik – Ginko all’attacco! per scoprire di più su come sia andata questa nuova avventura…

Di cosa parla Diabolik – Ginko all’attacco!?

Se nel primo capitolo era necessario presentare le origini non tanto del personaggio, quanto dello status quo in cui si muove, ora il terreno è già preparato. Diabolik ed Eva Kant sono ancora acerbi e ugualmente la loro sfida con l’ispettore Ginko non è ancora qualcosa di stratificato da anni e anni di scontri, ma c’è già una familiarità. Il mondo sa che la minaccia del ladro di Clerville è concreta, non è più solo una leggenda.

Le forze dell’ordine quindi sono focalizzate sull’obiettivo di catturarlo e consegnarlo alla giustizia e hanno ampio spazio di movimento. Diabolik e la sua compagna sono i nemici pubblici numero uno e devono essere messi alle strette. Ginko è indubbiamente determinato e questa potrebbe essere davvero la volta buona per mettere fine al regno di paura su Clerville…

Quando costruisci un’avventura di Diabolik devi innanzitutto creare un intreccio forte, capace di giocare con il lettore o, in questo caso, lo spettatore. Non è diverso da un giallo, se non nel fatto che la prospettiva è ribaltata: il nostro eroe (anche qui, come nel precedente comunque poco eroico e piuttosto “generoso” con il pugnale) è il criminale, non il detective.

Il pubblico deve essere ingannato, deve essere trascinato in un inganno difficile da dipanare. La soluzione deve arrivare solo nel finale, lasciandoci a bocca aperta per non averlo pensato prima. In Diabolik – Ginko all’attacco! questo non avviene, purtroppo. Il film indugia all’estremo sugli aspetti che serviranno per le rivelazioni conclusive, sottolineandoli di continuo. E così, quando arriva il momento dello spiegone, ormai abbiamo già capito tutto. Ne risulta una chiusura decisamente piatta, che smonta quanto di buono ci sia nel film.

Diabolik è un po’ come James Bond

diabolik ginko all attacco recensione

Se nella nostra recensione del primo film lamentavamo una certa rigidità nei dialoghi e nella recitazione, con Diabolik – Ginko all’attacco! risulta evidente che questa è a tutti gli effetti una scelta di stile. L’idea è quella di costruire un’atmosfera molto caricata, in qualche modo fumettistica (o forse più “fumettosa”) e al contempo un po’ retrò, in linea con l’ambientazione.

Una volta accettato questo, si può iniziare ad apprezzare il lavoro fatto dai Manetti Bros. nel dirigere questa seconda avventura del Re del Terrore. Sembra evidente (anche dallo stile dei titoli di testa) che l’ispirazione siano i film di James Bond – soprattutto quelli degli anni ’60 e ’70 – personaggio che a ben guardare ha molto in comune con l’antieroe di Clerville. Ma se su questi aspetti la pellicola regge, crolla come dicevamo dal punto di vista della sceneggiatura e il cast non aiuta a salvare la situazione.

Non stiamo parlando di Giacomo Gianniotti, il nuovo interprete del Re del Terrore. La sua performance, pur non essendo particolarmente brillante, resta comunque su un buon livello, aiutato anche da un physique du rôle ottimale. Lo sguardo dietro il passamontagna nero è proprio quello dei fumetti. Allo stesso modo Miriam Leone è di nuovo la più convincente del cast, con una Eva Kant solida e ben riuscita.

È l’altra faccia della giustizia che non funziona, purtroppo. Le doti recitative di Valerio Mastandrea non si possono mettere in dubbio, ma restiamo ancora perplessi dalla direzione presa dal suo Ginko, che nonostante il titolo del film non sembra davvero pronto “all’attacco“. Monica Bellucci d’altro canto risulta sempre estremamente impostata e innaturale, anche ben oltre quello che potrebbe richiedere il personaggio di Altea.

Diabolik – Ginko all’attacco! è un passo falso

diabolik ginko all attacco recensione

Se il primo film non convinceva a pieno, ma sembrava mostrare il potenziale di questo personaggio sul grande schermo, Diabolik – Ginko all’attacco! non riesce a ottenere la sufficienza. Per quanto ben realizzato da un punto di vista tecnico, aggiunge ai problemi del predecessore nuove criticità, a partire da una sceneggiatura non all’altezza.

Soprattutto, non è chiaro a chi si rivolga. Perché da una parte il richiamarsi con un buon livello di fedeltà alle prime storie a fumetti del ladro di Clerville è un modo per attirare l’attenzione dei lettori più appassionati. Dall’altro crea un intreccio che chiunque conosca anche solo superficialmente lo stile di Diabolik può sciogliere rapidamente, facendo di tutto per facilitare questo compito al pubblico. Peccato che l’obiettivo dovrebbe essere diametralmente opposto.

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Diabolik. Il libro rosso
  • Editore: Edizioni NPE
  • Autore: Angela Giussani , Luciana Giussani , Almerina Buzzati
  • Collana: L'arte delle nuvole
  • Formato: Libro rilegato
  • Anno: 2020

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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