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Dark Tourist: il piacere di una macabra scoperta

Sta per terminare l’estate, ci mancheranno i viaggi rilassanti nelle località di mare, le giornate al sole e la tranquillità.
Perché viaggiare vuol dire questo, vero? Calma e pace per un settimana, lasciar perdere i problemi e concentrarsi sul relax… O no?
La nuova serie-documentario di Netflix ci dimostra che non è necessariamente così. Dark Tourist si promette di analizzare le mete più gettonate del turismo dell’orrore, per i cui fan i viaggi non sono sinonimo di calma ma sono anzi un modo per andare all’avventura, esplorare i propri limiti e sperimentare emozioni che difficilmente si potranno provare seduti sul divano di casa propria.
Ognuno degli otto episodi della serie si concentra su una zona del mondo, di cui analizzerà tre luoghi di culto del turismo dell’orrore. Dalle foreste infestate ai laghi radioattivi, il regista David Farrier, persona non propriamente portata per questo tipo di viaggi, si cimenta in avventure di ogni tipo che in alcuni casi si rivelano rischiose per la sua stessa salute.
Il fenomeno del turismo macabro, in crescita negli ultimi anni, ha attirato l’attenzione perfino del National Geographic, che ha stilato una lista delle mete più frequentate da questi insoliti viaggiatori.
Tra le varie attrazioni, i musei relativi alla seconda guerra mondiale ottengono i primi posti, soprattutto se costruiti in luoghi che hanno visto svolgersi massacri a opera dei tedeschi. Addirittura, in uno di questi musei ai turisti è offerta la possibilità di pernottare per rivivere con più partecipazione gli orrori della guerra.
Nonostante l’Italia non sia presente nella lista delle mete proposte, anche nel nostro Paese sono presenti varie mete del turismo dell’orrore, tra cui i luoghi dei più efferati e celebri delitti e il relitto della Costa Concordia. Sui social sono state caricate svariate foto di famiglie sorridenti, con sullo sfondo la nave semi affondata che ha portato alla morte di molte persone.
1537380521 Dark Tourist Concordia
Ma cosa spinge questi genitori a portare i loro figli a vedere la scena di un delitto?
O queste coppiette in luna di miele a ritenere romantico un naufragio?
La spiegazione, a detta degli psicologi, è da ricercarsi nell’influenza dei mass media sulla cultura di massa.
A causa del bombardamento continuo di notizie di cronaca nera, della varietà di programmi che trattano delitti in modo quasi romanzesco e dell’attenzione che si pone verso i serial killer, queste figure macabre entrano a far parte della cultura di massa, astraendosi quasi dal loro ruolo di criminali e diventando dei personaggi controversi, delle specie di antieroi, outsider che proprio per questo spiccano sugli altri e riescono a contraddistinguersi.
Il turismo dell’orrore è figlio di innumerevoli serie tv o film che raccontano il punto di vista di celebri criminali e idealizzano la loro vita, rendendo le loro azioni quasi un atto di ribellione nei confronti del sistema, spesso rappresentato negativamente.
A questa idolatria si affiancano poi la necessità di adrenalina, carente nella routine quotidiana, e il fascino della morte.
1537379966 Dark Tourist Teschi
Quest’ultimo affonda le sue radici in tempi antichissimi, è nato insieme all’uomo e con lui si è sviluppato: dai giochi in cui i gladiatori perdevano la vita nel periodo dell’Impero romano alle esecuzioni pubbliche, la morte ha sempre spaventato e incantato il pubblico che, forse nel tentativo di esorcizzare la paura o forse per curiosità, è sempre stato attirato dagli spettacoli macabri e dall’infelice esito, ritenendolo un divertimento per adulti e piccini e, in alcuni casi, anche un modo per insegnare qualcosa in modo indubbiamente e tristemente efficace ai più piccoli.
Il turismo dell’orrore è la spontanea evoluzione dell’interesse che ogni persona prova verso la morte, per quanto talvolta si spieghi forse fin troppo oltre e non valuti in modo accurato i sentimenti dei familiari delle vittime.
Ma si sa, il male e il macabro hanno sempre affascinato e per alcuni è difficile resistere al loro richiamo…
Testi di Sara Giannone (Ecce Ovo)

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Commenti

  1. È decisamente una bufala. Oltre ciò che viene detto sul post pubblicato da Francesco, c’è da dire un’altra cosa: a parte che non è nello stile della NASA aprire un sito che abbia un dominio senza NASA scritto all’interno. E poi il countdown presente nel sito si aggiorna in base all’orario del computer che lo visualizza; è notoriamente “americano” usare il PT (Pacific Time) o ET (Eastern Time). E poi se imposti l’orario del computer al 6 ottobre, il countdown si azzera e non succede niente.

  2. (Piccola nota: è condivisibile la scelta di fare il timer in questo modo, solo lasciandolo fare al browser può essere aggiornato in tempo reale. Suppongo che arrivati allo zero la pagina verrà modificata, quindi varrà il “loro” orario)

  3. Personalmente, lo trovo del tutto inaccettabile. Un cittadino Giapponese avrà, a quest’ora, già raggiunto lo zero, mentre un cittadino statunitense può essere addirittura a 18 ore rimanenti. È ovvio che vale il loro orario, ma l’ho testato e, raggiungendo lo zero, semplicemente non succede niente.
    Per esempio, sul sito della CBS, prima del primo episodio della nuova stagione di una Serie Tv, mettono un timer (aggiornato in tempo reale) basato sull’orario di un server (e impostato sul Eastern Time, se non sbaglio).
    In questo “Rememberthe13th” la pagina ha un codice che costruisce il countdown in base all’ora locale del computer (cosa del tutto insensata). Basta che io cambi il giorno nella data del mio computer (per esempio, 6 ottobre) e il countdown si azzera. Che senso ha? È evidentemente stato programmato da qualcuno che non ha le competenze degli ingegneri della NASA.

  4. Il countdown è scaduto e, come volevasi dimostrare, il sito è una bufala. Tuttavia è stato introdotto un link che riporta a un video di YouTube di un tizio che continua a cantare «Sono un ninja viola, e sono così figo». Niente a che vedere con la NASA quindi, che dovrebbe prendere dei provvedimenti per l’uso improprio del logo ‘NASA’ (dopo aver risolto la questione Shutdown, ovviamente)

  5. Tra l’altro, è probabilmente qualcosa di illegale, perlomeno limitatamente all’uso del simbolo della NASA.

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