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DareDevil: la serie senza paura

Ci sarebbe davvero tanto da dire sulla nuova serie televisiva “Daredevil” lanciata da Netflix lo scorso 10 aprile. Ci sarebbe davvero tanto da dire sul vigilante (cieco) più famoso della Casa delle Idee che rischieremmo di non dire niente, perciò la cosa migliore è procedere con ordine.
Dedicheremo un intero articolo a tutti i rimandi sparsi qua e là per la serie, qui parleremo della sua essenza!
L’introduzione iniziale è la medesima di ogni film targato Marvel: la scritta in argento su sfondo rosso e la sfilza di fumetti che si susseguono sfogliati sotto di essa, ma non appena scatta il primo minuto (e la sigla sanguinolenta) capiamo subito che è diverso da qualsiasi prodotto antecedente a tema supereroi.
La serie è ambientata nell'universo Marvel ma le atmosfere sono completamente diverse: niente poteri fuori dal comune, niente super-tecnologia e niente spazio cosmico, bensì una rappresentazione nuda e cruda delle difficoltà di chi non salva il mondo ma combatte costantemente per esso. 
Drew Goddard e Steven S. DeKnight prendono Hell’s Kitchen e la rendono ciò che doveva essere (riferimenti a precedenti pellicole è puramente casuale): un pezzo della New York degli Avengers, con un punto di vista diverso dalla celestiale torre dei Vendicatori spostato nelle strade del quartiere intrise di violenza e corruzione, dove la criminalità spadroneggia rendendolo più simile ad un inferno diviso.
E in questa terra dimenticata dal Signore e dalla legge si ergono le due colonne principali della serie: il diavolo, Devil, custode dell’inferno, e colui che diverrà il suo acerrimo nemico, Kingpin
Le due figure crescono passo passo percorrendo ognuno la propria strada destinata un giorno all'ineluttabile incontro.
Charlie Cox, interpreta Matt Murdock, l’avvocato che di notte  sceglie di indossare la maschera del vigilante. Cupo, sofferente, tormentato da un passato che non è ancora dimenticato, conferisce, con un’ottima interpretazione, al duplice personaggio spessore e profondità.
E in parallelo assistiamo all'ascesa nel mondo del crimine del suo futuro signore. Wilson Fisk, interpretato da un magistrale Vincent D’Onofrio, è un moderno dr. Jekyll, capace di delicatezza e amore in privato, seguiti da scatti di violenza incontrollabili e gesti selvaggi e brutali. 
D’altronde: “Nessuno è innocente. Nessuno”.
La serie presenta il loro sviluppo prendendosi tutto il tempo che tredici episodi possono offrire, senza affrettare, inserendo man mano tutti i comprimari e qualche chicca/spoiler che i più attenti sicuramente potranno notare. 
24eyioh
Conosciamo così Foggy (Elden Henson), il socio e miglior amico di Matthew, Karen Page (Deborah Ann Woll), la loro segretaria, e Claire (Rosario Dawson), un’infermiera che sarà il personaggio collante con le altre serie Netflix future.
Il comparto tecnico non delude. La regia e il montaggio sono di prim'ordine attribuendo ad ogni scena il proprio significato e in grado di riempire i lunghi silenzi di trama; non da meno lo è la fotografia, con spaccati surreali che riescono a far dimenticare di trovarsi nella New York di Central Park, dando allo spettatore la sensazione opprimente di un ambiente infernale.
E nonostante queste già ottime basi il serial eccelle per tutt'altro: i combattimenti.
Le coreografie di quest’ultimi sono spettacolari; i nemici, finalmente, non si arrendono al primo pugno. 
I colpi sono veri, pesanti, fanno male e il sangue non è solo un elemento decorativo. Scene crude e violente alimentano la realtà della situazione spingendoti a volerne sempre di più (piano sequenza secondo episodio e abbiamo detto tutto). L'arco narrativo di Frank Miller è esaltato ai massimi livelli, i registi non si vergognano (e perché dovrebbero in fondo) a pescare a piene mani da una storyline di qualità.
Tutte queste caratteristiche unite alla bravura degli attori scelti rende Daredevil una serie unica nel suo genere. 
Angeli o demoni. Ombra o luce. Peccato o redenzione. 
Se fino ad ora la scelta era scontata, la prima stagione del serial scuoterà le vostre sicurezze, spingendovi a divorare ogni singola puntata, trasformandovi in mostri di ingordigia mai sazi e in trepidante attesa della seconda.
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