Luci! Motore! Azione!
Questa è la sequenza di comandi che il regista dà alla troupe prima dell’inizio di una ripresa (ciak, o take). Dopo quei comandi è tutto nelle mani di cameramen, attori, stuntmen, comparse ed effettisti fino allo stop (o cut). La lunghezza della scena e il quantitativo di volte che essa verrà girata saranno determinati dal tipo di inquadrature che il regista ha in mente per quella determinata sequenza e dalla quantità di pellicola a disposizione per affrontare l'intero film. Queste inquadrature verranno poi sistemate in fase di montaggio, montate assieme per l’appunto.
Ma se si volesse girare una scena lunga? Molto lunga. ma veramente tanto lunga. E se questa scena la si volesse riprendere con una singola inquadratura, cosa si dovrebbe fare?
Quello di cui parliamo oggi è proprio questo: il piano sequenza.
Un piano sequenza è una tecnica di ripresa di un segmento narrativo autonomo (sequenza) attraverso l’uso di una singola inquadratura piuttosto lunga. Questo implica un minimo margine di errore da parte di tutta la troupe e dal cast, altrimenti significherebbe ripetere tutto da capo.
Il più lungo piano sequenza mai realizzato è stato realizzato per il film dal fantasioso nome Pianosequenza dal regista Louis Nero nel 2005 per la bellezza di 124 minuti.
Il vero precursore di questa idea (realizzare un film con un unico piano sequenza) è stato Alfred Hitchcock che nel 1948 girò Nodo alla gola usando 8 piani sequenza. Questo perché le tecniche di ripresa di allora permettevano solo la registrazione su bobine di pellicola della durata massima di 45 minuti. L’abilità del Regista è stata quella di calcolare al secondo preciso quando effettuare il cambio di bobina. Immaginate una panoramica da destra a sinistra. Ad un certo punto durante questa ripresa, in primissimo piano c’è un grosso albero che fa andare per un attimo lo schermo a nero. Ecco! Stop! Cambio della pellicola, luci, motore, azione e si riprende la panoramica. Con questi piccoli trucchi si può sopperire alla mancanza degli hard disk recorder da millemila terabyte.
Registrando in digitale il primo film realizzato con un intero piano sequenza e dopo 2 o 3 tentativi falliti è stato Arca Russa (2002) di Aleksandr Sokurov.
Quando ci si appassiona di cinema, da profani e non da esperti del settore, una delle cose più belle è la scoperta di tutti i retroscena, di come si realizzano le opere che poi noi ci gustiamo sul grande schermo.
È accaduto così per noi con l’ultimo capolavoro ripreso con la tecnica del piano sequenza: Birdman di Alejandro González Iñárritu (2014).
Vincitore di quattro premi oscar questo film è interamente ripreso con questa tecnica. Il montaggio di più piani sequenza ripresi alla perfezione ha fatto sì che il film ci lasci a bocca aperta non tanto per la trama ma per la spettacolarità della regia.
La cosa difficile quando si registra un piano sequenza è beccare la corretta tempistica d’azione.
Dal ciak alla vostra parte magari passano diversi minuti nei quali magari la scena si svolge al piano di sopra e voi siete lì in attesa di dire un semplice ciao o magari di passare un caffè al protagonista. Tutto deve funzionare senza il minimo errore fino allo stop. E invece, dopo 20 minuti di piano sequenza senza errori ti viene da starnutire proprio quando inquadrano te… STOOOP, taglia!! Da capo.
Luci! Motore! Azione!
Questa è la sequenza di comandi che il regista dà alla troupe prima dell’inizio di una ripresa (o ciak).
No dai non siamo così sadici non ricominciamo da capo l'articolo.
Per darvi un’idea della genialità che c’è dietro alla realizzazione di un piano sequenza vi consigliamo di guardarvi a partire da questo video, i vari video backstage de I figli degli uomini (2006). Quel film ha un quantitativo di piani sequenza realizzati in maniera impeccabile veramente rimarchevole e una volta che avrete scoperto come li hanno realizzati rimarrete ancora più stupefatti.
Ricordatevi sempre quando andate a vedere un film di non perdervi solo nella trama ma di gustare anche tutte le mille sfaccettature che quest’opera d’arte ha, siate curiosi e non fermatevi alla locandina ma rimanete in sala fino ai titoli di coda anche solo per scoprire che c’è un responsabile del caffè nei ringraziamenti.
Finiti i titoli di coda siate curiosi e andate oltre. Solo così assaporerete la vera magia del cinema.
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