Una torre campanaria in stile romanico del XIV secolo svetta bellissima e misteriosa dalle acque del Lago di Resia. Questo campanile, oggi avvolto tra leggende e suggestioni, è tutto ciò che rimane di Curon, o almeno della “vecchia” Curon. In vista dell’uscita dell’omonima serie Netflix andiamo a riscoprire la storia affascinante di questo paese.
Perché Curon è sommersa?
Ci troviamo in Venosta, in uno degli ultimi centri abitati italiani nel Sud Tirolo prima del confine austriaco, che conta poco più di duemila abitanti. Quella che sembrerebbe una cittadina come le altre è invece un luogo unico nel suo genere. Quel campanile che fuoriesce quasi per magia dalle acque è l’unico edificio rimasto in piedi del vecchio centro abitato, la Curon Vecchia, ormai totalmente sommersa dalle acque. Oltre al suggestivo scenario, la particolarità si nasconde proprio sulle motivazioni per le quali questa città è ormai sommersa: non è stato un inevitabile evento naturale a renderla tale, ma la mano dell’uomo.
Siamo nel 1920 quando lo Stato Italiano palesa un vasto piano per l’aumento della produzione nazionale di energia elettrica, cosa possibile con l’unione dei due bacini più a nord grazie alla costruzione di una diga di terra. Nel 1939 il consorzio Montecatini chiese allora di realizzare la diga che prevedeva l’innalzamento dell’acqua da 5 a 22 metri. Qualora i lavori fossero andati in porto, i villaggi di Curon e Resia avrebbero rischiato di essere sommersi. A fermare tutto, compresa la preoccupazione dei cittadini, fu la Seconda Guerra Mondiale che bloccò la realizzazione della diga.
Passarono anni e i timori dei cittadini di Curon sbiadirono fino a quando, nel 1947, la Montecatini annuncio l’inizio dei lavori. Ciò che molti temevano divenne dunque realtà: gli abitanti del paese furono costretti ad abbandonare le proprie case per far spazio all’acqua che sommerse tutto. Ben 677 furono gli ettari di terreno allagati e oltre 150 famiglie persero la casa e ciò che avevano. L’unica cosa che rimase in piedi e che oggi è dunque il simbolo di quella Curon è proprio il campanile che fu risparmiato in quanto sotto tutela dei beni culturali, essendo risalente al Trecento.
Il Campanile simbolo della storia di Curon e sua “fortuna”
Inutile dire che proprio il Campanile è oggi il simbolo della città. Rappresenta il passato, la sua storia, il vissuto ma anche il presente di Curon e ne è la sua fortuna. Se questa località è oggi popolarissima a livello turistico è grazie alla suggestiva torre che svetta dalle acque oltre che al sacrificio di tanti che abbandonarono le proprie abitazioni per lasciare spazio al suo “progresso”. Curon Vecchia sopravvive proprio grazie al campanile che risale al 1355 e che è stato restaurato nel 2009. E se la sua bellezza incanta, le leggende che circolano su questa struttura affascinano tantissimi.
Le campane ‘fantasma’
Ad incuriosire tanti turisti è la leggenda che ruota attorno al campanile. Si narra infatti che di notte, e soprattutto in quelle più fredde, si senta il suono delle sue campane. E si sentirebbe in modo talmente nitido da riecheggiare tra le montagne. C’è addirittura chi lo ha definito il lamento del paese, ormai fantasma, sommerso sul fondo del lago. Peccato che il campanile non abbia le campane, che sono state rimosse negli anni ’50.
Curon, la serie sbarcherà su Netflix il 10 giugno
Sulla città di Curon, avvolta tra leggenda e mistero, è basata la nuova produzione originale italiana di Netflix, in arrivo sulla piattaforma dal 10 giugno. Curon, il supernatural drama in 7 episodi, narra la storia di Anna (Valeria Bilello) che decide di tornare nella città natale con i suoi gemelli Mauro (Federico Russo) e Daria (Margherita Morchio). Quando la donna sparisce toccherà ai figli guardare in faccia al passato e scoprire leggende e aneddoti legati alla propria famiglia. Diretto da Fabio Mollo e Lyda Patitucci, è prodotto da Indiana Production con il sostegno di Idm Film Fund & Commission perché le riprese sono avvenute proprio nel Sud Tirolo, a ridosso del confine con l’Austria.
Ecco il trailer della serie: