Colin O’Brady, trentatreenne americano, è il primo esploratore a riuscire nell’impresa di traversare l’Antartide in solitaria, in una missione che l’ha visto protagonista senza aiuti o supporti esterni di alcun genere.
La traversata solitaria dell’Antartide di O’Brady
“The Impossible First“, così è stata soprannominata questa incredibile prova, che l’uomo ha per la prima volta completato. Senza altro supporto che la propria prestanza fisica e i pochi strumenti che O’Brady aveva con sé, nel corso di 54 giorni l’uomo è riuscito a percorrere sciando circa 1500 chilometri, trainando una slitta dal peso di 135 chilogrammi dall’Oceano Atlantico fino all’Oceano Pacifico, toccando anche il Polo Sud magnetico.
Il punto di arrivo è stato la Barriera di Ross, sulle coste dell’Oceano Pacifico, raggiunto il 26 dicembre. Il viaggio per arrivarci è stato durissimo: temperature polari, venti gelidi e fortissimi, continue tempeste di neve che hanno lasciato l’uomo stanco, consumato e affaticato, ma anche estremamente soddisfatto quando è riuscito ad arrivare alla conclusione di questa strabiliante impresa.
Sciando fra gli innumerevoli pericoli che questo continente ghiacciato nasconde, fra tutte i crepacci nascosti, che possono rivelarsi un rischio mortale, l’uomo è riuscito in un’impresa che mai prima d’ora era stata compiuta. Resistendo a temperature polari che potevano intaccare la salute fisica e mentale anche dei più preparati, O’Brady ha commentato di aver comunque trovato la forza di andare avanti: “Tutti abbiamo riserve alle quali non abbiamo mai attinto“, il mantra che si è ripetuto durante le lunghissime ore di viaggio.
Un traguardo di cui essere sicuramente orgogliosi, quindi, è un tassello importantissimo da aggiungere nella storia dell’esplorazione in solitaria, nonché in quella della scoperta dell’Antartide, un luogo ancora remoto e pericoloso – e, forse proprio per questo motivo, estremamente affascinante per chi, come O’Brady, vuole mettersi alla prova.