Ah la Pasqua, che festa meravigliosa. Una celebrazione legata alla primavera, alla resurrezione e al ritorno alla vita. È un momento in cui sembra che inizi davvero un nuovo anno. Gli uccellini cantano, i coniglietti portano le uova e le marmotte incartano la cioccolata.
Ma come festeggiare degnamente questa festività? Quale che sia la vostra confessione, se ne avete una, perché non andare a curiosare a cosa succede nel mondo per festeggiare questa giornata?
Da prima che esistesse la Pasqua abbiamo sempre avuto la necessità di festeggiare la rinascita del mondo (e il fatto di essere sopravvissuti all’inverno) possibilmente cercando di propiziarsi la natura e la terra sacrificando qualcosa.
Certo, dai riti pagani sacrificali si sono fatti passi in diverse direzioni, anche se rimane difficile scrollarsi di dosso riti tanto antichi quanto l’umanità.
Dalle celebrazioni in tempo di equinozio abbiamo ereditato il sacrificio di animali che simboleggiassero purezza e innocenza (agnelli, capretti e quant’altro…): si sa certe abitudini sono dure a morire.
Ma ci sono anche modi più bizzarri per trascorrere le feste.
In Repubblica Ceca c’è una curiosa tradizione che cade nel lunedì successivo alla Pasqua.
Gruppi di ragazzi si armano di rami intrecciati (pomlázka) con i quali girano di casa in casa a frustare giovani e belle ragazze, che divertite si sottoporrebbero alla pratica. Si dice infatti che le ragazze così rimarranno belle e fertili per tutto l’anno. (Se ci vedete delle allusioni probabilmente avete ragione, in fondo è a questo che si richiamano i riti primaverili di rinascita…)
Ovviamente il trattamento sarebbe riservato alle ragazze più carine, che pare si divertano facendosi rincorrere per casa.
Perlomeno il giorno successivo le fanciulle potranno vendicarsi frustando a loro volta i fustigatori o gettando loro addosso secchi di acqua gelida. Sembra divertente!
Ma anche in Italia ci difendiamo bene; c’è una tradizione a Firenze in particolare che riassume lo spirito mistico fiammeggiante della Pasqua.
Un enorme carro trionfale viene portato nella piazza di fronte al Duomo e una lunga corda (oggi in ferro) viene fatta passare attraverso la navata centrale fino al centro del coro.
Terminata la messa si dà fuoco alla miccia della “colombina”, un razzo, a un capo della corda, che deve percorrerne tutta la lunghezza, arrivando al carro per dargli fuoco.
Ah dimenticavo, il carro è in legno, ricoperto da fuochi d’artificio, razzetti e petardi. Il risultato è “lo scoppio del carro”, uno spettacolo esplosivo da far invidia all’ultimo capitolo dei Mercenari.
Ma la mia preferita rimane la Spagna, li sì che sanno come si festeggia in modo assolutamente inquietante.
Naturalmente non possono mancare le processioni. Durante la settimana santa confraternite di fedeli organizzano processioni per tutta la Spagna, riservando però il meglio per la città di Siviglia.
Ed ecco una foto. So cosa può sembrare, ma posso spiegare.
Questi sinistri figuri sono membri di una confraternita, i nazarenos, coperti con i tipici lunghi cappucci che venivano fatti indossare ai tempi dell’inquisizione spagnola (che nessuno si aspettava) dai colpevoli di crimini religiosi. Venivano poi costretti a sfilare per le strade della città e subire insulti e ingiurie come forma di espiazione.
Il cappuccio starebbe a significare un simbolico avvicinamento ai cieli, una maggiore vicinanza per i penitenti alla redenzione.
Insomma già così ce n’è per tutti i gusti, ma a voler scavare ancora un po’ si potrebbero trovare frotte di rituali simbolici veramente bizzarri, che però tendono ad avere qualche punto in comune: la fertilità, la purificazione e la rinascita.
Se ne individuate altre scrivetemi, e soprattutto se decidete di festeggiare alla maniera sivigliana mandatemi delle foto. Ma per favore cercate di non frustare nessuno senza consenso.