L’Istituto per il calcolo e il networking ad alte prestazioni (CNR-Icar) e l’Istituto per l’informatica e la telematica (CNR-Iit) del Consiglio nazionale delle ricerche si uniscono a IBM Quantum Network. Si tratta di una rete globale di oltre 170 organizzazioni con accesso alle competenze quantistiche di IBM, software quantistico basato su cloud, strumenti per sviluppatori e accesso premium ai sistemi di calcolo quantistico di IBM.
“Il CNR è la prima istituzione italiana a partecipare all’IBM Quantum Network. Questo accordo apre la possibilità di cooperazione con prestigiosi partner internazionali che conducono ricerche nel campo delle tecnologie quantistiche e fornisce ai nostri ricercatori e allo sviluppo del Paese un’avanguardia strumento di frontiera, capace di segnare una svolta rivoluzionaria in diversi ambiti, a cominciare dall’informatica”, ha affermato la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza. “L’accesso alla Rete è in questa prima fase destinato ai ricercatori del Cnr-Icar e del Cnr-Iit che, attraverso queste tecnologie si propongono di promuovere la formazione di nuove figure professionali e di ricerca come l’ingegnere quantistico, ma è già previsto estenderlo ad altri istituti del CNR”.
Le dichiarazioni di Alessandro Curioni
“Il calcolo quantistico”, afferma Alessandro Curioni, direttore di IBM Research for Europe, “è fondamentale, insieme ai computer classici, per affrontare alcune delle più grandi sfide che dobbiamo affrontare“. Ovvero: “Dai modelli per simulare accuratamente il mondo fisico, e infine progettare farmaci migliori e materiali“. Oltre: “A strumenti per affrontare complessi problemi di ottimizzazione come quelli legati alla modellistica climatica e finanziaria. Anche gli obiettivi del Piano Nazionale della ripresa e della resilienza possono trovare nel quantum computing un valido alleato”. Infine spiega: “Entra in gioco l’ingresso del CNR nell’IBM Quantum Network questa direzione permette, anche attraverso un partenariato pubblico-privato, di rafforzare le capacità computazionali del Paese e, al tempo stesso, creare e sviluppare nuove professionalità strategiche”.
Negli ultimi due decenni, lo sviluppo delle tecnologie quantistiche ha posto le basi per una seconda rivoluzione tecnologica che porterà progressi trasformativi alla scienza, all’industria e alla società. In particolare, l’applicazione delle tecnologie quantistiche aiuterà una varietà di settori e discipline, tra cui finanza, energia, chimica, scienza dei materiali, ottimizzazione e apprendimento automatico e molti altri.
I numeri attuali di IBM Quantum Network
I membri di IBM Quantum Network hanno attualmente accesso a più di 20 computer quantistici, incluso un sistema quantistico Eagle con l’ultimo processore a 127 qubit. IBM progetta una roadmap di sviluppo che porterà a un sistema quantistico con un processore da 1121 qubit entro il 2023. Il tutto esplorando i potenziali vantaggi quantistici – problemi che possiamo risolvere in modo più efficiente su un computer quantistico che sui migliori supercomputer del mondo. Quest’ultimi messi a disposizione degli scienziati del CNR con il obiettivo di risolvere problemi che sarebbero irrisolvibili con la tecnologia informatica tradizionale.
Il direttore del CNR-Icar, Giuseppe De Pietro, aggiunge: “La computazione quantistica nei prossimi anni consentirà di trovare soluzioni a problemi scientifici e applicazioni ritenute irrisolvibili con gli attuali sistemi di supercalcolo. Ciò comporterà un cambiamento radicale nel modo di pensare la progettazione di algoritmi e software, aprendo nuovi campi di ricerca.L’Istituto per il calcolo e il networking ad alte prestazioni, con l’esperienza dei suoi ricercatori nel campo dell’intelligenza artificiale e del machine learning, ha raccolto la sfida di indirizzare le sue attività di ricerca in sulla scia della Quantum Intelligence, per proporre soluzioni innovative basate sull’intelligenza artificiale e in grado di sfruttare l’enorme potenziale dei computer quantistici.”
Il direttore di Marco Conti sui computer quantistici
“La disponibilità dei computer quantistici – interviene Marco Conti, direttore del CNR-Iit – apre una nuova frontiera per la ricerca informatica, sia nel campo dell’informatica che nel mondo di Internet“. In seguito aggiunge: “Queste sfide sono particolarmente sentite dai ricercatori del Istituto di Informatica e Telematica, che hanno sviluppato la loro attività di ricerca nel solco della tradizione pisana“. Ovvero: “Il primo computer italiano, negli anni ’50, e la nascita di Internet in Italia, negli anni ’80, ovvero le pietre miliari della sviluppo dell’informatica italiana e della digitalizzazione del Paese. Inoltre: “La speranza è di contribuire ad una nuova fase a partire dal Quantum Computing con l’obiettivo di arrivare al Quantum Internet“. Marco Conti spiega come: “Ovvero una rete basata sul trasferimento di qubit, ovvero stati quantistici ,invece di semplici bit, usando il teletrasporto quantistico.”
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