Sinceramente, non c’è nemmeno gusto a criticare tecnicamente i film, o i libri, di Cinquanta Sfumature di Grigio. I loro deficit sono così palesi che non è nemmeno interessante parlarne, e non lo faremo.
Eppure, a dispetto delle critiche diffuse e assordanti, è una saga popolarissima in ogni sua forma, e la recente uscita del secondo film non fa che confermarci ciò. E allora che si fa? Si potrebbe constatare l’ovvio sottolineandone i difetti tecnici e cercando di convincerne gli altri, si potrebbe ignorare il fenomeno e fingersi morti aspettando che passi, o ghettizzare ogni persona che ha la malaugurata idea di iniziare una frase con “l’altra sera ho visto Cinquanta Sfumature di Nero e…”. Oppure ci si potrebbe porre due domande (azione che, secondo noi, non è mai sbagliata), e cercare di capire cosa c’è di effettivamente preoccupante in Cinquanta Sfumature di Grigio, invece di bollarla semplicemente come una brutta saga che ha avuto un grande successo.
Perché insomma, di brutti film campioni di incassi sono pieni gli scaffali, e possiamo tranquillamente farcene una ragione e fregarcene, anche perché, al di là dei commenti tecnici, certe cose sono semplicemente questione di gusti. Eppure questo caso è un po’ diverso, e non per ciò che Cinquanta Sfumature di Grigio ci racconta, ma per ciò che il suo successo ci dice della nostra società.
Per chi fosse vissuto in una felice bolla di vetro nell’ultima manciata di anni, la saga racconta della relazione fra una studentessa di lettere con la personalità di un detersivo per piatti del discount e un milionario imprenditore con una passione per il bondage (e l’espressività di un detersivo per piatti leggermente più costoso, ma in offerta). E fin qui, nessun problema. Fifty Shades non è il primo e non sarà l’ultimo romanzo erotico della storia.
La loro relazione è malsana, squilibrata, abusiva. Ancora nulla di nuovo nella storia della letteratura, e nulla che lo renderebbe intrinsecamente un brutto film, o un film il cui successo dovrebbe preoccupare.
La cosa che preoccupa, e tanto, è che milioni di persone, soprattutto ragazzini, abbiano guardato Fifty Shades of Grey, e scoperto così il bondage. Che è praticamente come guardare Il Grande Fratello e imparare cosa sono le relazioni interpersonali: un pessimo, pessimo esempio. Il BDSM (che sta per bondage and discipline (B&D), dominance and submission (D&S), e sadism & masochism (S&M)) è un termine ombrello che racchiude alcune fra le pratiche sessuali più diffuse, come infliggere e subire dolore, venire limitati nei movimenti, e soprattutto il gioco dei ruoli fra dominante e sottomesso. Spesso questo comprende che il sottomesso venga maltrattato, insultato, picchiato. Tuttavia, e non è un piccolo tuttavia, questa non è la normale dinamica della vita di coppia. Le coppie che praticano bondage non si picchiano quando litigano, il sottomesso non è succube delle scelte di vita del partner, e il dominante non lo umilia davanti ai suoi amici, o nella vita quotidiana. È un gioco che avviene in camera da letto, un hobby, se così lo si vuole chiamare, normato da regole molto specifiche che i partecipanti concordano precedentemente, come ad esempio una “safe word”, una parola che, se pronunciata, interrompe tutto, e permette di uscire da qualsiasi situazione in cui non ci si trovi più a proprio agio. Il fatto di praticare BDSM nella propria vita sessuale non significa che la coppia debba essere squilibrata nella vita quotidiana, che debba esserci una mancanza di rispetto fra i partner.
Il bondage descritto in 50 Sfumature di Grigio è una deformazione di quanto appena descritto. È un gioco di potere che esce da queste regole e si allarga alle dinamiche di coppia. Ana viene maltrattata, umiliata, dominata e trattata come una bambina al di fuori del gioco sessuale. E questo non è BDSM, è una relazione squilibrata e abusiva.
Ora, qualcuno potrebbe obiettare “Beh, state semplificando. Questo è come dovrebbero andare le cose in teoria, ma sicuramente esisteranno delle coppie che vivono il bondage in questo modo malato, e Ana e Mr.Grey sono una di esse, perché non raccontare la loro storia?”. Guardando i film, ma ancora di più leggendo i libri, si ha la netta sensazione che chi racconta sia profondamente convinto che tutto ciò che sta descrivendo sia normale, esattamente la maniera corretta di praticare BDSM. Volendo fare un’analogia, è come se si leggesse“e poi Christian baciò amorevolmente Ana, strisciandole suadentemente il gomito sul naso, perché è così che funzionano i baci, e Christian Grey è un esperto baciatore”.
Suona un po’ strano, ma poniamoci anche in buona fede, e supponiamo che la scrittrice voglia raccontare la storia di una coppia atipica, nella consapevolezza del loro essere atipici. Ne ha tutto il diritto, ma allo stesso modo si ha tutto il diritto di preoccuparsi che milioni di ragazzini imparino a baciare con il gomito sul naso. E non stiamo parlando di una pratica così innocua, seppur bizzarra, ma di percepire l’informazione che “essere dominante” voglia dire insultare e umiliare la propria ragazza. Non proprio robetta.
E questo ci porta ad un’altra osservazione che sorge spontanea. Non sono solo ragazzini con l’ormone a palla, che troverebbero eccitante anche un sasso, ad innalzare Cinquanta Sfumature di Grigio nell’olimpo dell’erotismo romantico, ma anche tanti, tantissimi adulti. Adulti che, leggendo imbarazzanti e approssimative descrizioni di scene di sesso, dove i genitali vengono chiamati con i peggiori nomignoli che si usavano alle medie, troppo innocenti per parlarne esplicitamente, provano delle emozioni che non siano amara ilarità. O, ancora peggio, signore adulte che guardano una pellicola estremamente soft, dove non si vede praticamente nulla di esplicito, e si portano al cinema dei cetrioli per masturbarsi (se pensate che stiamo scherzando vi lasciamo in questa innocente convinzione).
Fa ridere, chiaramente fa ridere, ma dovrebbe farci riflettere sul fatto che questa è l’educazione sessuale che riceviamo. Una realtà in cui si arriva a scoprire il sesso ammanettato a cinquant’anni, dove si ha talmente paura di guardare un porno che si va al cinema ad eccitarsi con una scena di sesso in penombra immersa in una scialba trama romantica.
Quei cetrioli sono esattamente la rappresentazione del perché la risposta della società a Cinquanta Sfumature di Grigio dovrebbe preoccuparci, e tanto. Sono surrogati amatoriali e improvvisati di un dildo, presi dal frigo di nascosto perché comprare un dildo è un taboo, esattamente come questa saga è un surrogato triste e potenzialmente molto dannoso di un prodotto erotico, letto di nascosto, coperto dal romanticismo per non sentirsi degli sporcaccioni, capace di stuzzicare le nostre fantasie, ma di farlo nel più sbagliato dei modi.
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