Noi Nerd abbiamo bisogno di Eroi, nel senso lato del termine, l'esaltazione dell'epico ci carica, ci nutre, e dove li cerchiamo? Nel nostro bagaglio culturale ovviamente, che sia un romanzo, un libro di storia, una pellicola, un fumetto, un manga, noi abbiamo i nostri beniamini, che siano reali o no.
E' giusto, molti ci ispirano, ci hanno cresciuto anche, non c'è niente di sbagliato ad avere degli eroi.
Avere un eroe non significa guardare un film e dire “che sballo sarebbe essere Iron Man”, non è questo il punto. Il significato profondo, serio, che un Nerd conferisce alla questione travalica la moda, va oltre il semplice “essere un fan di…”, si tratta di qualcosa di intimo che ci lega al personaggio. Sapere che se fossimo nella sua situazione ci comporteremmo nello stesso modo, oppure comprendere che i suoi traumi sono solo una versione più amplificata, romanzata, dei nostri. Spiriti affini insomma.
E così ecco che La Cosa dei Fantastici Quattro acquista serietà, Hemingway e la sua rude schiettezza vengono letti con più intimo significato, Edward Mani di Forbice non ci sembra più così “immaginato”.
Qui in Italia siamo in un'epoca di tumuti, e un po' perchè c'è ben poco del quale andare fieri ora e un po' perchè la “nostalgia” la fa sempre da padrone, per trovare degli Eroi dobbiamo pescare nel passato.
Ma di eroi a misura di Nerd ne esistono in Italia? La risposta è sì, ma vengono sempre un po' offuscati dall'ampia ombra gettata dalle “divinità”del resto del mondo.
Oggi, giornata non casuale, vogliamo parlare di un personaggio che ha tutte le carte in regola per finire “in lista”: Tazio Nuvolari.
Era basso di statura, al di sotto del normale. Con un fisico eccezionale. Nuvolari era un pilota automobilistico che ha dato il meglio di sé negli anni '30, seguendo di pari passo la nascita della Ferrari. Ha vinto parecchio, ha perso anche, ma non è questo che ci interessa.
Nuvolari era famoso per la sua testardaggine in pista, qualunque cosa accadesse, qualsiasi cosa succedesse non mollava mai. Gli anni '30 erano i tempi nei quali i piloti erano legati ad un motore e niente più, così si correva.
Nuvolari ha tagliato il traguardo su tre ruote, senza carrozzeria, con l'auto in fiamme. Una volta, dopo un incidente, ha perso il volante e ha concluso la corsa girando il perno con una chiave inglese, avrebbe perso troppo tempo per le riparazioni. Ha vinto sterzando con una chiave inglese e con il suo meccanico svenuto a fianco.
Nuvolari veniva sempre sfocato nelle foto, Nuvolari ha inventato la “derapata”, la curva in sbandata controllata solo per arrivare un po' prima.
Alla mille miglia superò il primo della corsa (Achille Varzi) di notte, a fari spenti, nel buio più assoluto per non far vedere il suo arrivo e colpire di sorpresa.
Nuvolari inizia la sua carriera in motocicletta, la passione per la corsa ardeva in lui, come quando dopo un incidente uscì troppo presto dall'ospedale, non riusciva a camminare e si dovette far aiutare per salire in moto, nessuno riuscì a farlo ragionare. Vinse la gara avvolto dalle bende, con i punti di sutura ancora caldi e dovettero aiutarlo anche a scendere dalla due ruote.
Come spesso accade, la vita dei grandi uomini s'intreccia con quella dei suoi simili. Nuvolari fu amico di Enzo Ferrari, conobbe anche D'Annunzio, il quale gli regalò una spilla raffigurante quello che divenne poi il suo simbolo: la Tartaruga. L'animale più lento per l'uomo più veloce, è di dettagli che è fatta la Storia.
Poi arrivò Lucio Dalla, il ricordo, l'esaltazione. Anche lui era Basso, anche per lui tre più tre faceva sempre sette. Il Mantovano volante ebbe un unico rimpianto, non morire in corsa, ma in fondo è proprio quello che fece a pensarci bene, perchè lui non si fermò mai.
Non tutti gli “eroi” vanno cercati oltre un monte, un mare, un oceano. Alcuni beniamini sono nascosti tra i nostri paesini, nelle strade tortuose d'Italia, nelle nostre trattorie.
Giordano Bruno, Primo Carnera, Nuvolari, Montanelli, sarà la nostra nostalgia a parlare, il senso di retorica insito in ciacuno di noi ma dubitiamo che fra cinquantanni da ora sentiremo parlare di Vasco Rossi, FabioVolo o Federico Moccia. E voi?