“Attenzione: le cassette con fotocopie non sono MIXED by ERRY“. Questa la scritta, divenuta iconica, che campeggiava su centinaia di migliaia di audiocassette negli anni ‘90, molte delle quali sono ancora reperibili nelle case di chi quegli anni li ha vissuti. Ma chi era davvero questo fantomatico Erry? La risposta a questa domanda è composta da un nome e un cognome: Enrico Frattasio.
In un periodo come quello degli anni ‘80, senza il web e con scarsissime informazioni, il mito alimentò la leggenda. La nostra storia si svolge a Napoli, dove le contraddizioni coesistono in pace, noncuranti del giudizio universale. Nella città partenopea di quegli anni Erry era un’entità astratta, un marchio di assoluta affidabilità (del resto lo slogan era “La dimensione ideale per un ascolto pulito”). Più di un napoletano era pronto a giurare che Erry non esistesse davvero, come una sorta di Shakespeare, che si ritiene sia un nome inventato per indicare un collettivo più ampio. E in un certo senso era vero.
In effetti i Frattasio erano quattro: Peppe, Claudio e Angelo, tutti fratelli e soci di Enrico. Quest’ultimo aveva una sorta di doppia vita: di notte DJ, di mattina pirata. No, nessuna bandiera con teschio e benda sull’occhio, un pirata della musica, in una città e in un periodo storico decisamente particolare. Ma forse è il caso di riavvolgere il nastro della cassetta della vita di Mixed by Erry e cominciare la riproduzione dall’inizio.
Le origini del mito: la storia di Enrico Frattasio
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Nella Napoli degli anni ‘80, dove Maradona non solo è meglio di Pelè, ma è venerato come San Gennaro, il giovane Enrico Frattasio lavora a tempo pieno in un piccolo negozio di dischi. Ama la musica, fa il DJ, e avendo a disposizione i supporti originali (siamo ben lontani dalla pirateria digitale di eMule, con la musica a portata di click) comincia a realizzare delle audiocassette pirata nel retrobottega del negozio. Inizialmente lo fa solo per amici e conoscenti, un modo per arrotondare neanche tanto malvisto nella Napoli che fu, nei cui vicoli dilagava il mercato del contrabbando, su tutto quello delle sigarette. Lo stesso padre di Enrico, per mantenere la famiglia, falsificava alcolici. Questi metteva del tè in in delle bottiglie, che poi vendeva ai turisti spacciandole per “autentico whisky napoletano fatto in casa“.
Non c’è però peggior crimine narrativo di banalizzare una storia che banale non è. Sarebbe infatti assolutamente ingiusto affermare che Enrico piratava e basta. Ciò che faceva era in realtà creare dei mix, delle compilation, assemblando canzoni di artisti e album diversi. Insomma, anche se non lo sapeva, dato che il termine sarebbe divenuto di uso comune solo qualche decennio dopo, Enrico stava creando i primi mixtape made in Naples.
La pratica, inutile sottolinearlo, era assolutamente illegale: dietro ogni canzone distribuita sul mercato esistono licenze, diritti, esclusive e proprietà intellettuali. C’è insomma l’immensa sovrastruttura dell’editoria musicale, alla quale il giovane DJ neanche pensava di rendere conto. Per non parlare poi della questione fiscale. Potremmo dire che nelle cassette di Enrico l’Iva era esclusa a prescindere, e non parliamo della musica della Zanicchi.
Nasce Mixed by Erry: l’originale dei falsi
Agli inizi degli anni ‘90 Enrico comincia a ricevere sempre più richieste di mixtape. E allora il giro si allarga: non più solo amici, ma anche gli amici degli amici. Insomma, in breve tempo, il ragazzo capisce che il mercato è florido, ma soprattutto è parecchio vergine (proprio come le audiocassette sulle quali registrava le sue compilation). Decide quindi di coinvolgere i fratelli nel business e di darsi un’identità: quella che oggi i marketer definirebbero brand image.
Crea ufficialmente Mixed by Erry, marchiando con questo nome tutte le sue audiocassette. Un modo anche e soprattutto per rendere riconoscibili le sue compilation dalle altre. Insomma per evitare i falsi Erry. Lo abbiamo detto: nella Napoli di quegli anni le contraddizioni coesistevano e quindi non c’è da stupirsi se Erry voleva essere l’originale tra i falsi.
In pochissimo tempo i fratelli Frattasio si ritrovano a capo di un vero e proprio impero. Un mercato parallelo della musica che arriva a fruttare anche 80 milioni di lire a settimana. Non solo: col tempo la “società” si allarga e i Frattasio riescono a inserire nelle compilation brani non ancora editi. Nei mix di Erry addirittura possibile trovare le canzoni di Sanremo prima ancora che il Festival andasse in scena.
La storia, per quanto affascinante, non ha certamente un lieto fine per Enrico e i suoi fratelli. Divenuta una vera e propria icona nel mercato della musica pirata, le sue audiocassette, dai vicoli di Napoli, sono arrivate in tutto il mondo, persino in Asia e Stati Uniti. Ciò ha ovviamente attirato le attenzioni delle autorità e, nel 1997, l’intera organizzazione viene smantellata. Enrico Frattasio viene condannato a 4 anni e mezzo di carcere.
L’eredità culturale di Mixed by Erry: dal libro al film
Come accennato nell’introduzione, oggi non è raro trovare ancora qualche rarissima musicassetta che riporti l’iconico logo di Mixed by Erry. Nel frattempo mercato della pirateria musicale è stato ampiamente smantellato. Dopo l’analogico di Enrico Frattasio, il fenomeno è esploso negli anni 2000 con il digitale, salvo poi morire insieme a quello stesso modello discografico. Oggi, del resto, la musica è fruibile legalmente e a prezzo bassissimo (per non dire gratis) sulle varie piattaforme di streaming. E quelli che erano mixtape creativi, realizzabili solo dai tecnici, sono diventate playlist che chiunque può personalizzare con un click.
Nonostante siano passati quasi 30 anni dalla sua fine, la storia di Mixed by Erry è stata recentemente riscoperta. Questa è diventata un libro prima (scritto Simona Frasca) e poi un film, in questi giorni al cinema, diretto da Sydney Sibilia. Entrambe le opere si chiamano come lo storico “brand”.
Per quanto la storia dei fratelli Frattasio sia affascinante, e assolutamente dirompente, bisogna ricordare che la discografia è una macchina che genera e assicura posti di lavoro. Il mercato parallelo è stato a lungo un parassita del sistema, che ha speculato sulle opere di artisti, sul lavoro di editori e sul mercato stesso di cui illegittimamente si nutriva. Questa va sottolineato per non sbiadire ulteriormente il confine tra una bella storia e un modello da idealizzare.
- Editore: Ad Est dell'Equatore
- Autore: Simona Frasca
- Collana: B.live
- Formato: libro (dettagli non specificati)
- Anno: 2023
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