Le vie più comuni sono solitamente due: innanzitutto le storie della buonanotte, i racconti che i nostri genitori ci leggevano prima di andare a letto (per i più fortunati c'erano mamme che facevano la spaventosa voce del lupo e quella sottile sottile di Cappuccetto Rosso). In secondo luogo, che vi piaccia oppure no, i film della Disney, con i personaggi che d'un tratto cominciavano a cantare e ballare quasi senza ragione alcuna, ragione di cui per altro da piccoli non avevamo bisogno.
In ogni caso è tramite le fiabe che abbiamo cominciato ad avere una visione del mondo, che sono stati veicolati i nostri primi desideri e aspirazioni; avremo quindi la classica schiera di fanciulle che sognavano di diventare principesse e i ragazzini che non vedevano l'ora di impugnare spada e scudo per combattere contro draghi o feroci animali selvatici. Poi, ad un certo punto, si cresce.
Da adolescenti e in seguito da giovani adulti si comincia ad accantonare ciò che caratterizzava la nostra infanzia, quasi a volersi togliere di dosso uno strato di innocenza che potrebbe metterci in imbarazzo con il resto del mondo. Si comincia ad odiare la Disney e come motivazione molti vi diranno perchè non sopportano l'ipocrisia nascosta in bella vista nei film, che ottusamente si ostinano ad abbellire storie che in realtà hanno finali tremendi e spesso tristi, per non dire disperati. Per certi versi crediamo che sia perchè danno un'aspettativa di quello che potrebbe essere la vita che si discosta molto dalla realtà, e l'idea che non tutti possano avere il classico “lieto fine” brucia parecchio.
Dagli anni '80 ad oggi ci sono stati alcuni tentativi di riutilizzare i vecchi racconti popolari riproponendoli al pubblico in diversi formati, ma possiamo dire che mai come in questo ultimo paio d'anni le fiabe l'hanno fatta da padrone. Le ragioni? Potremmo proporvi quella più cinica per cui gli sceneggiatori non hanno più idee quindi dopo aver pescato tra i fumetti e i romanzi sono andati a ripescare vecchie storie da rimodellare. Oppure c'è la versione più poetica, per cui viene dato al pubblico ciò di cui ha più bisogno in questo periodo, che il caso vuole sia un briciolo di magia e romanticismo.
Prima di continuare facciamo un piccolo passo indietro. Poiché spesso i due termini, fiaba e favola, vengono utilizzati come sinonimi, è giusto e doveroso prendersi un attimo per una rapida spiegazione. Le prime sono racconti popolari che hanno come protagonisti esseri fantastici e la maggior parte delle volte hanno dei risvolti formativi, mentre nelle seconde i personaggi principali sono animali e sono solitamente più brevi, e si chiudono spesso con una morale.
Come dicevamo, il 2011 prima, ed ora il 2012 vedono il fioccare di serie televisive e film le cui trame ci sono già ben note, anche se vengono rimescolate, rese più intricate e addirittura completamente stravolte.
Si potrebbe addirittura supporre che sia stato un procedimento innescato dal ritorno in voga dei vampiri, ahinoi con Twilight, e dei licantropi… Dai lupi mannari a Cappuccetto Rosso il passo potrebbe anche non essere così lungo.
Ad aprile 2011 vediamo quindi l'uscita nelle sale italiane di Cappuccetto Rosso sangue (Red Riding Hood), tentativo un po' fiacco di ridare alla storia quel manto di terrore che tutti i bambini dovrebbero provare nell'ascoltare la storia di una bambina divorata viva.
La tentazione di aggiungerci una storia d'amore maledetta era tanto forte che naturalmente è stato impossibile resistervi e purtroppo neanche la presenza di un ottimo Gary Oldman, nei panni del cacciatore, ha potuto fare molto per rendere il film di una certa qualità.
Molti non lo sanno, ma già nel 1984 era uscito un film che raccontava della ragazzina con indosso un mantello cremisi e aveva a che fare con umani che mutavano in terribili creature dotate di zanne: si tratta di In compagnia dei lupi (The company of wolves), affascinante film horror/fantasy di Neil Jordan. Si può proprio dire che quello sia stata un'opera in grado di farti venire la tremarella, costringendo i più piccoli a distogliere lo sguardo.
Sempre impostato sulla base di atmosfere misteriose e cupe ad Ottobre 2011 è uscito in America il serial Tv Grimm. Un detective della omicidi scopre di essere l'ultimo di una discendenza di cacciatori, i Grimm per l'appunto. Dovrà combattere contro le creature sovrannaturali che si sono lentamente e astutamente inserite nella società umana, alcune di loro pacificamente altre con scopi meno nobili. Dotato della facoltà di vedere “il vero volto” delle persone, il loro lato oscuro, continuerà la missione cominciata dai suoi avi. Potenzialmente intrigante procede però con non poca convinzione, quasi a singhiozzo, sprovvista di quel qualcosa in più che poteva renderla una serie completamente godibile. Tuttavia non si può dire che per i momenti di noia può essere un buon riempitivo.
Ma veniamo a quella che riteniamo essere la serie più interessante: C'era una volta (Once upon a time), trasmesso in anteprima il giorno di Natale in Italia.
La Regina Cattiva maledice tutti i personaggi delle fiabe costringendoli a vivere nel mondo reale, confinati in un piccolo paesino americano, Storybrooke, privandoli della memoria di ciò che erano e costruendo per loro degli alter ego fittizi. Per cui Cappuccetto Rosso diventa un'avvenente barista, Geppetto un falegname di origini italiane e il Grillo Parlante uno strizzacervelli. E questi sono solo alcuni dei personaggi che si incontreranno durante il procedere della storia.
Solo una persona potrà spezzare la maledizione: Emma, la figlia perduta di Biancaneve e del Principe Azzurro.
Atmosfere magiche, protagonisti affascinanti e situazioni interessanti, ci sono tutti i requisiti perchè il pubblico venga rapito e portato lontano, lontano, nel paese del “lieto fine”, che si può raggiungere attraverso disavventure e tragedie. Sì, un po' come nella vita reale. In questo caso gli autori sono stati bravi a mescolare il romanticismo disneyano a difficoltà più o meno concrete.
Gustandoci Once upon a time potremo attendere più o meno frementi l'uscita del remake di Beauty and the Beast, squisita serie televisiva di fine anni '80 primissimi anni '90, con un giovanissimo Ron Perlman nei panni di Vincent, un uomo affetto da una deformazione che lo rende molto simile ad un leone. Si innamorerà di una giornalista che porta in salvo da una brutale aggressione.
La nuova attrice scelta per interpretare la Bella pare sia Kristin Kruek, che già conosciamo come Lana Lang di Smallville.
Così come aspettiamo con trepidazione la pellicola cinematografica riguardante la stupenda storia della dolce fanciulla che riesce a vedere oltre le apparenze mostruose. A quanto pare la bellissima Emma Watson, che pare essere stata scelta per il ruolo, non è solamente una maga coi fiocchi.
Ma le sorprese su questi versanti non sono ancora finite!
Quest'anno saranno ben due i film dedicati alla leggiadra Biancaneve.
Il primo “Snow White and the Huntsman”, il cui trailer promette grandi emozioni e scenografie mozzafiato: abbiamo una principessa guerriera contrapposta ad un'antagonista tanto bella quanto perfida, un aitante cacciatore, tanta magia e creature fantastiche. Un mix dal grande potenziale.
Auguriamoci fortemente che la protagonista, Kristen Stewart, ci mostri tutta l'espressività che ha deciso di non utilizzare nella saga di Twilight. Per quanto riguarda invece il Cacciatore, alias Thor alias Chris Hemsworth, e la Regina cattiva, ovvero Charlize Theron, abbiamo grandi speranze.
Il secondo film è Mirror Mirror, in cui Julia Roberts la fa da padrona. L'impostazione da commedia al limite del ridicolo ci lascia un attimo perplessi e non ci convince molto, ma vi faremo certamente sapere il nostro parere non appena sarà proiettato nelle sale cinematografiche.
Parlando di fiabe e favole si potrebbe andare avanti ancora per molto tempo perchè sono una profonda parte di noi che, per quanto tentiamo di nascondere, in qualche modo riesce sempre a riaffiorare. È per questo che non smetteranno mai di esistere ragazze alla disperata ricerca del Principe azzurro, così come ragazzi pronti ad affrontare il più colossale dei draghi.
E, chissà, non è detto che prima o poi ognuno di noi non riesca ad avere il suo lieto fine… In un modo o nell'altro.