Se la cinematografia e la letteratura sci-fi ci hanno insegnato qualcosa è questo: molto meglio che un tostapane non si chieda perché continuare ad abbrustolire pan carré, quando potrebbe darsi ad attività più stimolanti quali, ad esempio, il totale sterminio della razza umana. 2001 Odissea nello spazio, Terminator, Matrix,tutti film che si basano su di un solo, singolo concetto: nel caso una macchina dotata di intelligenza artificiale prenda piena autocoscienza, la risposta del genere umano (questo sprovveduto sempliciotto) si riduce al goffo tentativo di staccare la spina,iniziativa che, nel 99% dei casi, lo conduce a un doloroso sterminio. "Sì vabbé, lallero. Sono solo film". Avremo potuto accettare questa idiosincrasia risposta qualche anno fa ma ora…bé, vale la pena di indulgere a una piccola riflessione. Qualche mese fa, in occasione dell'uscita del film Trascendence (niente di speciale ma concettualmente stimolante), il quotidiano britannico The Indipendent pubblicò un'intervista fatta ad una simpatica combriccola formata dall'informatico Stuart Russell e dai fisici Max Tegmark, Frank Wilczek e –nientepopodimeno che – Stephen Hawking.
Nell'intervista il gruppetto afferma che “Il potenziale della ricerca nel campo delle intelligenze artificiali è senza dubbio incredibile. La creazione di una vera intelligenza artificiale sarebbe l'evento più significativo nella storia dell'umanità e, con buona probabilità, l'ultimo. Ameno che non si impari come evitare i rischi legati a questa tecnologia”. Contestualmente, proprio pochi giorni fa, il tecno-guru Elon Musk ha lanciato un monito via Twitter scrivendo: "Bisogna leggere Super-intelligence di Bostrom, dobbiamo fare attenzione con l’AI. Potenzialmente è più pericolosa delle armi nucleari – rincarando poi la dose con un secondo tweet – C'è d'augurarsi di non essere solamente il boot loader biologico di una super intelligenza digitale. Sfortunatamente, è sempre più probabile". Malgrado il tono allarmista del tweet (chissà se la fine del mondo verrà annunciata in 140 caratteri), il signor Musknon è certo un anti tecnologico censore, anche perché la sua ultima startup, Vicarious, ha come mission proprio la creazione di un'intelligenza artificiale "umana". La difficoltà nel ritenere una macchina programmata dall'uomo secondo canoni di matematica precisione in grado di fare “di testa sua” è ovviamente comprensibile, ma proviamo per un attimo a vagare in un universo mentale di immaginaria astrazione. Una "vera" intelligenza artificiale sarebbe una struttura pensante con una capacità di ragionamento paragonabile a quella umana. E fin qui ci siamo. La immaginiamo limitata da regole specifiche atte ad impedirle di agire contro l'uomo o sé stessa, proprio come l'A.I. di asimoviana memoria.
Ora immaginate un bambino piccolo, tra i 4 e i 6 anni diciamo. Probabilmente vede Dio ogni volta che sfiora la madre con lo sguardo e ne segue, in linea generale, le regole e gli insegnamenti.Arriva poi il momento in cui la sua volontà del momento prevarica il timore della punizione, e il nostro bambino s'infila tra le gote paffute una bella cucchiaiata di vinavil. La peculiarità di una“vera” intelligenza artificiale è proprio la spaventosa capacità di crescere e riprogrammarsi, scavalcando, potenzialmente, regole e limitazioni. Purtroppo le super intelligenze artificiali non sono ghiotte di vinavil, quindi crediamo che il timore di ben meno fauste conseguenze sia del tutto legittimo. Per rimanere sulla stessa linea di pensiero, riflettiamo su tutto quello che potrebbe andare male nel lungo periodo dell'età evolutiva (vogliamo essere gli antesignani della psichiatria artificiale).
Esattamente come da un bambino tranquillo può emergere il profilo di un violento sociopatico, non è detto che da una A.I. buona non emerga……a questo punto abbiamo paura a fare ipotesi, comunque vagonate di danni. Di nuovo la buona letteratura ci viene in soccorso sul piano esemplificativo. Prendiamo Uno, brillante spalla tecnologica del nostro buon vecchio vendicatore pennuto, Paperinik (Pk). Il suo gemello perfetto, il backup Due, è“cresciuto” in completa solitudine, lasciato fuori dal mondo a covare desiderio e coltivare odio. Due si è quindi "riprogrammato",evolvendosi da copia perfetta ad uno dei peggiori nemici del nostro beniamino mascherato. Spaventoso, non trovate? Narrativamente intrigante, senza dubbio, ma comunque spaventoso. Concludiamo con una botta di nostalgico citazionismo chiedendovi: ma secondo voi gli androidi sognano pecore elettriche?
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Ho sempre pensato che ogni discorso sull’intelligenza artificiale manchi di basi certe, dato che ognuno intende “intelligenza artificiale” a modo suo, e soprattutto dato che tendiamo a dare “superpoteri” a queste macchine in modo insensato.
L’essere umano è fatto di carne e di ossa e il suo cervello lavora tramite inpulsi elettrici in modo estremamente simile ad un computer, eppure nessuno di noi è in grado di “cambiare carne” a piacimento, anzi, ci sono voluti migliaia di anni per incominciare vagamente a comprendere cosa possa essere “l’ingenieria genetica”
Allo stesso modo perchè una I.A. è automaticamente un genio informatico? Magari non capisce nulla di computer, magari gli fa pure schifo l’informatica. Si, loro sono fatti di circuiti, e noi di sangue, ma come noi non controlliamo il sangue a piacimento perchè loro dovrebbero controllorare il proprio codice?
Per non parlare del nostro tentativo costante di rendere malvagia la macchina.
L’ I.A. proverà emozioni? se si è ovvio che il suo scopo sarà cercare emozioni positive, ma se noi le abbiamo programmate a provare queste emozioni solo quando ci servono saremo al sicuro.
E voglio dire, cosa c’è di più umano se non la fede, chi ci dice che le I.A. non pregheranno gli uomini come divinità?
Se invece non hanno emozioni devono avere uno scopo e quello scopo deve venire da noi, e in quel caso dovremmo essere stati davvero stupidi e ordinargli di ucciderci.
La verità è che quando parliamo di I.A. noi non ci immaginiamo una macchina creata dall’uomo come un uomo crea una casa (quindi mattone per mattone, studiata in modo da essere perfetta) ma una macchina COPIATA dall’uomo, come se l’anima dell’uomo fosse stata trasferita nei circuiti e nei chip, con tutti i suoi difetti e le sue inperfezioni.
Alla fine l’I.A. dell’immaginario collettivo non è altro che la versione moderna del Golem, o del prodotto alchemico dell’infusione della vita in un oggetto animato.
Non stiamo pensando ad una Intelligenza Artificiale, ma ad un Uomo Artificiale.
E questo, scientificamente parlando, non può succedere
Nonostante sia affascinante pensare di creare un’intelligenza paragonabile alla nostra, mi sento in grado di tranquillizare il mondo: niente Hal 9000 nel prossimo futuro dell’umanità. Quando sento le teste coronate della scienza affermare il contrario, penso automaticamente due cose: 1. il giornalista ha interpretato come voleva; 2. anche agli scienziati piace dare aria alla bocca.
Quelli che sembrano comportamenti intelligenti, sono semplici algoritmi veramente limitati: prendiamo Akinator, pare un genio, invece è un semplice data miner. Oppure le chatbox: ecco un po’ di articoli che dicono come sia stato superato il test di turing (http://www.lastampa.it/2014/06/09/tecnologia/svolta-storica-un-computer-supera-il-test-di-turing-sullintelligenza-k3uFvA547sppFN0M6PDZ7L/pagina.html, http://www.focus.it/tecnologia/innovazione/intelligenza-artificiale-e-nata-la-nuova-specie, http://www.corriere.it/tecnologia/14_giugno_09/computer-intelligente-supera-test-turing-62f684fa-efbb-11e3-85b0-60cbb1cdb75e.shtml, http://www.wired.it/attualita/tech/2014/06/09/computer-superato-test-turing/). Come vedete la notizia è rimbalzata ovunque: la verità? Eccola: http://blogs.telegraph.co.uk/technology/jamiebartlett/100013858/no-eugene-didnt-pass-the-turing-test-but-he-will-soon/. Non ci credete: provate direttamente voi la chatbox e dite la vostra.
Infine, l’intelligenza non ha una definizione vera e propria, quindi…cosa intendiamo noi quando diciamo “è intelligente”? Per una nuova visione sull’intelligenza artificiale, consiglio “How the Body Shapes the Way We Think”. C’è anche un breve parte introduttiva dove spiega perchè negli anni 60 si pensava che i computer avrebbero surclassato l’uomo (grazie alle reti neurali artificiali, agli algoritmi genetici, la fuzzy logic, etc, etc.) e perchè non è successo niente. E non succedera……almeno tanto presto! (non neghiamoci il sogno!)