Intrattenimento

Bright: l’odio senza senso

È Natale e cominciare subito con un po' di odio è quello che contraddistingue l'umanità.
Il mondo ha additato Bright come orrido, ma senza motivo alcuno.
Anzi, qualche motivo ci sarebbe, Bright non rimane un prodotto eccelso, ma non giustifica comunque le definizioni che gli sono state date come quella di “peggior pellicola del 2017”. Guardandolo con in mente questa frase tra virgolette viene da chiedersi quali meravigliosi film abbiano visto quei critici durante l'anno, gente davvero fortunata.
È già stato confermato un sequel per Bright, a dimostrazione che Netflix “sa” e che Will Smith non è una star da lasciarsi scappare. Non sarà un grande attore, ma di certo il suo carisma piace e va bene così.
Tenuto conto che Bright è un'opera riuscita, non molto approfondita, ma comunque riuscita e che consigliamo di vedere per puro intrattenimento, vorremmo soffermarci sull'unica cosa che non permette al film di diventare un capolavoro.
Non usiamo questo termine a sproposito, non intendiamo che “senza questo dettaglio il film sarebbe godibile”, no, senza la scelta che andremo a spiegarvi Bright sarebbe diventato un vero capolavoro.
La profezia.
Questa è la svolta di trama che intercetta il tiro di Bright sparandolo un po' più su, proprio sulla testa di quei vichinghi laggiù.
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Bright sarebbe stato una vera perla se non virasse verso il fantasy classico, buttando gli ingredienti dello stereotipo di trama dai quali sembrava volersi allontanare, decisioni di sceneggiatura come il Prescelto, il Signore Oscuro e il “salviamo il mondo”.
Bright poteva essere un film poliziesco prima di un fantasy diventando qualcosa di originale, unico e ricercato, invece sceglie poco coraggiosamente il classico, il già visto, l'ovvio.
Avremmo preferito di gran lunga che i due partner sventassero un giro di droga tra gli Elfi, forse una tratta di Hobbit venduti come schiavi al porto, ma non che salvassero il mondo seguendo la profezia come ci si aspetta da ogni fantasy da dopo Tolkien.
Basta, sappiamo come vanno le storie di quel genere, ci interessa altro ora, vogliamo capire cosa fanno gli Elfi nei loro grattacieli, dove sono i Nani, la corruzione nel dipartimento antimagia, forse?
Abbiamo guardato “il tutto” così tante volte da conoscere ogni sua declinazione, Bright avrebbe dovuto mostrarci la “parte” , che invece era quello che ci interessava.
I dettagli non approfonditi che riempiono tutte le due ore invece sono preziosi proprio perchè non approfonditi, evitare gli spiegoni presentando il mondo come già “spiegato” era l'unico modo per far scivolare la trama.
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Nessuna intro, nessun grande saggio che racconta intorno al fuoco l'evoluzione di un mondo diverso dal nostro: solo un orco che chiede “senape o maionese?”, qualche graffito e si parte.
Nessun film poliziesco spiega, racconta di sociopolitica, storia e biologia e nemmeno Bright lo fa, questo è il suo più grande pregio.
Pregio che accompagna due terzi della pellicola fino al momento tanto colpevole dell'irruzione dei luoghi comuni, trasformando Bright da un'opera potenzialmente rivoluzionaria a un fantasy con le pistole.
Quindi godetevi questo esperimento parzialmente riuscito senza troppe pretese, Bright è divertente, rispettoso e un gran film da “capodanno con gli amici”.
Divertitevi sperando nel sequel.

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Commenti

  1. che spoiler sarebbe??? dura tenere il segreto fino a Natale….
    anzi oltre perchè a Natale sarebbe in UK, in Italia quando??? ciaooooooo

  2. Secondo me è molto adatto e credo che un dottore più maturo sia perfetto per affrontare i fantasmi del passato, come pare debba accadere a questo punto della serie.

  3. A me è sostanzialmente piaciuto, proprio per il senso di “normalità” che trasmette come poliziesco in un mondo fantasy-contemporaneo, ma senza gli elementi da “prescelto” “signore oscuro” etc, che spero sfocino in una linea narrativa più ampia, di almeno 3 o 4 film, e fosse rimasto solo nella dimensione del “poliziesco”, non avrebbe avuto molto senso l’ambientazione fantasy; ci si sarebbe limitati alll’aspetto metaforico, che è interessante, ma senza un “qualcosa in più” il risustato sarebbe stato un puro gioco intellettuale.

  4. Concordo pienamente con l’analisi di Turino, solo aggiungo l’apprezzamento per chicche come la caccia alla fatina nelle scene iniziali… esilarante

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