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Bravo Ma Basta: dove il genio compensa la mancanza di mezzi

Quando si parla di trash, la prima cosa a cui si pensa è naturalmente il cinema di serie B (e tutte le lettere fino alla Z), ma bisogna ammettere che in un certo senso, produrre film trash di recente sia diventato un po' un trend, per cui ci troviamo di fronte a prodotti ormai di massa, che non sanno più essere trash in maniera naturale e genuina, con quel gusto di fallimento involontario che ha fatto appassionare gli amanti del genere.
Ma non tutto è perduto, non preoccupatevi. 
Oggi ne parliamo con Giovanni Eccher, autore bonelliano che ormai conoscerete benissimo per le sue gesta durante i nostri viaggi O.N.TheRoad e le avventure a Movieland, ma che forse non sapete, è anche un esperto nel settore "cinema trash".
E' infatti grazie a lui e alla sua "cricca" che il cinema trash ha avuto e presto tornerà ad avere una voce (e tanti pomodori addosso, si spera), con il Bravo Ma Basta Film Festival, una rassegna dedicata appunto a questo genere cinematografico, dove (leggiamo dal sito ufficiale www.bravomabasta.com) il genio compensa la mancanza di mezzi.

Ci faresti una panoramica sul festival da quando e nato a oggi?
Il Bravo Ma Basta Film Festival è nato nel 2004, quando io, mio fratello Pietro e la nostra amica Gaia Bracco ci siamo trovati davanti a una TV e a una montagna di junk food per guardare un film in VHS recuperato chissà dove da Gaia. Era una storia di demoni medievali girata in maniera "casalinga" che faceva crepare dal ridere per i primi dieci minuti, ma poi proseguiva per altri quaranta in maniera zoppicante e soporifera (da cui il nome "Bravo ma Basta": a noi interessano i film trash che sanno quando fermarsi). All'epoca gli Sbocco Studios, di cui parlerò poi, erano già in piena attività, Gaia aveva realizzato la propria quota di video e cartoni animati trash, e scoprire che c'erano altri idioti che come noi si armavano di telecamera, costumi raffazzonati e miccette per realizzare film hollywoodiani nel cortile dietro casa fu una rivelazione. Dal momento che non esisteva un festival per questo genere di film in Italia, abbiamo deciso di fondarlo noi. Su due cose ci siamo subito trovati d'accordo: primo, trattandosi di film casalinghi a bassissimo budget, sia la partecipazione degli autori che quella del pubblico dovevano essere gratuiti; secondo, avremmo scartato qualunque film che, pur rispondendo ai requisiti del bando, fosse risultato noioso. Non vogliamo che la gente si addormenti durante le proiezioni. Le prime edizioni del Festival, tutte milanesi, si sono svolte al Matatu, un locale dell'Isola, poi è arrivato un misterioso e mai abbastanza ringraziato mecenate (fino ad allora avevamo pagato tutto di tasca nostra e con le offerte libere del pubblico) che ci ha permesso di spostarci prima all'auditorium del Conservatorio e poi al cinema Ariosto. La madrina del Festival è Zora Kerova, attrice ceca nota per film come Cannibal Ferox (Umberto Lenzi, 1981) e Lo squartatore di New York (Lucio Fulci, 1982), e fin dalla prima edizione abbiamo avuto ogni volta un presidente di giuria diverso: nell'ordine Antonio Rezza, Carletto FX, Ceppaflex, Franco Trentalance e Luca "Supergiovane" Mangoni.
Il BMB è nato soprattutto per essere una festa e un momento di incontro tra autori e spettatori di film casalinghi (ma non solo), una celebrazione del cinema davvero indipendente, a tratti pirata, che ha il suo sbocco naturale sulle piattaforme di video sharing ma che, per una volta, può essere proiettato nel buio di una sala cinematografica davanti a un pubblico plaudente in carne e ossa. Ci sono dei premi (trofei trash, ovviamente: non ci crederai ma c'è stato chi si è lamentato che non ci fossero premi in denaro in un Festival totalmente gratuito) ma secondo noi l'importante è proprio trovarsi tutti insieme per fare festa e ridere come scemi. Questo è il motivo per cui lo facciamo. Ovviamente il momento di punta di ogni edizione del Festival è il Giudizio del Pomodoro, in cui il pubblico viene dotato di pomodori con cui bersagliare gli autori presenti, a cui viene fornita una tuta antitutto e un casco integrale a prova di licopene (che non è una cosa volgare, ma una sostanza contenuta nei pomodori). Ogni pomodoro è un voto a favore, quindi l'autore più bersagliato vince il premio – un gigantesco pomodoro dorato – a insindacabile giudizio del pubblico. Infine, nelle ultime due edizioni abbiamo introdotto la mostra (parallela al festival) Fumetti che Dovresti Conoscere, dedicato ai fumetti autoprodotti e trash, nella quale ogni opera selezionata, oltre ad essere messa in mostra nella sede del Festival, viene pubblicamente recensita da Andrea Plazzi.
Quali sono le caratteristiche imprescindibili in un prodotto cinematografico trash?

Premetto che, come tu ben sai, parliamo di trash anche se la definizione, perlomeno in Italia, ha assunto una connotazione molto generica e che comprende molte categorie, tra cui il camp e il kitsch. I film di Alvaro Vitali sono considerati trash, ma non è quello specifico genere che ci interessa. Per quanto riguarda lo spirito del BMB, l'opera trash che cerchiamo è sostanzialmente quella che, pur senza averne i mezzi, osa raccontare una storia che non si può permettere. L'esempio più classico sono i film rifatti in maniera stracciona nello stile del film con Jack Black Be kind rewind, ma quelli che preferiamo sono i film "originali", con una storia nuova. D'altra parte, l'unico vero vantaggio di girare con poco è che non hai produttori che ti impongono di stare nei ranghi: perché allora rifare qualcosa che qualcuno ha già fatto meglio, con attori veri e un sacco di soldi? Stiamo assistendo a una sorta di “decadenza” anche nel trash, perché la citazione – che è parte integrante del trash, ma va fatta bene – spesso diventa semplice scopiazzatura o parodia di bassa lega, cioè non divertente. Piuttosto che copiare, sarebbe meglio che gli autori utilizzassero questa libertà per fare qualcosa che una major non oserà mai, tipo I Maledetti di Adriano Malloni & C. (premio Kerova nella prima edizione del BMB) in cui abbiamo assistito a uno scontro epico tra Stalin, Hitler, il Papa e Gesù. A mio avviso, chi si accinge a fare un film trash dovrebbe sempre ricordare questo mantra tratto da una vignetta di Cavezzali: "Fa' quello che NON PUOI, con quel che NON HAI, dove NON SEI."
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Perché c'è bisogno di trash?

C'è bisogno di trash prima di tutto perché dobbiamo ricordarci che il cinema è anche un gioco. E questo è anche il motivo principale per cui esiste il BMB. Ma c'è bisogno di trash anche per altri motivi: non si può lasciare tutto il cinema di genere in mano a chi ha i soldi per realizzarlo, e solo a lui. Perché i film fatti con i soldi, per ovvie ragioni economiche, devono accontentare più gente possibile e soprattutto offenderne il meno possibile, quindi già sono limitati nelle loro possibilità espressive. Questo vale anche per i produttori indipendenti, mica solo per le major. Aggiungiamo poi il fatto che oramai i produttori (tutti, grandi e piccoli) cercano di evitare ogni rischio, e sfornano film che sembrano fatti con lo stampino o peggio, si gettano su orrendi remake (non dico altro perché so che c'è gente che ha apprezzato questi abominii e non voglio crearmi nemici), e capiamo bene che il trash è una delle poche strade percorribili per fare qualcosa di nuovo. La Asylum, tra molti mockbusters e filmacci-riempitivo, è riuscita ad azzeccare qui e là qualche idea talmente buona ma anche talmente pazza che nessuna casa di produzione sana di mente l'avrebbe finanziata. John Waters ha fatto cose che se non le avesse fatte lui non le avreste mai viste. Poi è ovvio, c'è trash e trash, e anche se il cinema è un gioco non è un gioco che si fa da soli: da una parte ci sono quelli che realizzano il il film, dall'altra ci sono gli spettatori che lo guardano. E gli spettatori vanno rispettati. Gli Autori che vogliono tediare il pubblico con le loro menate, o che si sentono i nuovi Tarantino (il regista che vanta più tentativi di imitazione) senza averne il talento, o che pensano che trash sia semplicemente mostrare un uomo seduto sul cesso possono trovare in altri festival applausi e ammirazione, da noi no.
Abbiamo parlato di "decadenza" di valori e mezzi anche nel trash, come mai? Come superare questa crisi?

L'impressione generale, guardando anche molti dei film ricevuti nelle ultime edizioni del BMB, è che anche il trash si stia uniformando, come se fosse diventato commerciale (ma senza fare i soldi). Questo è un pessimo segno, e possiamo solo ipotizzare come mai stia succedendo. Una cosa che è cambiata molto negli ultimi 10-15 anni è l'accesso ai mezzi necessari per fare un film, sia a livello di riprese che di post-produzione, che ora è alla portata di tutti; parallelamente si è universalizzato l'accesso alla distribuzione di massa dato da Youtube e dalle altre piattaforme di video sharing. Tutte cose grosso modo previste già allora, e che gli ottimisti del Web vedevano come lo spalancamento di possibilità enormi per la creatività e la produzione culturale. In realtà l'enorme proliferazione di video, amatoriali e non, ha appiattito il panorama, perché la maggior parte della gente copia le cose che hanno successo, le parodizza, fa i remake dei remake della parodia della versione rifatta, un po' secondo il meccanismo dei meme; o si attacca al fan movie, all'imitazione dei propri eroi, ma in ogni caso NON OSA. Perché osare espone al possibile insuccesso, e oramai ci è stato insegnato che fallire è il peggior destino possibile, molto peggio che restare nella mediocrità che invece è anelata come una realizzazione assoluta. Sbagliatissimo: chi fallisce ha dimostrato, se non altro, di essersi messo in gioco, chi è mediocre non ha aggiunto alcun tassello al mosaico del mondo. Noi al BMB accogliamo con applausi chi ha successo e chi fallisce, basta che lo faccia in maniera spettacolare, mentre i mediocri e i paurosi possono restare fuori dalla porta.
Ci parli di Sbocco Studios e in che rapporti siete con Bravo Ma Basta?

Sbocco Studios è un'"etichetta" sotto cui raggruppiamo tutte le produzioni trash che, con scadenza quasi annuale, mettiamo in cantiere io, mio fratello Pietro e Federico Danelli, con la collaborazione più o meno variabile di altri amici, tra cui Lorenzo Farolfi e Gigio Attanasio che realizzano le colonne sonore. I principi base delle produzioni Sbocco Studios sono grosso modo quelle che ci aspettiamo da un film del BMB: ambizioni produttive altissime VS mezzi poverissimi. Ognuno dei nostri film ha un budget che non arriva ai mille euro, ma non per questo abbiamo rinunciato a rappresentare razze aliene, eruzioni vulcaniche, tirannosauri robot, orrori lovecraftiani, draghi sputafuoco, esplosioni, sparatorie, inseguimenti in auto, dischi volanti e in generale tutto quello che ci piace vedere in un film. Chi non ci crede può trovarli qui, sul sito di Sboccostudios . Dato che siamo sempre in tre o quattro a girare i nostri film, e uno di questi deve stare dietro la telecamera, ci siamo specializzati nella "moltiplicazione"  degli attori in post-produzione. Come scelta stilistica evitiamo il più possibile la grafica 3D, anche perché i modellini di astronavi in chromakey, i matte painting e i mostri mossi in stop-motion sono troppo più belli! Per quanto riguarda i rapporti con il BMB ovviamente sono molto stretti, dato che metà della gente che lavora ai film Sbocco Studios coincide con metà di quella che realizza il BMB. Altrettanto ovviamente non partecipiamo al Festival con i nostri film, sarebbe il trionfo dell'autoreferenzialità…!
 Si può dire però che Sbocco Studios e BMB hanno una stessa radice: la passione per i film trash, liberi e senza confini!
Ora non resta che la undeadline sia al 100% e la magia del Bravo Ma Basta Film Festival avrà inizio!

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